ENERGIA E BLACKOUT. Centrali elettriche: l?affare.

in Articoli e studi

Blackout, inquinamento, centrali elettriche: l?affare. di Mauro Novelli (30.9.2003)

Dicono che: - se costruiamo nuove centrali termoelettriche, ci guadagnano i petrolieri e ci rimette l?ambiente. - se costruiamo inceneritori/generatori, ci rimette l?ecomafia e ci guadagna l?ambiente. - se costruiamo centrali nucleari, ci guadagna la lobby atomica, ci rimettono i petrolieri, ci rimette l?ambiente. - se puntiamo sulle energie rinnovabili (eolica, solare ecc.) ci rimettono i petrolieri, ci rimette la lobby atomica e torna a guadagnarci l?ambiente, ma non il paesaggio. - le fonti geotermiche e idroelettriche sono quasi completamente utilizzate. Nel dubbio, da lustri, nessuno governa il problema energetico del sesto/settimo paese del pianeta. Alcune osservazioni in libertà. Il referendum del 1987 (indetto ad un anno da Chernobyl) eliminò il nucleare. Le nostre centrali già operative furono chiuse. Quella di Montalto di Castro fu interrotta. I consumatori si accollarono (in bolletta) i costi fino ad allora sostenuti dall?Enel (sei mila miliardi di lire). Poi, però, scopriamo che la nostra penuria di energia è coperta massicciamente da importazioni dalla Francia, dove operano 58 centrali nucleari. Importiamo anche dalla Svizzera, la cui produzione è per circa il 39 per cento affidata alle centrali nucleari. Abbiamo tolto di mezzo le nostre fonti radiattive, ma se succede qualcosa oltre confine, tipo Chernobyl, non ci salveremo. Importiamo anche dalla Grecia, ma sembra che non sia stato impostato un terminale in grado di mettere in circolo l?energia comprata dai greci. Praticamente la perdiamo. Dieci anni fa esportavamo tecnologia per la produzione tramite energia eolica. Gli studi si sono interrotti: oggi importiamo tecnologia eolica dalla Danimarca. E, comunque, quei mulini a vento sono brutti e deturpano il panorama. Quando si dà notizia di accordi con la Germania per lo smaltimento della nettezza urbana di casa, molti pensano che i tedeschi interreranno in loro siti la nostra ?mondezza? trasportata con treni e treni. Errore. La utilizzeranno come combustibile negli inceneritori/generatori di energia elettrica. Pertanto, oltre a fornire loro la materia prima, li paghiamo anche profumatamente. Quanti ritengono che sostituire, nelle vetture, i motori a scoppio con motori elettrici risolverà il problema dell?inquinamento, non pensano che per alimentare 35 milioni di veicoli elettrici occorrerà costruire un buon numero di nuove centrali. Invece di avere un inquinamento diffuso, ne avremmo uno più concentrato. Visto che i problemi ambientali sono il piatto forte di molte pianificazioni interessate, non lamentiamoci poi se nessun comune d?Italia è disponibile ad accogliere nuovi insediamenti (tutti inquinanti) per produrre energia elettrica. Oggi abbiamo fretta: un blackout, provvidenziale nella scelta dei tempi, intervenuto per nostra fortuna nella notte tra sabato e domenica, ha reso edotti gli Italiani del problema energetico. Sotto la pressione della necessità e dell?urgenza, è necessario ricorrere a centrali termoelettriche, le uniche in grado di entrare in produzione in due o tre anni. Ci vuole pazienza, ma non dimentichiamo che la fretta toglie molte castagne dal fuoco. Il Paese del sole non è stato in grado di rendere convenienti le tegole al silicio, gli scambiatori di calore né di sfruttare l?energia solare in modo utile ed efficace. Ci vuole pazienza. In "argomenti correlati" segue una indagine quantitativa.

15/10/2003

Documento n.3449

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