Da Repubblica.it (11-10-05). Gli occhi chiusi del governatore sul folle shopping di Fiorani

in Articoli e studi
Gli occhi chiusi del governatore sul folle shopping di Fiorani Superba maschera da Grand Commis di Stato che non si fa processare da nessuno quella indossata ieri con qualche evidente jattanza dal governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, dinanzi ai magistrati romani che lo hanno interrogato per sei ore e dei quali non è difficile intuire lo sconcerto, di fronte ad alcuni passaggi che reclamavano quasi la "parola di re". Già il lessico legal-etico-burocratico suonava come una sfida, l’ennesima in questa vicenda che ieri, nello stesso giorno, ha visto l’ex "banchiere di riferimento" Gianpiero Fiorani interrogato per sei ore dai magistrati di Milano. E l’altro caratterista della "crisis history" più grottesca cui l’Europa abbia assistito negli ultimi anni, vedersi sbriciolare in mano il valore delle azioni Rizzoli-Rcs, che l’odontotecnico di Zagarolo aveva acquistato a piene mani, non si sa ancora bene per conto di chi, nonostante i sospetti che continuano a gravare su ambienti politici internazionali, segnatamente spagnoli, sicuramente non ostili al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Fazio ha rivendicato per l’ennesima volta di aver operato "senza discriminazioni e favoritismi nei confronti di alcuno", ma con prove che sono suonate scadenti, talvolta persino poco rispondenti alla realtà dei fatti accertati, nonostante il lessico ampollosamente tardo-ottocentesco, che l’uomo usa come indiscutibile arma di autorevolezza tecnica. Sulla banchetta di Lodi dai conti alquanto sofferenti autorizzata ad acquistare, dopo un folle shopping che arrivò persino alla banca in fallimento della Lega Nord di Bossi, la più grande e solida Antonveneta, a dispetto dell’ex banca della regina d’Olanda, una delle più potenti d’Europa, il governatore ha dichiarato che i dubbi sul suo patrimonio sono "meramente prospettici". Che cosa sono dei dubbi "prospettici"? Sembra di poter intendere che se in prospettiva quella banca dovesse avere guai, la Banca d’Italia se ne lava le mani, più o meno come fece con la Cirio, la Parmalat e i bond argentini. Solo piccoli incidenti di percorso, perché i dubbi che aveva erano soltanto "prospettici". Ciò che è "ipotetico", secondo il governatore, non merita l’attenzione della banca centrale, in una visione che appare più da legulei di provincia che da difensori del risparmio e della credibilità di un intero sistema finanziario nazionale. Del resto, il Servizio di Vigilanza ha operato la sua "verificazione" - testualmente questo il termine usato - in seguito alla richiesta della Popolare di Lodi nel febbraio e nell’aprile 2005, "al fine di ottenere l’autorizzazione a superare le soglie di partecipazione del 15 e del 20 per cento, fino al limite del 29,9 per cento". Tanto che l’11 luglio il governatore ritenne suo "dovere istituzionale" autorizzare Fiorani - istituzionalmente comunicandoglielo al telefono e ricevendone "un bacio in fronte" - ad acquisire una partecipazione superiore al 50 per cento dell’Antonveneta, nonostante le procure già indagassero sul banchiere di Lodi e sul capo della Vigilanza Francesco Frasca. In realtà, il rastrellamento delle azioni Antonveneta da parte dei "furbetti del quartierino" era già cominciato, con i finanziamenti anomali di Fiorani, nel novembre del 2004. Dov’era il governatore? Può dire che non lo sapeva, anche se alcuni azionisti della banca padovana che ebbero colloqui con lui potrebbero sostenere il contrario? Ma la parte delle dichiarazioni di Fazio che rende persino più kafkiana una storia già lievemente manicomiale, è quella sull’italianità delle banche. Chi l’ha mai rivendicata? - protesta il governatore. Le riserve sul progetto industriale elaborato da Abn Amro "nulla hanno a che vedere con una mia pretesa aspirazione alla tutela dell’italianità delle banche". Così Fazio, come in una burocratica e un po’ vile difesa del suo personale recente passato, butta a mare il Fanfulla di Lodi che lui aveva creato e vezzeggiato in tutte le ultime occasioni pubbliche, la Vigilanza dell’Istituto che presiede e persino l’unico concetto in qualche modo difendibile - l’italianità - che aveva sostenuto con gli atti e le parole negli ultimi anni. Ma se dell’italianità al governatore non cale né tanto né poco, perché l’ostinato no agli olandesi? Perché - ha spiegato ai magistrati - l’offerta di Abn Amro era inferiore a quella di Bpl, oggi Bpi. Vero: l’Abn Amro offriva 26,5 euro cash, la Lodi 27,5, di cui 4,3, o giù di lì cash, il resto di carta. Fiorani avrebbe potuto pagare? Il governatore non si pone questi dubbi "meramente prospettici". Anche sul futuro del governatore non è più lecito nutrire "dubbi prospettici": quando, tra poco, passerà la legge di riforma che conserva tutte le prerogative della Banca d’Italia, Antonio Fazio giganteggerà e nessuno - neanche Giulio Tremonti, simpatico goliarda sconfitto per la seconda volta - gli farà lasciare la postazione di Palazzo Koch, almeno fino al 31 maggio 2006, quando leggerà le sue quattordicesime "Considerazioni finali". Nell’attesa di essere creato "beato". Alberto Statera

12/10/2005

Documento n.5151

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