FASTWEB: UN FILO ROSSO LEGA E COLLEGA MOKBEL, IL PRINCIPE DEGLI HACKER GHIONI, LA SECURITY DI TAVAROLI E LA FINMECCANICA.ANDARE FINO IN FONDO

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PREMIATA DITTA SPIONI E GHIONI (TOCCATO IL FONDO, SCAVARE!) - C'è UN FILO ROSSO CHE LEGA E COLLEGA MOKBEL, IL PRINCIPE DEGLI HACKER GHIONI, LA SECURITY DI TAVAROLI E LA FINMECCANICA guidata da Guarguaglini - I dettagli dell’affare stanno tutti in un voluminoso documento di quasi 200 pagine....www.dagospia.it Vittorio Malagutti per "L'espresso" I dettagli dell'affare stanno tutti in un voluminoso documento di quasi 200 pagine. È un contratto di vendita, datato 15 giugno 2007, tra due società. Da una parte la Ikon di Garbagnate Milanese, a pochi chilometri dalla metropoli lombarda, dall'altra la Digint, nata solo un mese prima. Quest'ultima, secondo gli investigatori, sarebbe stata creata dalla banda capeggiata da Gennaro Mokbel, l'organizzatore della colossale frode fiscale in cui sono coinvolti Fastweb e Telecom Italia Sparkle. Il senatore Di Girolamo al centro con alcuni invitati alla festa elettorale dellaprile a sinistra con la giacca chiara Gennaro Mokbel LEspresso Il boss della Ndrangheta Franco Pugliese a sinistra insieme a Gennaro Mokbel LEspresso Ikon invece è una vecchia conoscenza per gli appassionati delle spy story nostrane. Già perché questa piccola azienda è salita agli onori delle cronache già tre anni fa, quando "L'espresso" se ne occupò nella sua inchiesta sullo scandalo della security Telecom guidata da Giuliano Tavaroli. Ikon altro non era che la creatura di Fabio Ghioni, il principe degli hacker, il gran capo del Tiger Team per anni al servizio di Tavaroli, che ha patteggiato una pena di tre anni e sei mesi dopo essere stato arrestato nel 2006 per una serie di incursioni informatiche, tra l'altro contro il giornalista Massimo Mucchetti del "Corriere della Sera". Che cosa racconta il voluminoso dossier contrattuale recuperato da "L'espresso"? Semplice: Ikon ha trasferito alla Digint di Mokbel e compagni tutte le sue tecnologie. Tra queste, per esempio, un software denominato "IK Spy", cioè una "microspia esclusivamente sviluppata per il mercato Polizia giudiziaria e militare e utilizzata per la lawful interception e l'intelligence interception". Ma poi c'è anche la "Ik web mail" per la "lettura nascosta di caselle di posta elettronica" senza lasciare traccia. Insomma un vero arsenale per operazioni di spionaggio elettronico. Va detto che Ghioni già nel 2002 aveva girato le sue quote di Ikon alla sua compagna Damiana Bernardo, che a sua volta nel 2005 si fa da parte a favore di tale Mario Micucci, un geometra già consigliere comunale negli anni Novanta a Garbagnate per il Pds. Sarà un caso, ma l'uscita di scena, almeno formale, di Ghioni e della sua compagna coincide con le prime rivelazioni de "L'espresso" sulle attività della security di Tavaroli. Micucci arriva così a possedere una partecipazione del 60 per cento. A chi fa capo invece Digint? Le carte ufficiali dicono che all'epoca dell'operazione con Ikon il capitale era controllato per intero dalla società lussemburghese Financial Lincoln. Secondo gli investigatori quest'ultima sarebbe riconducibile al gruppo di Mokbel. Il colpo di scena arriva nel 2008 quando i presunti truffatori trovano un socio di minoranza per l'azienda fondata da Ghioni. A comprare il 49 per cento di Digint arriva nientemeno che un gruppo di Stato: la Finmeccanica guidata da Pier Francesco Guarguaglini.

01/03/2010

Documento n.8507

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