Da Repubblica (22-2-06) Geronzi interdetto dai giudici di Parma: "Sono indignato, impugnerò l’atto"

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Al presidente di Capitalia è stata notificata un’ordinanza di divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle imprese Geronzi interdetto dai giudici di Parma: "Sono indignato, impugnerò l’atto" Il provvedimento è collegato al procedimento per la vicenda Parmatour e per la vendita delle acque minerali Ciappazzi ROMA - Geronzi è stato interdetto dal tribunale di Parma, che sta indagando sulle vicende Parmatour e Ciappazzi. La notizia è stata comunicata dal gruppo bancario Capitalia, che in una nota ha fatto sapere che "al presidente del consiglio d’amministrazione, Cesare Geronzi, è stata notificata nella serata di ieri un’ordinanza di misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese emessa dal Tribunale di Parma, ufficio del Giudice per le indagini preliminari". "Ho appreso - ha commentato subito Geronzi - con stupore ed indignazione della misura interdittiva disposta nei miei confronti, intervenuta quando le indagini, da tempo avviate, si erano già concluse e relativa a contestazioni prive di fondamento, tutte già respinte e che fermamente respingo ancora una volta". Pertanto, ha fatto ancora sapere l’imprenditore, "Ho dato mandato ai miei legali di impugnare il predetto provvedimento". Secondo l’avvocato del presidente di Capitalia, Guido Calvi "Non si può non rimanere stupefatti per l’iniziativa degli inquirenti parmigiani. Pochi giorni dopo aver dato notizia del deposito degli atti e, quindi, della conclusione delle indagini, è stato assunto un provvedimento che appare privo di ragionevolezza". Per Calvi "un provvedimento interdittivo, infatti, è assolutamente assunto allorquando sussiste un pericolo di inquinamento degli atti o di reiterazione dei reati; circostanze che, in questo caso, sono totalmente da escludere. In occasione dell’ormai prossima udienza preliminare non sarà difficile dimostrare la totale infondatezza dei fatti oggetto di imputazione. D’altra parte questo accanimento accusatorio appare incomprensibile se si riflette sull’assoluta modestia economica del fatto contestato - e cioè la vendita delle acque minerali Ciappazzi - a fronte dell’immensa voragine del dissesto della Parmalat e delle ben più gravi responsabilità di tutti gli altri indagati". (22 febbraio 2006)

22/02/2006

Documento n.5727

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