Ipotesi di interventi per rientro dei prezzi

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Ipotesi di interventi per rientro dei prezzi MERCATO REGOLATO – DEMOCRAZIA ECONOMICA CRITERIO DI INTERVENTO ECONOMICO -(Previsione di una articolazione della spesa pubblica finalizzata all’incentivazione della ripresa economica e dello sviluppo, non solo in termini di incentivi agli investimenti, rafforzando e qualificando l’offerta, con l’occhio solo al mercato internazionale, ma anche con agevolazione e falicitazioni alla ripresa della domanda interna attraverso la incentivazione ad una riduzione dei costi, anche tenendo d’occhio i consumi sociali primari ed i prodotti e servizi interni, con grande incidenza sulla qualità della vita delle fasce popolari) -(previsione di uno o più capitoli di spesa pubblica finalizzati agli incentivi alla riduzione dei prezzi come atto politico dell’Unione di restituzione del maltolto, per lo meno per quanto attiene alla parte direttamente pubblica e statale) ( lo Stato restituisce la sua parte di maltolto) (Stato non speculatore) CRITERI DI RIEQUILIBRIO SOCIALE -(previsione di provvedimenti tesi a realizzare spostamenti inversi di capacità economica, almeno parziali di quelli avvenuti con la grande corsa degli aumenti dei prezzi, per recuperare almeno una parte del vecchio potere di acquisto del reddito delle famiglie medie e meno abbienti, che puntino, più che su improbabili norme coercitive del mercato o su criteri di controllo poliziesco, piuttosto su incentivazioni pubbliche alla stessa distribuzione condizionate ad una sua razionalizzazione ed ad una reale diminuzione del suo costo complessivo e per unità di prodotto e principalmente sui consumi sociali, in una logica di equa selezione sociale, con le quali non si chiede ai commercianti di tornare a guadagnare meno ma, eliminati ovviamente i casi di scandalose speculazioni, di guadagnare ancora di più vendendo di più a prezzi più bassi e con oneri e costi più bassi, con minori rischi e maggiore stabilità aziendale.) (imprese commerciali redditizie in una distribuzione meno costosa ) (fornitura dei servizi trasparente ed equa) (servizi di prima necessità accessibili e non oggetto di ricatti sociali e spregiudicate speculazioni) NORME SPECIFICHE DI SETTORE TARIFFE PUBBLICHE Norme a regime finalizzate alla riduzione delle tariffe -rapporto costi-ricavi con graduazione sociale (ridefinizione delle tariffe pubbliche e delle accise secondo criteri di bisogni sociali e di effetti indotti sulla dinamica della determinazione dei costi delle produzioni e dei costi dei servizi di prima necessità) -controllo costi e tariffe (Ridefinizione dei criteri di determinazione dei costi, e piani di loro ottimizzazione con eliminazione delle diseconomie e degli sprechi gravanti su di essi) (Ridefinizione dei sistemi di imposizione fiscale delle tariffe in ragione della loro socialità) (Ridefinizione dei sistemi di aggiornamento ed adeguamento automatici in rapporto al variare delle materie prime, sia nei tempi di applicazione che nei parametri valutativi ed i loro effetti) -contrattazione sociale (istituzionalizzazione della consultazione e contrattazione sociale con le associazioni rappresentative degli interessi diffusi degli utenti e dei consumatori, riconosciuti come rappresentanti del soggetto sottoposto all’onere di finanziamento del servizio) -norme anti aumento artificioso dei costi (vanno definite in modo più stringente norme che definiscono l’aumento artificioso dei costi come reati addebitabili direttamente agli amministratori onde evitare la diffusa pratica degli appalti esterni come strumento di privatizzazione degli introiti da servizio pubblico) Norme di immediato rientro delle tariffe -Riduzione immediata delle tariffe (provvedimento normativo di riduzione delle tariffe di competenza pubblica e delle accise, quantomeno di quella parte corrispondente all’aumento dei relativi introiti fiscali, onde non far partecipare lo stato agli utili della speculazione sull’introduzione dell’euro); (blocco e moratoria di tutti i meccanismi automatici di rivalutazione delle tariffe derivanti da qualsiasi legge o convenzione, ivi comprese quelli collegati ad aumenti delle materie prime o del tasso inflativo, in attesa di una norma di ridefinizione degli automatismi e dei loro sistemi di approvazione) TARIFFE SERVIZI PUBBLICI (convenzioni e Concessioni ) Norme a regime finalizzate alla riduzione delle tariffe -contratti per adesione