la Polizza vita rendita (1998)

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LA POLIZZA VITA RENDITA E? un prodotto assicurativo cosi? strutturato: la compagnia di assicurazione investe in un fondo apposito i premi pagati periodicamente (mese/anno) o in unica soluzione (premio unico), dai sottoscrittori di polizze "vita-rendita". Una percentuale del rendimento annuo di quel fondo viene riconosciuta alla posizione del cliente. Al termine del periodo contrattato in polizza (10/25 anni ed oltre), la compagnia riconosce all?assicurato o l?intero capitale nel frattempo maturato, o una rendita rivalutabile finche? esso e? in vita. Il cliente può? scegliere tra polizze a premio fisso, definito per tutto il periodo, oppure a premio crescente. Inoltre le polizze pensionistiche possono prevedere anche il rimborso di un capitale, quale indennizzo per il beneficiario indicato dal cliente, in caso di morte dell?assicurato durante il periodo di pagamento dei premi. Sono le polizze cosiddette "miste". E? evidente che, nel caso di polizze miste, il risultato finanziario finale sarà? inferiore a quello che avrebbe avuto una polizza che non avesse dovuto assicurare la ulteriore prestazione in caso di premorienza: questa copertura viene garantita tramite acquisizione di una parte del premio. IL RISULTATO FINANZIARIO DI UNA POLIZZA VITA Il risultato finanziario della polizza dipende da tre variabili, le prime due conosciute, la terza accuratamente tenuta nascosta da quasi tutte le compagnie di assicurazione. Prima variabile: Rendimento del fondo per la compagnia. Viene reso noto alla clientela annualmente tramite comunicati e articoli di stampa. Seconda variabile: Quota percentuale del rendimento (voce 1) retrocessa al cliente. Infatti gli interessi maturati non vengono integralmente girati sulla posizione dell?assicurato. La parte riconosciuta e? indicata in polizza e si aggira attorno al 75/90 per cento (nel caso di convenzioni con grandi enti arriva anche al 95 per cento). Il restante 10/25 per cento del rendimento viene trattenuto dalla compagnia. La variabile nascosta: Non e? a tutti noto che il premio versato annualmente dall?assicurato non viene investito interamente, ma una parte e? trattenuta dalla compagnia per "spese". Questa quota, definita "caricamento", va da un 5 per cento ad oltre il 20 per cento del premio versato e viene, in genere, percepita subito, attraverso l?incameramento dei premi iniziali (o frazioni di essi) fino al raggiungimento dell?importo complessivo della voce. Solo poche compagnie lo indicano spontaneamente. L?ISVAP (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni Private - Via V. Colonna n.39 - 00193 Roma) impone che, qualora il cliente lo richieda (e solo in questo caso), le compagnie forniscano il valore dei caricamenti. Sarebbe opportuno, invece, che le autorità? di controllo imponessero alle compagnie assicuratrici di comunicare al cliente (sempre e comunque) la specifica minuziosa di come viene destinato il premio pagato: - percentuale incamerata per "oneri di acquisizione" - percentuale incamerata per "spese generali" - percentuale destinata a coperture assicurative collaterali (ad esempio, il "caso morte" nelle polizze miste); - percentuale destinata all?investimento finanziario. Le polizze vita vendute in banca hanno "caricamenti" più? bassi di quelle vendute sul mercato assicurativo, per via dei minori costi di acquisizione. ALTRE CARATTERISTICHE DELLA POLIZZA VITA Accesso a prestiti. L?assicurato in regola con il pagamento dei premi può? chiedere un prestito alla propria compagnia. L?entità? dipende dal capitale maturato fino a quel momento dal cliente (in genere e? pari al valore di riscatto della polizza - vedi oltre); il tasso e le modalità? di rimborso verranno indicate nell?atto di concessione del prestito. Vantaggi fiscali. Per chi ha sottoscritto una polizza pensionistica, e? possibile defalcare dal reddito imponibile, all?aliquota del 19 per cento, l?importo dei premi annui limitatamente ai primi 2,5 milioni di lire. Le compagnie inviano un attestato di pagamento da allegare alla dichiarazione dei redditi. Se si intende approfittare di questo vantaggio fiscale occorre sottoscrivere una clausola in base alla quale ci si impegna a non richiedere prestiti alla compagnia nei primi 5 anni di vita della polizza. Se, nonostante la sottoscrizione della clausola, il cliente ricorresse a finanziamenti, l?erario pretenderà? il ricalcolo delle imposte senza l?abbattimento del reddito imponibile, recupererà? cioè? le somme relativa al "vantaggio fiscale" del 19 per cento premi primi 2,5 milioni di premio. Opzione capitale o rendita. Il cliente deve decidere se richiedere l?intero capitale maturato o se optare per la rendita vitalizia. Le due opzioni hanno un trattamento fiscale diverso: a) Opzione "capitale": In questo caso, sulla differenza tra capitale finale maturato e totale dei premi versati si applica una aliquota del 12,5 per cento, se la polizza era di durata decennale. Detta aliquota diminuisce dello 0,25 per cento per ogni anno di durata oltre il decimo. b) Opzione "rendita": In questo caso, il 60 per cento della rendita entra a far parte del reddito imponibile e quindi tassata cumulandosi con gli altri redditi dell?assicurato. E? POSSIBILE CESSARE I PAGAMENTI? Sottoscritto il contratto, e? obbligatorio pagare la prima annualità? di premio (anche se frazionato). Se si cessano i pagamenti prima del saldo di