La Repubblica 20-6-07 Imprenditori traditi dallo swap - maurizio bologni

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Imprenditori traditi dallo swap - maurizio bologni ( Repubblica, La del 20/06/2007 ) Pagina VI - Firenze Ditte fiorentine con fatturati tra i 20 e i 50 milioni stanno facendo causa alle banche che hanno proposto i contratti Imprenditori traditi dallo swap Una decina di aziende con forti debiti per questi prodotti finanziari MAURIZIO BOLOGNI Dopo i bond spazzatura, ecco gli swap sanguisuga. Se i primi hanno bruciato i piccoli risparmiatori, i secondi mettono in ginocchio parte della media impresa toscana, che ha fatto investimenti e per questo è ricorsa al credito. Diversi grossi imprenditori fanno i conti con la voragine debitoria provocata dalla sottoscrizione di alcune "famiglie" di questi prodotti derivati. Il fenomeno emerge a fatica, per la ritrosia delle aziende a mettere in piazza la fregatura presa. Nove aziende di medie dimensioni, sette della provincia di Firenze, fatturati tra i 20 e i 50 milioni, hanno però portato i loro casi all'attenzione di Confindustria Firenze, altri due imprenditori si sono rivolti ad Adusbef. Si calcola che il fenomeno sia più esteso: molti cercano di regolare i conti direttamente con le banche, senza portare i casi all'esterno. Quelle aziende che invece hanno trovato attento ascolto in Assindustria e Adusbef appartengono ai più svariati settori, dal tessile al farmaceutico, dal metalmeccanico al chimico, dal commerciale all'agricolo. Lamentano danni per milioni e la registrazione in Centrale rischi delle perdite causate dagli swap. Alcune stanno avviando la causa contro le banche. E anche Adusbef si sta muovendo in questa direzione per i suoi assistiti. "Agli imprenditori - spiega l'avvocato Giulio Caselli di Adusbef - le banche fanno dichiarare, firmando un modulo, di avere una "specifica competenza ed esperienza in materia di operazioni in strumenti finanziari", ma secondo la magistratura questa precauzione è insufficiente se le banche non provano di aver correttamente informato gli imprenditori sulle caratteristiche di prodotti davvero complessi come gli swap". La materia è ostica. Lo swap è una sorta di assicurazione che l'imprenditore contrae con la banca per ammortizzare le oscillazioni di tasso di un prestito, solitamente di almeno un milione di euro. Se il tasso supera un determinato valore, "l'assicurazione" copre il maggior costo. Se scende sotto un certo limite, è la banca che lucra il profitto. In molti casi gli swap contratti dopo il 2000 si sono rivelati un boomerang. E non solo perché l'andamento dei tassi, fino a poco tempo fa al ribasso, ha favorito le banche invece degli imprenditori. Ma anche perché i meccanismi di ingegneria finanziaria degli swap, costruiti su algoritmi la cui comprensione risulta difficile persino a fior di consulenti, ha comunque reso sconveniente lo swap. "Nonostante il rialzo dei tassi degli ultimi tempi ho calcolato che alla fine, il prossimo anno, soltanto lo swap mi sarà costato 500.000 euro su un prestito di 4 miliardi di vecchie lire contratto nel 1999, con un debito che in certi momenti ha raggiunto gli 8 milioni di euro su cui ho pagato interessi" spiega un imprenditore fiorentino in procinto di fare causa alla banca. "Grave è che in questi anni la banca mi abbia proposto di apportare correzioni allo swap, rinviando la riscossione, nei momenti in cui ero maggiormente esposto, mostrando così la stessa logica di chi pratica usura. Grave è che l'Italia non recepisca quella normativa restrittiva sugli swap varata dall'Unione europea".

20/06/2007

Documento n.6633

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