in regime di monopolio (istituzionalizzazione nelle convenzione e nelle concessioni o regolamentazione dei servizi della contrattazione sociale con le associazioni rappresentative degli interessi diffusi degli utenti e dei consumatori, riconosciuti come rappresentanti dell’altro soggetto contraente del mercato al fine di garantire una corretta dialettica economica fra soggetti paritari del mercato in un regime di democrazia economica) (recupero di una funzione di soggetto terzo e super-partes delle autorità nelle controversie fra i soggetti del mercato con funzioni sanzionatorie per le violazioni degli obblighi contrattuali) (Sviluppo delle funzioni conoscitive e di analisi dei settori da parte delle autorità connesse con la funzione del riscontro di veridicità delle analisi dei costi) (previsione di strumenti di partecipazione e di controllo diretto da parte degli utenti attraverso le loro associazioni e le autorità, degli standards di qualità del servizio stabilito nelle concessioni e rispetto al quale sono determinate le tariffe, in assenza dei quali non è legittimata la tariffa stessa e si ha il diritto al rimborso o all’indennizzo) -esclusione delle attività collaterali nella formazione dei costi (partendo dall’assunto del rapporto tra costi e ricavi per la fornitura dei servizi, prevedere il divieto di inserimento nei costi di riferimento di quelli derivanti da altre attività non direttamente riferibili al servizio) (elencazione delle spese inammissibili per le società di gestione in regime tariffario) -Utili non speculativi (Previsione di tetti massimi per gli utili delle società di erogazione dei pubblici servizi erogati in regime tariffario al di sopra dei quali si sostanzierebbero evidenti manipolazioni anche documentative di un corretto rapporto costi di gestione/tariffe) -verifica pubblica dei costi di base del calcolo delle tariffe (previsione di sistemi di verifica pubblica eseguiti dalle specifiche autorità, ove esistenti, ed in contraddittorio con le associazioni degli utenti e dei consumatori, come strumento di eliminazione di possibili gonfiamenti dei costi) -principio di responsabilità amministrativa anti spreco e anti disservizi (vanno previste norme tese ad una corretta amministrazione che responsabilizzano gli amministratori, oltre che sul piano politico delle loro nomine, per atti producenti sprechi e sovra-costi che producono ricadute negative su prezzi e tariffe o ricadute in termini di disservizi od interruzione del servizio comprese le controversie per la gestione del lavoro) -norme anti aumento artificioso dei costi Norme di immediato rientro delle tariffe -eliminazione delle doppie tassazioni (eliminazione dell’applicazione dell’IVA su quanto gia presente in bolletta come tasse erariali, ottenendo così una immediata riduzione di 3 o 4 punti percentuali ed il cui mancato introito fiscale è già stato fortemente compensato dall’aumento del gettito derivato dagli stessi aumenti avuti) -Defiscalizzazione delle voci accessorie e dei canoni (Provvedimento di defiscalizzazione dei canoni fissi e dei costi di gestione non direttamente connessi al consumo, nel quadro di una distinzione, per quanto attiene al valore aggiunto, tra servizio e fornitura) (blocco e moratoria di tutti i meccanismi automatici di rivalutazione delle tariffe derivanti da qualsiasi legge o convenzione, ivi comprese quelli collegati ad aumenti delle materie prime o del tasso inflativo, in attesa di una norma di ridefinizione degli automatismi e dei loro sistemi di approvazione) SERVIZI PUBBLICI LIBERALIZZATI (Banche-Assicurazioni-Telecomunicazioni) Norme a regime finalizzate alla riduzione dei prezzi -Definizione dei limiti tra libera concorrenza e diritto al servizio pubblico (previsione di norme tese a contemperare la libera concorrenza tra le offerte ed il diritto al servizio pubblico secondo criteri di rapporto costi/prezzi) (previsione di limiti antispeculazioni, in un quadro di democrazia economica, con la tutela dei soggetti più deboli e limiti ai soggetti forti del mercato, applicabili in termini percentuali al rapporto costi /prezzi dei servizi) (previsione nell’ambito dei servizi privati di un elenco di quelli a prevalente valore sociale o connessi ad obblighi di legge, per i quali deve essere prevista la separazione contabile e di fatturazione da altri servizi forniti in contemporanea, -concorrenza e norme anti cartelli (previsione di norme per una rigida definizione e dimostrazione dei