Il Sole 24 Ore Scandalo delle banche irlandesi: famiglie italiane beffate due volte di Morya Longo

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Scandalo delle banche irlandesi: famiglie italiane beffate due volte di Morya Longo Sono coinvolti piccoli risparmiatori. Persone con poche migliaia di euro di risparmi. Ma anche facoltose famiglie. E addirittura parenti di amministratori delegati e noti banchieri, che si erano affidati a gestori di patrimoni. La ristrutturazione capestro delle obbligazioni subordinate di Bank of Ireland, rimborsate con un misero centesimo di euro per ogni mille euro di investimento, ha mietuto vittime illustri in Italia. Anche perché la stessa legge del 'taglione' non è stata applicata solo dalla Bank of Ireland, ma da altri istituti: per esempio la Allied Irish Bank. Anche questa banca ha ristrutturato le sue obbligazioni subordinate riservando, a chi non aderiva all'offerta, lo stesso trattamento: il rimborso immediato di un centesimo per ogni mille euro investiti. «Il Sole 24 Ore» ieri ha denunciato il caso. Oggi vi racconta come e perché sia potuto accadere: come sia possibile che obbligazioni emesse per investitori istituzionali siano finite in mano ai risparmiatori. Come sia possibile che le famiglie italiane siano state beffate due volte: la prima quando hanno comprato titoli che non erano destinati loro, poi quando non sono state informate della ristrutturazione proprio perché in teoria quei bond titoli non avrebbero dovuto essere nei loro portafogli. articoli correlati Si allarga lo scandalo delle obbligazioni irlandesi Il retail compra, ma non può Tra le 18 obbligazioni subordinate emesse dalla Bank of Ireland, una è arrivata più di tutte nel 'salvadanaio' degli italiani: quella con scadenza nel 2019 emessa nel 2004. Nel 'prospetto' inglese del bond c'è chiaramente scritto che il titolo non era destinato ai risparmiatori. «L'offerta di questi titoli non è stata sottoposta al vaglio Consob», si legge. Dunque ‐ continua il prospetto ‐ i bond non possono essere collocati in Italia «se non agli operatori qualificati». I risparmiatori erano dunque tagliati fuori dall'offerta, a meno che non fossero loro stessi a recarsi in banca e chiedere di acquistare quei precisi titoli. Con la più recente normativa, questo può avvenire solo 18 mesi dopo l'emissione. Sta di fatto che questo titolo ha attratto molti risparmiatori: le associazioni dei consumatori ne hanno contati almeno 200. Probabilmente perché era quotato sul listino Tlx. Un risparmiatore riferisce al «Sole 24 Ore» che la banca glieli ha «suggeriti». Un investitore privato riferisce invece che - nel suo caso - il bond era stato inserito nella gestione patrimoniale della stessa banca che aveva curato l'emissione del titolo per contro di Bank of Ireland. Insomma: tra potenziali conflitti d'interesse e «suggerimenti» sbagliati, i bond delle banche irlandesi sono arrivati in Italia. La legge del «taglione» I problemi sono arrivati la scorsa estate. Sia Bank of Ireland, sia Allied Irish Bank ristrutturano più volte i loro titoli subordinati. L'ultima ristrutturazione prevede una clausola mai vista in passato: chi accetta l'offerta ottiene nuovi titoli, azioni o cash, mentre chi non accetta incassa un misero centesimo per ogni mille euro investiti. I risparmiatori italiani, tranne poche eccezioni, non hanno aderito: così hanno tutti perso la quasi totalità del denaro investito. Non perché siano tutti pazzi, ma per un motivo più desolante: nessuno ha detto loro che era in corso un'offerta sui bond e nessuno li ha informati del fatto che, non accettando, avrebbero perso tutto. Per capire come sia possibile, bisogna tornare al prospetto dei bond: questi titoli non erano destinati ai risparmiatori, dunque non lo era neppure l'offerta di scambio. I documenti (inglesi) della ristrutturazione lo dicono ben chiaro: l'operazione non è dedicata ai retail, tanto che per aderire bisogna avere investito almeno 50mila euro. Le banche italiane l'informazione sulla ristrutturazione l'hanno avuta, attraverso Clearstream o Euroclear, ma nella maggir parte dei casi non hanno avvertito i clienti. Alcuni istituti l'hanno fatto in ritardo, perché l'informazione è arrivata loro quando ormai l'offerta di scambio stava per scadere. Altri non l'hanno fatto per niente. Così i risparmiatori non ne sapevano nulla: persino un noto banchiere, che conosce bene il mondo obbligazionario, è cascato nel tranello irlandese. Ora non restano che le associazioni dei consumatori e un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Elio Lannutti (ancora senza risposta). [email protected]

15/10/2011

Documento n.9059

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