ECONIMISTI: DOVREBBERO COSPARGERSI IL CAPO DI CENERE SULLA CRISI,INVEVE DI CONTINUARE A PONTIFICARE A GETTONE

in Articoli e studi
economisti TRAVOLTI DALLA "TREMONTANA" – presi dall’"ottimismo DEL MARKETING" non hanno previsto la crisi – I peggiori strafalcioni dei “maghi” nel libro “bluff” – GIAVAZZI su northern rock: “non si trasformerà in crisi finanziaria” – alesina: “non ci sarà nessuna crisi del ’29 come dice tremonti”… Attilio Barbieri per Libero Davvero strani questi economisti. Ora li troviamo imbufaliti a difendere la trincea della verità dal ministro Tremonti, mentre fino allo scorso anno, mentre la finanza mondiale precipitava nel burrone della crisi, erano in prima fila a cantarne "le magnifiche sorti e progressive". Distratti dall'impegno che li ha condotti a scrivere una lettera aperta pubblicata da Corriere e Repubblica si sono probabilmente dimenticati degli svarioni in cui sono incorsi negli ultimi tre anni. A ricostruirli è stato Marco Cobianchi giornalista di Panorama, autore del libro "Bluff". Il sottotitolo ne chiarisce i contenuti: "Perché gli economisti non hanno previsto la crisi e continuano e non capirci niente". Illuminante su quanto vedano lontano questi "signori dei fondamentali", un intervento di Alberto Alesina sul Sole 24 Ore (27/9/2007). «Non ci sarà nessuna crisi del 1929 come dice Tremonti ... Non vedo in arrivo lo scoppio di una bolla come quella della new economy». La bolla è scoppiata di lì a poco. Ed è costata, solo alle finanze pubbliche degli Usa 9mila miliardi di dollari. In soccorso alle teorie di Alesina è corsa Lucrezia Reichlin, una dei firmatari dell'appello anti-Tremonti: «Storicamente non tutti gli episodi di crisi bancaria a finanziaria si sono trasformati in recessione», scriveva nell'ottobre del 2008 sempre sul Sole. Aggiungendo: «Non c'è nulla di meccanico nella relazione tra ciclo finanziario e ciclo reale». Purtroppo c'è stato, eccome: i crac a catena sono cominciati nell'immobiliare per contagiare poi il settore industriale, la finanza e l'agricoltura. Sulla portata delle spinte recessive che stavano trascinando a fondo la macchina produttiva mondiale illuminante un parere di Tito Boeri e Luigi Guiso (altri firmatari dell'appello) su la Repubblica (22/08/2007). «L'economia mondiale continua a crescere a tassi molto sostenuti e le banche centrali hanno finora assolto al loro ruolo... Non gettiamo oggi, come tanto volte in passato, i semi della crisi futura con una reazione eccessiva alla crisi corrente». Sempre in quell'agosto rovente del 2007 un altro mostro sacro dell'economia, Francesco Giavazzi (pure lui ha firmato la lettera anti-Tremonti) gettava acqua sui timori provocati dal default di Nortern Rock, il colosso inglese che non riusciva più a garantire i depositi dei clienti. «La crisi del mercato ipotecario americano è grave», scriveva sicuro Giavazzi sul Corriere della Sera (4/8/2007), «ma difficilmente si trasformerà in una crisi finanziaria generalizzata. Nel mondo l'economia continua a crescere rapidamente. La crescita consente agli investitori di assorbire le perdite ed evita che il contagio si diffonda». Al contrario il virus dei mutui subprime scoppiato in Usa ha poi "infettato" tutto il mondo. Al club degli ottimisti a oltranza possiamo iscrivere pure Marco Onado. «L'attenzione delle autorità finanziarie... garantisce che ben difficilmente ci sarà una crisi sistemica» (Sole 24 Ore, 24/6/2007).

04/09/2009

Documento n.8149

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