costi come presupposto indispensabile per una concorrenza al ribasso con l’attivazione del circuito virtuoso ottimizzazione dei costi / riduzione del prezzo) (previsione della netta distinzione tra costi generali di gestione incidenti sul singolo servizio e suoi costi diretti, per poter avere una maggiore chiarezza nella valutazione di concorrenzialità) (previsione della non ammissibilità nella determinazione dei costi presi a base per la definizione dei prezzi dei servizi di tutte le perdite connesse alla cattiva ed incauta gestione della società di gestione in attività non di servizio) ( quali per es. i prestiti insoluti per le banche per i costi di gestione di un conto corrente) (valutazione pubblica di congruità ed ammissibilità dei costi dichiarati da parte di autorità preposte e con la partecipazione delle associazioni di rappresentanza dei consumatori e degli utenti) (contrattazione sociale dei criteri per la definizione di prezzi o tariffe di servizi derivanti da obblighi di legge anche se forniti da soggetti privati, con le autorità di riferimento in funzione di soggetto terzo e di garante di rispetto degli accordi) (identificazione come reato sanzionabile amministrativamente di ogni ostacolo posto al passaggio da un fornitore di servizio all’altro) -concorrenza e informazione (norme e criteri obbligati per la definizione delle carte qualità dei servizi , con la previsione di obblighi al mantenimento degli standards dichiarati e relative sanzioni onde poter effettivamente costruire condizioni di vera concorrenzialità tra i fornitori dei servizi nonché una reale capacità degli utenti di valutazione delle convenienze) -studi di settore e definizione spese ammissibili (modifica degli obblighi per la contabilizzazione e l’addebbito di un costo di un servizio anche se amministrativo) (Revisione del sistema sanzionatorio per la informazione commerciale e pubblicitaria ingannevole facendola divenire reato penale per il quale sia prevista anche una sanzione interdittiva dagli incarichi di gestione amministrativa dopo il primo giudizio delle eventuali autorità competenti) -eliminazione distorsione di mercato dell’assicurazione obbligatoria (previsione di norme per la eliminazione della distorsione di mercato tra un soggetto obbligato per legge ad una domanda ed un altro libero di fornire una offerta connessa con la obbligatorietà dell’assicurazione RCA, con la istituzione di forme di assicurazione RCA alternative pubbliche, come la partecipazione al fondo vittime della strada per i danni biologici e l’assunzione in proprio dei danni agli automezzi, per coloro che non riescono a stipulare un contratto assicurativo -principio di responsabilità amministrativa anti spreco e anti disservizi Norme di immediato rientro dei prezzi -divieto della possibilità di aumenti unilaterali (previsione del divieto di praticare aumenti dei prezzi dei servizi pubblici anche se in regime di fornitura privata, ivi compresi quelli soggetti a pubblicazioni sulle gazzette ufficiali quali quelli bancari) (predisposizione di un piano di rientro del sistema bancario italiano nell’ambito della media degli altri paesi europei attraverso la defiscalizzazione dei costi e dei servizi ed i mancati introiti possono essere compensati attraverso la previsione di un modesto aumento del carico fiscale degli oneri e costi bancari dei servizi borsistici e delle plusvalenze finanziarie) (eliminazione o riduzione delle commissioni di massimo scoperto fra i costi bancari) -riduzione premi assicurativi RCA per riduzione costi incidentalità e per indennizzo diretto (ricalcalo dei costi e della definizione di un indice medio statistico e un alea di congruità delle tariffe da parte dell’autorità di riferimento) AGROALIMENTARI FRESCHI Norme a regime finalizzate alla riduzione dei prezzi -doppio prezzo (previsione della esposizione del prezzo di acquisto e di vendita i tutti i passaggi come deterrente ad aumenti ingiustificati ed elemento conoscitivo necessario per una corretta concorrenza) -limite massimo ricarico (sulla base di specifici studi di settore, previsione di un limite massimo del ricarico rispetto al prezzo di acquisto per ciascun passaggio della filiera distributiva, determinato periodicamente dallo stesso andamento del mercato, sulla falsa riga della legge sull’usura, che sia il limite di distinguo tra una legittima transazione commerciale ed una illecita speculazione, se non addirittura aggiotaggio) -ruolo delle amministrazioni