FURBETTI ALLA SBARRA .QUANTO SAPEVA FAZIO DEI PROGETTI DI FIORANI ? GERONZI: TUTTI SAPEVANO TUTTO DI TUTTI ! ANTONVENETA FACEVA GOLA A TANTI

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FURBETTI ALLA SBARRA - quanto sapeva Fazio dei progetti di Fiorani? - GERONZI: "tutti sapevano tutto di tutti. l'Antonveneta faceva gola a tanti" - Geronzi, come Doris e Benetton, lascia un certo margine di ambiguità sul coinvolgimento di Fazio... Paolo Colonnello per "La Stampa" «Incontrai il governatore nell'autunno del 2004 per la questione Antonveneta e mi disse che c'era un'altra soluzione rispetto a Abn Amro». Al processo per la scalata occulta di Antonveneta dei «furbetti del quartierino», sfilano, come testimoni, i personaggi eccellenti della finanza: dal presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, a quello di Mediolanum, Ennio Doris, fino al re delle autostrade, Gilberto Benetton. Il punto, per il tribunale, è capire quanto Antonio Fazio, l'ex governatore di Bankitalia, fosse a conoscenza dei progetti di scalata occulta dell'ex enfant prodige della Popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani. Quel "Gianpy" tanto introdotto nella famiglia Fazio da essere omaggiato di una telefonata notturna, prima dell'apertura dei mercati, dallo stesso governatore che gli annunciava il via libera all'Opa su Antoneventa che lo avrebbe portato a trasformare la Popolare di Lodi nella più grande banca del Nord. «Tonino ti bacio in fronte», rispose Gianpy. E allora, quanto sapeva Fazio dei progetti di Fiorani? Tanto secondo l'accusa. Un po' meno, secondo gli uomini potenti «del sistema» sfilati ieri a palazzo di giustizia. O meglio: «tutti sapevano tutto di tutti», specifica Geronzi, perché la scalata di Antonveneta rappresentava «un oggetto del desiderio» che faceva gola a tanti. Ma il potentissimo Geronzi, così come Doris e Benetton, ieri hanno voluto lasciare un certo margine di ambiguità sul coinvolgimento di Fazio nei progetti occulti di Fiorani. Domanda il pm Gaetano Ruta: «Gli disse Fazio quale era la soluzione alternativa agli olandesi?». «Non disse altro», risponde Geronzi. Ricorda: «Era nota l'intenzione della Popolare di Lodi di fare un'operazione che permettesse d'insediarsi in un territorio ricco come quello del Nord-Est». Geronzi, che all'epoca era presidente di Capitalia, partecipata dagli olandesi di Abn Amro in corsa per Antonveneta, ha quindi revocato il suo atteggiamento: «Ho cercato di stare in disparte. Mai mi sarei permesso di dire al governatore di fare o non fare. In quel periodo storico si riteneva che dopo un grosso periodo di ristrutturazioni, dal 1993 in poi, Bankitalia immaginasse un periodo di riflessione». Il governatore appariva come una Sfinge: non parlava ma annuiva, non diceva ma faceva intendere. Almeno così lo ricorda Doris di Mediolanum che con l'inquilino di Palazzo Koch ebbe due incontri nel dicembre 2004: «Al secondo di questi incontri - rammenta - vidi il governatore e Frasca (capo degli ispettori, ndr) insieme a Benetton. Si arrivò a parlare di Antonveneta e io gli espressi la mia preferenza per la soluzione italiana. Fazio non prese posizione apertamente, ma annuiva a ciò che dicevo. Tanto che appena usciti, io e Benetton ebbimo l'impressione dai suoi atteggiamenti, sorrisi e gesti, che avesse un orientamento più favorevole all'italianità della banca». Conferma anche Benetton: «il messaggio del governatore era uno, quello dell'italianità. Ovvero che banca Antonveneta restasse italiana e rimanesse in una certa maniera».

09/07/2009

Documento n.8028

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