due /tre annualità? (verificare caso per caso) la compagnia risolve il contratto e incamera i premi pagati (e? questa una della clausole chiaramente vessatorie).Se si sono pagate più? di due/tre annualità? e? possibile richiedere: La "riduzione" del contratto. Con la riduzione, si cessa il pagamento dei premi, la compagnia continua a gestire nel suo fondo, fino al termine della polizza, il capitale maturato dall?assicurato e lo destinerà? come da indicazioni del cliente. Il "riscatto" del contratto. Con il riscatto, il servizio si interrompe e la compagnia calcola il valore da rimborsare al cliente ("valore di riscatto". Se i caricamenti applicati sono alti, il calcolo del valore di riscatto e? particolarmente penalizzante: se non si e? prossimi almeno alla meta? del periodo di validità? della polizza, al cliente verrà riconosciuto un importo abbondantemente al di sotto della somma dei premi pagati. ACCORTEZZE - CONSIGLI SUI TASSI IPOTIZZATI Gli agenti di assicurazione, utilizzando programmi software forniti dalle compagnie, prospettano piani pensionistici attribuendo valori "ipotetici" ai rendimenti del fondo per l?intero periodo di durata della polizza, Pertanto, i risultati finali in termini di capitale o di rendita vitalizia sono solo ipotizzati e assolutamente non assicurati al cliente. Oggi l?ISVAP impone "proiezioni" di rendimenti del 4 e 5 per cento. SUI PREMI RIVALUTABILI La quasi totalità? degli assicuratori spinge perché? si opti per una polizza a premio rivalutabile, cioè? crescente anno per anno. La "pressione" viene motivata con l?argomentazione del tipo: "E? l?unico modo per garantirsi dall?inflazione e mantenere un valore sempre attuale al proprio risparmio". Certamente, il milione di premio del primo anno, per effetto dell?inflazione avrà? un valore superiore alla stessa cifra pagata al ventesimo anno. Si sappia pero? che, optando per il premio rivalutabile, la ventesima annualità? risulterà? ben superiore alla prima. Occorre riflettere su questo impegno aggiuntivo. SULLE POLIZZE MISTE Per le polizze miste (che prevedono il pagamento di un capitale in caso di decesso dell?assicurato prima del termine di scadenza della polizza), occorre sapere che la compagnia non offre la copertura caso morte se il decesso avviene entro sei mesi dalla data di sottoscrizione della polizza (per evitare questo "periodo di carenza" occorre sottoporsi a visita medica, a pagamento). Il cliente deve rispondere ad un questionario circa il suo stato di salute e circa pregressi ricorsi a cure mediche, analisi cliniche, ricoveri, ecc. Attenzione: molti assicuratori, più? incoscienti che superficiali, suggeriscono di rispondere "NO" a tutte le domande prospettate, "per evitare - si dice - che la compagnia richieda essa stessa una sempre noiosa e costosa visita medica in caso di evidenti problemi di salute dell?assicurando, prima di perfezionare il contratto". Se le dichiarazioni sono false, in caso di premorienza dell?assicurato risulterà? non difficile alla società? assicuratrice dimostrare, attraverso la cartella clinica, la falsità? delle risposte ed il blocco degli indennizzi. In luogo delle polizze vita miste, suggeriamo, infine, di scindere le soluzioni, destinando un capitale per la sola rendita e, se ritenuta necessaria, accendendo a parte una polizza caso morte. QUANTO DESTINARE ALLA PENSIONE INTEGRATIVA? In conclusione, non e? pensabile ritenere di aver risolto il problema della pensione integrativa destinando alla soluzione uno o due milioni l?anno per dieci anni. Non saranno infatti sufficienti alcune centinaia di migliaia di lire annue di rendita per garantirci un futuro sereno. D?altra parte, più? si aumenta il premio oltre i 2,5 milioni e più? diminuisce il vantaggio della minore Irpef pagata. Inoltre, finche? non sarà? approvata la legge sulla trasparenza assicurativa, fatta presentare in Parlamento, l?incognita dei caricamenti non dichiarati creerà? incertezze, diffidenze e soprattutto concenti delusioni finali. Per avere una pur vaga dimensione del fenomeno, possiamo affermare che, dal punto di vista finanziario: - dai 5 milioni e oltre di premio, per polizze con caricamenti oltre il 9 per centro, risulta senz?altro più? conveniente il "fai da te". - lo stesso giudizio vale se un premio di 2,5 milioni subisce un caricamento del 20 per cento. In entrambi i casi i vantaggi fiscali non compensano le decurtazioni del premio investito ed incamerate (per spese) dalle compagnie. Per i principali gruppi assicurativi operanti in Italia, riportiamo la percentuale relativa a "oneri di acquisizione, produzione e organizzazione" sul totale dei premi introitati per il ramo "vita". Attenzione: Queste percentuali non corrispondono ai "caricamenti". Siccome il ramo "vita" è attivo (i guadagni superano i costi), è da presupporre che i caricamenti, che comunque sono definiti in funzione della politica aziendale, siano in genere superiori a detti costi. Occorre sempre chiedere. RAMO ASSICURATIVO VITA (LAVORO DIRETTO ITALIA ED ESTERO) (Fonte IL MONDO n.42 del 25.10.1997) GRUPPO ONERI (% sui premi) GR. MEDIOANUM 15,6% GR. INA 13,5% GR. GENERALI 12,2% GR. FIDEURAM 11,4% GR. ALLIANZ RAS 10,9% GR. FONDIARIA 10,0% GR. ZURIGO 9,8% GR. REALE MUTUA 9,6% GR. SAI 9,5% GR. AXA-UAP 9,3% GR. FIAT TORO 8,6% GR. UNIPOL 8,1% GR. CATTOLICA 7,6% GR.WINTERTHUR 5,4% GR. MONTEPASCHI 3,4% MEDIA ITALIA 11,2%

02/01/1998

Documento n.3074

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