nella distribuzione (creazione di strutture pubbliche di servizio per la conservazione e preparazione commerciale del prodotto fresco, per trasformare la deperibilità da elemento di ricatto commerciale in servizio alla produzione e ristabilire una parità commerciale fra domanda ed offerta,eliminando quel punto di ricarico della filiera sostituendolo con una voce di costo aggiuntivo della produzione molto contenuta ed irrisoria se gestita in modo pubblico dagli enti locali in sostituzione di tanti incentivi- Che lasciano il tempo che trovano) -filiera corta (istituzione di un fondo per iniziative delle regioni e degli enti locali per la realizzazione di servizi alla commercializzazione accorpati ed orientati alla diminuzione dei passaggi commerciali ed alla diminuzione dei costi di distribuzione ) Norme di immediato rientro dei prezzi -fisco orientativo ed a scomputo (previsione di un regime fiscale agevolato o nelle tasse locali per le aziende di distribuzione che si impegnano al rispetto di norme anti-carovita la cui copertura del mancato introito stimabile sia procurata a riduzione dei maggiori introiti IVA provenienti dagli aumenti dei prezzi con un provvedimento definibile di restituzione di un drenaggio fiscale indotto improprio) -fondi funzione attiva regionale diminuzione prezzi GENERI ALIMENTARI CONSERVATI Norme a regime finalizzate alla riduzione dei prezzi -prezzo finale in confezione (secondo una corretta etica di mercato il prezzo nel caso dei generi di prima necessità specie se alimentari lo deve mettere chi confeziona e garantisce il prodotto , la sua qualità ed i tempi di consumo a ciò che la concorrenza commerciale si sviluppi nei termini di minore costo di produzione minore prezzo e non possa divenire pura speculazione della distribuzione per cui maggiore è il bisogno e la domanda e maggiore è il prezzo indipendentemente dal costo) ( come già praticato da alcuni produttori, previsione dell’obbligo di determinazione del prezzo al consumo da parte del produttore-confezionatore con esplicito riferimento alla quantità con già inseriti gli oneri della distribuzione oggetto di accordo tra i vari soggetti operatori) (previsione dell’obbligo di ritiro degli alimenti confezionati alla data della loro scadenza onde evitare fenomeni di vendita di alimenti non più mangiabili ed il cui valore commerciale non ha più alcuna corrispondenza con il prezzo. Il rapporto qualità prezzo non è prerogativa del distributore ma del produttore) -etichettatura chiara e confrontabile per concorrenza qualità -quantità -prezzo (previsione di obblighi di indicazioni nelle confezioni o etichette tali da poter garantire una effettiva confrontabilità e concorrenzialità nella indicazione della qualità nella quantità e nel prezzo) -approvazione per oggettivazione pubblicità (obbligo di registrazione ed autorizzazione della immissione sul mercato, con indicazione,oltre il contenuto in termini di qualità, quantità e di ammissibilità del prezzo che non ecceda un limite di ricarico speculativo nel rapporto costi/prezzi) (realizzazione di studi di settore con pubblicazione di bollettini dei prezzi medi, come informativa pubblica ai consumatori, in quanto non tutti sono in grado di valutare correttamente un rapporto qualità prezzo e non per questo essere turlupinati in special modo quando trattasi di generi alimentari e di prima necessità) Norme di immediato rientro delle tariffe -sconti (poiché in prossimità della scadenza un prodotto conservato vale oggettivamente meno in quanto ne è diminuita la disponibilità per il consumatore sono da prevedere sistemi di sconto e di riduzione dei prezzi oppure campagne di consumo veloce) (previsione di campagne di scorta stagionali connesse con i tempi di consumazione del prodotto) -fisco orientativo ed a scomputo (agevolazioni fiscali o tariffarie per campagne di sconti secondo criteri di contro-valore tra riduzione del prezzo e le agevolazioni) (diminuzione tariffe ai produttori e/o agli esercenti in rapporto ad accordi articolati regionalmente per la riduzione programmata su determinati stoccaggi di prodotti) GENERI DI 1° NECESSITA’ Norme a regime finalizzate alla riduzione dei prezzi -più sistemi distributivi (previsione di un sistema di distribuzione basato sulla definizione del prezzo alla produzione comprensivo dei costi di distribuzione secondo accordi tra produzione e distribuzione, con indicazione di un solo prezzo, e previsione di un sistema di acquisto e rivendita, a