Da Repubblica (12-2-06).Banche, giù i costi per evitare le Opa

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Banche, giù i costi per evitare le Opa Con la concorrenza straniera che preme per invadere l’Italia, spennare i propri clienti diventa sempre più difficile. Basterebbero autorità più vigili sui costi dei servizi per mettere al riparo le banche da assalti stranieri. di G. TURANI Da la Repubblica, rubrica "Affari & Politica" di domenica 12 febbraio 2006 MILANO - E’ gran momento delle banche. Se ne parla molto e tutti in Borsa corrono a comprare titoli bancari. Massaie, portieri d’albergo, ragionieri, geometri, belle signore, piccoli imprenditori, professionisti: tutti cercano di arrivare in fretta a mettersi in portafoglio qualche titolo bancario. Il calcolo è semplice e trasparente: prima o poi le banche italiane saranno scalate, e quindi i prezzi andranno su. Basta comprare e, prima o poi, arriverà qualche Opa dall’estero e il guadagno sarà immediato. Forse, non bisognerà nemmeno aspettare tanto. Ormai le cose si muovono in fretta. Bnp Paribas ha impiegato meno di due giorni a decidere di lanciare la sua Opa su Bnl. Niente, oggi, sembra più sicuro (e potenzialmente redditizio) di un bell’acquisto di titoli bancari. Ma è davvero così? In realtà non lo sa nessuno. Le famose Opa possono arrivare la settimana prossima, ma possono anche non arrivare mai. E quindi non ci sono consigli operativi da dare ai tanti piccoli speculatori in erba che in questi giorni si stanno bisbigliando: "Io ho comprato le Intesa. Io le Popolare Milano. Io le San Paolo Imi". Non esiste nessun criterio per stabilire chi ha ragione e chi ha torto. L’unica cosa che per ora si può affermare con una certa sicurezza è che le banche italiane fanno gola ai grandi gruppi stranieri (anche se poi da qui a comprarsene una c’è una certa distanza). E conviene allora interrogarsi sul perchè queste nostre banche (di cui siamo abituati a parlare malissimo) sono così appetibili e appetite. La risposta, purtroppo, è molto semplice. Basta prendere in mano l’ultimo estratto conto di un nostro amico (non citerò la banca). Su quel foglietto, nero su bianco, c’è scritto perché le nostre banche, benché piccole e inefficienti, sono così interessanti. Al cliente viene riconosciuto, sui soldi da lui depositati, un interesse dello 0,5 per cento, cioè praticamente niente. In compenso la banca, nel caso in cui lui avesse bisogno di soldi, glieli farà pagare l’8,5 per cento. Insomma, otto punti tondi tondi di differenza. In termini ancora più elementari quella banca raccoglie denaro al tasso dello 0,5 per cento e lo presta all’8,5 per cento. Una vera enormità. Se non siamo vicini all’usura, poco ci manca. Probabilmente siamo un po’ più sotto, giusto per non finire sotto i rigori della legge. Se questa è la situazione, si capisce perché le nostre banche piacciano all’estero: il nostro è un paese dove si possono rapinare i clienti in modo legale e tranquillo. Ma allora è anche vero che tutta la rissa estiva sull’italianità delle banche italiane, meritevole secondo alcuni di una difesa anche esasperata, era una frottola. Se le banche straniere sono interessate al nostro mercato perchè qui è il luogo dove si possono spennare i clienti, allora il rimedio è semplice. Basta che le autorità preposte vigilino un po’ di più, impedendo queste autentiche rapine. Quando sul nostro mercato le banche saranno costrette a raccogliere il denaro e a prestarlo con una differenza di tassi umana, dignitosa, allora l’interesse degli stranieri per le nostre malmesse banche cesserà di colpo. E i nostri istituti di credito rimarranno italianissimi, senza bisogno di scomodare nessuno e senza bisogno che nessuno si avvolga nel tricolore. Se tutto questo venisse fatto in tempi rapidi, non avremmo più alcuna Opa sulle nostre banche. E tutti quelli che si sono riempiti di titoli bancari non avrebbero altra scelta che rivenderli, magari perdendoci pure qualche soldo. Ma è lecito sperare in un intervento rapido delle autorità? Mica tanto. Di solito in queste materie tutti si muovono con prudenza e poi le banche sono molto brave nel difendersi e nel mettere in campo delle scuse. E possono anche contare su molti amici nell’apparato dello Stato e in parlamento. Saremo allora costretti a farci rapinare in eterno dalle nostre banche (o dagli stranieri che nel frattempo avessero deciso di comprarle)? Forse no. E questo perché la concorrenza, che esiste comunque a livello europeo, porterà (come è già successo) qualche operatore a fare ai suoi clienti condizioni più vantaggiose, obbligando gli altri istituti a adeguarsi o almeno a moderare le proprie pretese. E c’è da mettere anche in conto il fatto che, bene o male, le associazioni dei consumatori esistono e che stanno cominciando a prestare molta attenzione ai conti delle banche e a come trattano i loro clienti. Spennare i propri clienti (come fa la banca dell’amico che ho citato più sopra) diventa, mese dopo mese, sempre un po’ più difficile. Tutto a posto, allora? No. Tutto andrà a posto nel corso del tempo. Se invece avessimo autorità più attente e più solerti nell’intervenire probabilmente nel giro di appena qualche mese potremmo avere banche al riparo da eventuali assalti stranieri e clienti molto più felici e ricchi. Senza bisogno di stare a inseguire fantasiose Opa in Borsa. Insomma, saremmo un paese un po’ più normale. (13 febbraio 2006).

14/02/2006

Documento n.5681

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