Finanza e Mercati. Granarolo boccia il piano in due fasi 23 aprile 2011

in Articoli e studi
Granarolo boccia il piano in due fasi 23 aprile 2011 O subito, o niente. Granarolo vuole entrare da subito nella cordata per Parmalat a cui lavorano la Cassa Depositi e Prestiti, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mediobanca e Bnl. E non in una fase successiva. In caso contrario, apprende l'Ansa da fonti finanziarie, è probabile che il gruppo controllato dalle cooperative si sfili dal progetto con cui le banche e la Cdp puntano a contendere il gruppo di Collecchio ai francesi di Lactalis. La doccia fredda arriva dopo una settimana di voci e contro-voci sul ruolo di Granarolo. L'indiscrezione secondo cui allo studio ci sia l'ipotesi di tenerla fuori dalla partita, almeno in un primo momento, è stata lanciata mercoledì dal Sole 24 Ore. L'idea è di salvare l'italianità della Parmalat con una cordata meramente finanziaria (formata dalle banche e dalla Cassa depositi e prestiti), per lasciare al nuovo management la facoltà di scegliere successivamente un partner industriale (che potrebbe essere Granarolo o qualcun altro). Insomma: l'ipotesi allo studio è di fare l'operazione senza Granarolo, lasciando ai futuri manager di Parmalat la scelta delle alleanze industriali. Questo darebbe a Parmalat il ruolo di gruppo aggregante.Ma Granarolo, stando alle indiscrezioni lanciate ieri dall'Ansa, non ci sta. Punta a un ruolo di pivot e a essere il perno industriale dell'operazione, mentre non è interessata a monetizzare i suoi asset, scendendo in campo solo in un secondo tempo e diventando di fatto una controllata di Parmalat. L'obiettivo di Granarolo è infatti quello di avere voce nella futura governance del gruppo e di garantire gli interessi degli oltre mille produttori di latte riuniti in Granlatte, la cooperativa che detiene l'80% del capitale del gruppo bolognese. Un obiettivo che non potrebbe essere garantito qualora a prendere il controllo di Parmalat fossero in prima battuta le banche e la Cdp. Ma nel caso in cui Granarolo si sfilasse dai giochi, per le banche si riproporrebbe il problema di assicurare alla cordata quella «sostanza industriale» invocata dal consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera. Intanto l'Adusbef minaccia azioni legali contro la Consob per omessa vigilanza a tutela dei risparmiatori per il crack della vecchia Parmalat. In una lettera inviata alla Commissione guidata da Giuseppe Vegas, l'associazione dei consumatori avverte che, in caso di mancati chiarimenti, agirà nelle opportune sedi giudiziarie per l'accertamento della responsabiltà contrattuale ed extracontrattuale derivante dal comportamento omissivo della Consob. L'Adusbef ritiene la Consob responsabile «per non aver esercitato un'adeguata attività di controllo sulla Parmalat (bilanci e revisori) e per non essere intervenuta, se non tardivamente». Questa omissione, scrive il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti, «ha determinato l'impossibilità per gli investitori di prendere tempestiva consapevolezza della reale situazione del Gruppo Parmalat». (R.Fi.)

27/04/2011

Documento n.8920

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