stoccaggio, con indicazione del doppio prezzo e una norma automatica di limitazione del ricarico, calcolata secondo parametri percentuali discendenti dall’andamento del mercato stesso) (realizzazione di studi di settore con pubblicazione di bollettini dei prezzi medi, come informativa pubblica ai consumatori, in quanto non tutti sono in grado di valutare correttamente un rapporto qualità prezzo e non per questo essere turlupinati in special modo quando trattasi di generi alimentari e di prima necessità) Norme di immediato rientro dei prezzi -fisco orientativo ed a scomputo (agevolazioni fiscali o tariffarie per campagne di sconti secondo criteri di contro-valore tra riduzione del prezzo e le agevolazioni) (diminuzione tariffe ai produttori e/o agli esercenti in rapporto ad accordi articolati regionalmente per la riduzione programmata su determinati stoccaggi di prodotti) - liberalizzazione dei saldi; CONTRIBUTO DEI CONSUMATORI,AL PROGRAMMA UNIONE, NEI PRIMI 100 GIORNI. NORME PER LA RIDUZIONE DI PREZZI E TARIFFE E PER L’ATTIVAZIONE DI NORME DI CONCORRENZA E LIBERO MERCATO NEI SETTORI FINORA ASSENTI O LATENTI. SERVIZI ASSICURATIVI (3 MLD EURO)- Come ha dimostrato l’Antitrust nella sanzione da 700 miliardi di vecchie lire (danni inferti per la politica di cartello nel settore della RC Auto,pari a 3,6 miliardi di euro), le compagnie hanno sempre fatto cartello ed alla liberalizzazione tariffaria avvenuta nel 1994, non ha corrisposto una competizione tra le imprese producendo tariffe tra le più alte d’Europa ed una qualità dei servizi che lascia a desiderare. Come è stato dimostrato dall’indagine Antitrust, mentre negli altri Paesi sottoposti a liberalizzazione,le tariffe RC Auto sono cresciute di poco,se non addirittura diminuite,in Italia nel decennio 1994-2004,la liberalizzazione è fallita visti i rincari delle polizze pari al nel decennio al 127 per cento. Il Governo Berlusconi sedicente liberista,a fronte della sanzione Antitrust al cartello assicurativo,per impedire l’equo risarcimento dei danni,ha approvato la legge 8-2-2003 n.18,ribattezzata “salvacompagnie”, eliminando perfino quei giudizi di equità dai contratti di massa,negando ai cittadini l’accesso alla giustizia,o rendendola più onerosa ed antieconomica per danni di lieve entità. Per sopperire a questi guasti,l’ex ministro Marzano aveva garantito l’approvazione di una legge sulla class action, approvata in prima battuta alla Camera dei Deputati,ma bloccata al Senato proprio dai veti di assicurazioni e banche. L’introduzione della patente a punti e l’indennizzo diretto nei risarcimenti, proposte del precedente Governo dell’Ulivo, che hanno trovato approvazione nella legislatura, hanno ridotto la sinistrosità del 15 per cento in media,generando una diminuzione pari a 70 euro in media a polizza,per un ammontare complessivo di 2,1 miliardi di euro. L’indennizzo diretto, produrrà invece a regime un risparmio sul monte assicurazioni,stimato dalle stesse imprese in una forbice tra l’1,3 ed 1,7 miliardi di euro l’anno. SERVIZI BANCARI (2 MLD DI EURO) - Il rag. Fiorani,ex a.d. della ex Banca Popolare di Lodi,proprio 1 anno fa, addebitò circa 100 euro ad ogni correntista,sia per ripianare i disastrati bilanci che per effettuare provvista monetaria nella scalata (fallita per diretto intervento della magistratura) ad Antonveneta, forse anche per corrompere i politici che ne assecondavano i disegni criminosi. L’art.118 del Testo Unico Bancario,offre la licenza ai banchieri,di apportare modifiche unilaterali ai contratti di conto corrente,purché tali modifiche generalizzate- sempre sfavorevoli ai clienti- vengano pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Non esiste nessuna altra impresa operante in Italia, che gode di tali assurdi privilegi che penalizzano i consumatori e gli utenti dei servizi bancari,i quali non possono neppure cambiare banca, per l’esistenza di accordi di cartello favoriti dall’Abi,che impongono costi di perfino per chiudere il conto corrente pari a circa 100 euro in media,ma qualora al conto è affiancata una custodia titoli,occorre pagare un balzello compreso tra i 30 ed i 70 euro per ogni titolo “dematerializzato” trasferito nella gestione accentrata presso Montetitoli,dove aderisce quasi la totalità delle banche. Ciò significa,che per trasferire, mediante semplici e-mail,un castelletto di 15-20 titoli da una custodia all’altra nel sistema Montetitoli,si rischia di spendere anche somme superiori a 1.000 euro. L’obbrobrio (come è stato giustamente definito dal prof. Guido Rossi) della legge di riforma del risparmio,che non tutela né il passato né il futuro dei risparmiatori traditi,con la previsione della modica quantità del falso in bilancio già depenalizzato,che prevede al massimo 6 anni di reclusione,a differenza degli USA che ne prevede da un minimo di 12 fino a 22 anni di galera, attribuisce (seppur in condominio con Bankitalia) all’Antitrust le competenze sulla concorrenza bancaria. Il presidente Catricalà ha già annunciato un’indagine conoscitiva sui costi dei conti correnti,che in base all’ultimo rapporti di Cap Gemini, sono pari a 252 euro l’anno,contro una media mondiale di 108 euro l’anno. Tale media tiene conto di 3 tipologie di conti correnti offerti dalle banche: i conti “convenzionati” (quelli che prevedono determinati sconti e convenzioni con le aziende,facendo affidamento su grandi numeri); i conti a “pacchetto” (offerti ultimamente da alcune grandi banche come Unicredit, Bancaintesa, Capitalia, ecc.,che si impegnano ad applicare determinate tariffe,ad es. 150 euro l’anno indipendentemente dal numero di operazioni a prezzi bloccati per un determinato numero di anni); i conti a “listino”,applicati dalle banche ed affissi nelle agenzie o negli altri locali aperti al pubblico in base alla legge sulla trasparenza bancaria,che con 11 operazioni mensili,secondo l’Osservatorio Adusbef,costano 600 euro l’anno. L’abrogazione dell’art. 118 del Testo Unico Bancario, che offre ai banchieri la licenza di scippare i correntisti,comporterà l’eliminazione delle spese di chiusura dei conti correnti e trasferimenti titoli,con un risparmio stimato in circa 2 miliardi di euro. Tali risparmi possono essere impiegati per abolire,nel biennio 206-2007,il bollo sui conti correnti e sulla custodia titoli, pari a 34,20 euro l’anno per le famiglie (73,80 euro per le imprese),che danno un gettito pari a circa 1,1 miliardi di euro annui. DIRITTO DI SIGNORAGGIO (5 MLD DI EURO) – Una recente sentenza,suffragata da una ponderosa perizia tecnica, ha condannato la Banca d’Italia a restituire 87 euro ad un cittadino,associato Adusbef,per aver incamerato un illecito diritto di signoraggio dal 1996 al 2003, quantificando in 5 miliardi di euro l’indebito lucro complessivo. Il diritto di signoraggio, spiega il Giudice di Pace di Lecce Cosimo Rochira nella sentenza emessa il 26 settembre 2005, nasce in passato, "quando la circolazione era costituita soprattuto da monete in metalli preziosi (oro e argento)" e "ogni cittadino poteva chiedere al suo sovrano di coniargli monete con i lingotti d’oro e d’argento che egli portava alla zecca". "Il sovrano - continua la sentenza - ponendo la sua effigie sulla moneta, ne garantiva il valore. In cambio di questa garanzia, tuttavia, tratteneva per sè una certa quantità di metallo: l’esercizio di questo potere sovrano veniva chiamato “signoreggio”. In definitiva, si tratta di una sorta di "reddito monetario" che la Banca d’Italia ha incassato regolarmente e, a giudizio dell’avvocato Rochira, illegittimamente. "Il C.T.U. (n.d.r. consulente tecnico d’ufficio) nella sua relazione - scrive infatti il giudice di pace nella sentenza - ha chiarito che il reddito dell’istituto, causato dall’attività e dalla circolazione di moneta posta in essere dalla collettività nazionale, dovrebbe vedere lo Stato quale principale beneficiario e non gruppi di privati". Cioè le banche che di fatto sono proprietarie della Banca d’Italia. In definitiva, alla figura storica del sovrano si sostituisce lo Stato nella persona dei suoi cittadini come beneficiario del diritto, ragiona Rochira, e non la Banca d’Italia, con i suoi ’azionisti’, e cioè le varie banche, citate dalla stessa sentenza. Conclusione: la Banca d’Italia è stata condannata a restituire al cittadino che ricorreva in giudizio la sua ’quota’, e cioè 87 euro. Con un progetto di legge,si può costringere la Banca d’Italia a restituire allo Stato italiano quanto incassato a titolo di ”diritto di signoraggio”, cioè la differenza tra i costi di produzione della carta moneta e il suo valore nominale. E quindi, in base a quanto stabilito dal pace di Lecce Cosimo Rochira, cinque miliardi di euro per il periodo compreso tra il 1996 e il 2003. Con una semplice proposta di legge,si può quindi imporre che la Banca d’Italia restituisca allo Stato,quindi alla collettività, 5 miliardi di euro,incassati illegittimamente,che possono essere destinati o alla riduzione del debito