Da Repubblica.it. Banca d’Italia nella bufera. Il caso al consiglio dei ministri

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A Palazzo Chigi vertice notturno di maggioranza Oggi relazione di Siniscalco sul governatore Banca d’Italia nella bufera. Il caso al consiglio dei ministri di ELENA POLIDORI ROMA - E’ sotto tiro, oggi più di ieri, la poltrona del governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. A sorpresa, dopo le intercettazioni telefoniche, il governo convoca un vertice di maggioranza serale, dedicato proprio al destino di via Nazionale, oltre che alla Rai. Ed è Silvio Berlusconi, a volerlo, perché insieme si parla meglio, "è più agevole rispetto ad incontri bilaterali". Così, alle 8 di sera, si chiudono nella stanza del premier in nove: oltre al Cavaliere e a Gianni Letta ci sono il vicepresidente e ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, l’altro vicepresidente Giulio Tremonti, il segretario Udc Marco Follini, il ministro legista delle Riforme istituzionali Roberto Calderoli, il segretario del Nuovo Psi, Gianni De Michelis, e quello del Pri, Francesco Nucara, il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco. Alla fine, quando ormai sono passate due ore, proprio quest’ultimo - ed è il succo del vertice - viene incaricato di preparare una relazione per il Consiglio dei ministri di oggi. Nel chiuso del summit la discussione è accesa, i pareri discordi. Chi vi ha partecipato riferisce di critiche severe all’operato del governatore venute da Tremonti e da Siniscalco. Racconta anche delle preoccupazioni per l’impatto negativo delle intercettazioni sull’immagine della banca, non solo all’interno ma anche sui mercati internazionali. "Burrascoso" è l’aggettivo selezionato per descrivere il clima. Ma si sa anche che c’è chi ha preso le difese del governatore. Soprattutto la Lega, convinta che Fazio debba restare dov’è. Anzi, il ministro Roberto Maroni pensa pure che "non compete né al governo, né al Parlamento decidere sulle sorti della Banca d’Italia". Di più: la Lega vuole che sulla questione delle intercettazioni intervenga il Garante della privacy. Durante il dibattito, non manca chi fa dei distinguo, come Follini, secondo cui un conto è difendere l’autonomia e l’indipendenza della Banca, un altro è l’autoreferenzialità: "Il primo è un valore, il secondo un limite". E poi, secondo il leader Udc, questa è una storia complessa, con tanti risvolti: bisogna riflettere prima di prendere decisioni, per non rischiare - avrebbe detto - "di buttare il bambino con l’acqua sporca". Anche Berlusconi vuole pensarci su. Si racconta di un suo foglietto, con una frase vergata a mano: "Occorre essere prudenti". Ma si racconta anche del gran pressing su di lui perché si faccia chiarezza, su una vicenda tanto discussa, a tutti i livelli e anche sul piano internazionale. Il vertice notturno matura dopo un’altra giornata durissima - l’ennesima - per la Banca d’Italia. I magistrati indagano, si coordinano, studiano altre intercettazioni. I sindacati interni di via Nazionale sono in subbuglio. Il consiglio superiore dell’Istituto si riunisce senza prendere decisioni formali, ma in un clima di preoccupazione. Le associazioni dei consumatori raccolgono firme anti-Fazio. E in sede politica, fin dal mattino, fioccano le prese di posizione e, in qualche maniera, si ripetono le divisioni emerse anche nel vertice. La Lega è tutta pro Banca d’Italia. Il ministro Giorgio La Malfa non crede che si debba discutere della vicenda in un vertice di maggioranza; il collega Gianni Alemanno di An dice invece che no, "è giusto interessarsene". Dalle opposizioni arriva un coro di critiche. Per il leader dei Ds Piero Fassino serve "una radicale svolta nelle modalità che regolano la vigilanza sul sistema bancario". Parla anche Romano Prodi: "Se avessimo avuto la legge sul risparmio avremmo avuto meno problemi". Quindi ribadisce: "In democrazia nessuna carica a vita": quella di Fazio non ha scadenza. I parlamentari Enrico Morando (Ds) e Paolo Giarretta (Margherita) chiedono "un intervento immediato" per ricreare un clima di fiducia e suggeriscono di attribuire per decreto legge all’Antitrust le competenze sulla concorrenza bancaria, oggi affidate alla Banca d’Italia. Proprio oggi riprende al Senato il dibattito sulla riforma del risparmio. Non è escluso neppure un nuovo vertice di maggioranza nelle prossime ore, forse domenica. (29 luglio 2005)

29/07/2005

Documento n.4917

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