INCIDENTI LAVORO:THYSSEN; MORTA LA SETTIMA TORCIA UMANA.1.000 MORTI SUL LAVORO L'ANNO E' UNA STRAGE,LA PENA DI MORTE PER I LAVORATORI.

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2007-12-30 19:43 INCIDENTI LAVORO:THYSSEN; MORTA LA SETTIMA TORCIA UMANA/ANSA 24 GIORNI DI AGONIA PER GIUSEPPE DEMASI, MEDICI, ABBIAMO SPERATO TORINO di Claudio D'Amico. (ANSA) - TORINO, 30 DIC - Ventiquattro giorni di agonia, ventiquattro giorni di speranza: le possibilità che Giuseppe Demasi, 26 anni, una delle torce umane della tragedia della ThyssenKrupp riuscisse a salvarsi erano pochissime ma c'erano. "Abbiamo davvero sperato di salvarlo" hanno detto oggi i medici del Cto dove il giovane operaio è morto intorno alle 13.40, diventando così la settima e ultima vittima del maledetto rogo dello scorso 6 dicembre alla linea 5. Lo speravano anche i genitori, Calogero e Santina (é infermiera in un altro ospedale torinese), e la sorella, Laura, che lo hanno assistito con grande amore e compostezza fin dal primo momento. Lo speravano i familiari delle altre sei vittime (Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo e Rosario Rodinò). "Demasi si deve salvare per raccontarci quello che è successo, facciamo il tifo per lui", aveva urlato l'altro ieri sotto il Cto Antonio Santino, padre di Bruno, al termine della fiaccolata organizzata dai compagni di lavoro di Demasi in sostegno alla famiglia. Ad aprire la fiaccolata c'era lo striscione con la scritta "Gli amici, non mollare Mase" (il soprannome di Giuseppe Demasi, ndr). Demasi, che in questa lunga agonia non ha mai sofferto e non ha mai ripreso conoscenza perché è sempre stato opportunamente sedato, aveva riportato ustioni su oltre il 90% del corpo. Da tre settimane era ricoverato al centro grandi ustionati del Cto di Torino, dove era stato trasferito dopo qualche giorno di permanenza al dipartimento di emergenza dell'ospedale Maria Vittoria. Il giovane era già stato sottoposto a quattro interventi chirurgici (uno di tracheostomia e tre di rimozione di cute ustionata e impianto di pelle da donatore) e le sue condizioni erano stabili. Venerdì hanno avuto un improvviso peggioramento per problemi respiratori: la scorsa notte la situazione è precipitata e oggi è sopraggiunta la morte. Per il 3 o il 4 gennaio era previsto un primo innesto di cute realizzata in laboratorio. "Con l'ospedale Niguarda di Milano ci saremmo sentiti domani per definirne il trasporto", ha spiegato Stella. Al centro meneghino, infatti, erano stati inviati lembi di pelle sana dell'operaio da coltivare e reinnestare nello stesso paziente. E' stato il medico di turno, Luciano Arturi, a comunicare alla famiglia il decesso. "Una famiglia eccezionale - ha detto Stella - che ha sempre sperato con noi in una ripresa del ragazzo e che con il suo coraggio ci ha aiutato molto. Sapevano che viaggiavamo su una lama di coltello, ma ci hanno infuso una grande voglia di farcela". "Esprimiamo il nostro più sincero cordoglio alla famiglia e non mancheremo di stare vicini a loro assicurando tutto il supporto umano e finanziario necessario" ha sottolineato oggi in una nota la ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni commentando il decesso del settimo operaio. Ma l'azienda, secondo la Procura di Torino che ha indagato tre suoi dirigenti (per ora il fascicolo é aperto per disastro, omicidio e lesioni colpose all'ad, Harald Espenham, e ai consiglieri delegati Gerald Priegnitz e Marco Pucci), ha responsabilità nella morte di Giuseppe Demasi e degli altri sei operai. Anche oggi il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che domani affiderà l'autopsia su Demasi, ha lavorato in Procura insieme ai suoi più stretti collaboratori per stringere i tempi e perfezionare entro la prossima settimana la consulenza su quanto è accaduto e le misure di sicurezza presenti nello stabilimento. Gli inquirenti pensano che alla Thyssenkrupp abbiano trascurato la situazione presente nell'impianto di Torino, che era in via di dismissione. A dimostrarlo ci sono l'esame delle e-mail tra i vertici aziendali e le iniziative della compagnia assicuratrice Axa, che dopo un incendio in uno stabilimento tedesco nel 2006, aumentò la franchigia anche in relazione alle carenze esistenti nell' impianto torinese, fra cui la linea 5 teatro della tragedia. L'azienda deve inoltre risolvere il caso delle 116 prescrizioni impartite dall'Asl per le violazioni alle norme in materia di sicurezza trovate nell'intero stabilimento: le carenze riguardano il sistema antincendio, gli apparati meccanici e anche il fronte dell'inquinamento, a causa dell'olio industriale o per il mancato abbattimento delle emissioni. Nel frattempo a Roma si giocherà a gennaio, attraverso le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali, la partita sul futuro dei circa 150 operai ancora presenti a Torino. (ANSA)

30/12/2007

Documento n.7042

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