pubblico,oppure a sgravi fiscali a favore delle famiglie con redditi inferiori a 16.000 euro l’anno. FONDI DORMIENTI (14 MLD DI EURO) I cosiddetti “conti dormienti” o “silenti” sono depositi di denaro, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, assegni circolari mai rimborsati, titoli azionari o obbligazionari,cauzioni a qualsiasi titolo, appartenenti a persone decedute o scomparse che non risultano più movimentati né reclamati dai legittimi eredi,né in banca,né alla posta. L’utilizzo di tali conti dormienti giacenti ed iscritti nei bilanci delle banche, delle poste o delle finanziarie -sollevato per la prima volta 5 anni fa da Adusbef- stimati tra 14 ed 15 miliardi di euro, dovevano essere destinati, in un emendamento presentato dall’on. Giorgio Benvenuto al d.d.l. risparmio,precisamente all’art.13 (che fissava una serie di misure destinate alla ricerca dei titolari o degli eredi dei titolari di conti correnti che non siano stati movimentati per cinque anni consecutivi,bocciato dalla maggioranza del Governo Berlusconi) a risarcire le vittime dei crack finanziari,bancari,industriali e del “risparmio tradito”. Precisamente il 3 marzo 2005,la maggioranza di Governo,con il voto determinante della Lega Nord,che aveva fatto la capriola per assecondare i disegni dell’accoppiata Fazio-Fiorani e portare a casa il salvataggio della Credieuronord e dell’oligarchia finanziaria che non risponde mai ad alcuno del suo operato,bocciò in aula alla Camera l’emendamento (primo firmatario l’on.Giorgio Benvenuto),che prevedeva di utilizzare i “fondi dormienti” delle banche,ossia quei soldi depositati ma non reclamati dagli eredi ed aventi diritto, spesso incamerati dagli istituti di credito,stimati in 14 miliardi di euro,per risarcire i risparmiatori dei bond argentini incappati nei cattivi consigli delle banche. La finanziaria 2006 ha poi istituito un apposito fondo,presso ministero dell’Economia e delle Finanze,alimentato con valori, denaro e beni mobili depositati e giacenti da 10 anni presso banche e finanziarie,ossia tutto ciò che è rimasto fermo su conti correnti, depositi a risparmio nominativi e al portatore, depositi titoli e cassette di sicurezza, e su qualsiasi giacenza sui quali non sia stata compiuta alcuna operazione a iniziativa del titolare o di terzi delegati. L’utilizzo di tali fondi silenti giacenti ed iscritti nei bilanci delle banche (utilizzati da Fiorani per operazione di corruzione o assimilate),possono finanziare fino al 50 per cento,le vittime dei crack finanziari ed industriali,per il restante 50 per cento,la riduzione Irpef per l’anno 2006,su tutti i redditi da lavoro netti, inferiori al tetto dei 16.000 euro annui. Per i conti dormienti fermi da più di 5 anni,la Banca d’Italia ha il dovere di accentrare,in una apposita banca dati,i riferimenti anagrafici consultabili dagli aventi diritto. ACCISE SUI CARBURANTI: 4 MILIARDI DI EURO. Gli aumenti dei prezzi del petrolio, determinati anche dalle tensioni nell’area calda del medioriente e dal maggior fabbisogno dei paesi del sud est-asiatico e della Cina,hanno gonfiato i prezzi alla pompa di benzina e gasolio,ma anche di elettricità e gas,con ricadute negative sulle bollette delle famiglie. E’ stato calcolato che lo Stato italiano, vera e propria “ottava sorella”,per effetto del meccanismo delle accise e dell’Iva,che incrementa le entrate fiscali in maniera direttamente proporzionale agli aumenti dei prezzi alla pompa, ha incassato – solo nell’ultimo biennio- ben 4 miliardi di euro di maggior gettito fiscale. Un meccanismo calmieratore dei prezzi dei carburanti,per sterilizzare i maggiori introiti fiscali,era stato introdotto dal precedente Governo dell’Ulivo,mediante un bonus di 50 lire su ogni litro di benzina (verde e gasolio) erogato. Il Governo Berlusconi,si è sempre trincerato dietro apparenti divieti comunitari, per non far mancare tali somme consistenti al bilancio dello Stato,penalizzando in tal modo i consumatori, il tessuto economico,la competitività stessa delle imprese,costrette a pagare un surplus maggiore rispetto alle altre imprese europee con evidenti ricadute sui prodotti di largo consumo. Nei primi 100 giorni,il Governo dell’Unione si impegna a sterilizzare gli aumenti dei carburanti con meccanismi anche compensativi,restituendo ai consumatori somme incamerate tramite una fiscalità speculativa,approvando un provvedimento calmieratore, compensativo ed equilibratore dei prezzi dei carburanti. LIBERALIZZAZIONE BENZINE E FARMACI DA BANCO: 1 MILIARDO DI EURO. Mentre in tantissimi paesi europei è possibile acquistare la benzina nei grandi supermercati (in Francia quasi il 70 per cento dell’erogato) e dei farmaci da banco,a prezzi calmierati e più competitivi, in Italia resistenze palesi ed occulte,burocrazie regionali e locali, impediscono che la cosiddetta legge Bersani,possa dispiegare tali effetti benefici sul mercato e nelle tasche dei consumatori. Un abbassamento di 5 centesimi di euro (come è stato calcolato dalle Coop e dalle altre grandi catene della distribuzione) per ogni litro,sul 20 per cento del carburante erogato, comporterà,per i consumatori, un risparmio complessivo di 650 milioni di euro; mentre l’abbattimento dei prezzi pari al 30 per cento dei farmaci da banco, porterà ad un risparmio stimato in 350 milioni di euro l’anno. TARIFFE AUTOSTRADALI: 0,500 MILIARDI DI EURO. Tra Natale e Capodanno,i cittadini – oltre a subire danni rilevanti e restare intrappolati spesso, all’interno della rete autostradale per effetto di qualche prevedibile nevicata- sono costretti anche a subire la beffa consueta raffica di aumenti,senza alcun preavviso,determinati anche dalle concessionarie di pubblici servizi come le società che hanno in concessione le autostrade. A prescindere quindi dall’erogazione del servizio,le società concessionarie di veri e propri monopoli naturali privati,possono contare su aumenti spesso superiori all’inflazione, inducendo in questo modo capitani di industria ad investire nel “capitalismo dei pedaggi”. ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI,hanno promosso una proposta di legge, recepita e presentata dai DS alla Camera dei Deputati,che introduce dei meccanismi innovativi nei servizi erogati- quali i tempi di percorrenza- e nel caso in cui non vengano erogati secondo standards determinati,scattano penalità come la mancata corresponsione del pedaggio e perfino rimborsi,sottoforma di bonus nei casi in cui non sono garantiti servizi minimi. L’approvazione di tale normativa,può migliorare notevolmente la qualità dei servizi e consentire un risparmio pari a 500 milioni di euro. TARIFFE ELETTRICHE E DEL GAS: 1 MILIARDO DI EURO. Le tariffe elettriche e del gas offerte ai consumatori italiani, sia per le famiglie che per le imprese,sono tra le più alte dei paesi europei,con un differenziale- come ha stabilito la comparazione dell’Autorità per il gas e l’Energia- dal 27 al 36 per cento,a seconda della potenza impegnata e dei consumi. Esiste poi il fenomeno,solo italiano,del doppio regime dell’IVA sul gas,al 10 per cento,su quello destinato alla cottura,al 20 per cento sul gas da riscaldamento (oggetto di un contenzioso giudiziario davanti ai Giudici di Pace,da parte di migliaia di consumatori e di una contestazione di milioni di utenti),assieme ad una vera e propria tassa sulla tassa-su alcune voci della bolletta- doppiamente tassate e stimate, in circa 2,5 miliardi di euro l’anno. Solo dal riordino di questo regime di tassazione, si può recuperare almeno 1 miliardo di euro,destinato alla riduzione delle bollette elettriche e del gas. LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI. La liberalizzazione degli ordini professionali (notai,avvocati,architetti,ingegneri,ecc.), con l’abolizione delle tariffe minime,può produrre l’apertura del mercato comportando risparmi consistenti,ancora da quantificare. QUADRO COMPARATIVO degli ONERI agevolazioni riduzioni fondi fiscali di mercato di copertura TARIFFE pub. 4,0 mld Tariffe pubbliche e Accise sui carburanti TARIFFE servizi pubblici 1,0 mld 1,5 mld Tariffe autostradali 0,5 mld Tariffe elettriche e gas 1,0 mld SERVIZI pubblici liberaliz. 0,5 mld 6,0 mld Liberaliz benzine e Farmaci banc 1,0 mld Servizi Assicurativi 3,0 mld Servizi Bancari 2,0 mld AGROALIM. Freschi 1,0 mld d-0,3 mld i-2,0 mld ALIMENTARI conser. 1,0 mld d-0,5 mld i-2,2 mld GENERI 1a necessità 1,0 mld d-0,7 mld i-3,0 mld COPERTURE 19,5 mld Diritto di Signoreggio 5,0 mld Fondi dormienti 14,0 mld Fisco plusvalenze 0,5 mld DIFFERENZIALI Trasferimento consumatori 8,5 mld 16,2 mld 24,7 mld Bilancio Stato Attivo 19,5 mld 11,0 mld Passivo 8,5 mld TOTALI 8,5 mld 16,2 mld 19,5 mld 35,7 mld TOTALE manovra 8,5 mld 16,2 mld 19,5 mld 44,2 mld **** va valutato come definire l’eventuale attivo o ridurre i prelievi ****** Elio Lannutti – Bruno De Vita (Adusbef-Consumatoriuniti) Roma,16.1.2006

16/02/2006

Documento n.5707

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