Da Panorama.it (28/12/2005). I furbetti del conticino

in Articoli e studi
I furbetti del conticino di Roberto Seghetti 28/12/2005 Fiorani salassava i clienti della Popolare italiana con extra fantasiosi. Ma anche le banche senza scandali succhiano soldi ai correntisti. Grazie a tante microoperazioni. Quasi invisibili «La voce "Spese telefoniche e telegrafiche: telefonate urbane, telefonate extraurbane e verso telefonia mobile, telegrammi" è ricondotta a unica voce denominata "Recupero spese postelegrafoniche" con standard fissato a euro 50,00 massimo mensile». Leggete bene: è uno dei passaggi contenuti nel comunicato della Banca popolare italiana di Gianpiero Fiorani, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 10 dicembre 2004 e quindi formalmente a norma di legge. La Bpi è accusata di aver fatto pagare a ogni correntista 30 euro oltre il dovuto, e forse anche molto di più (si parla di 100 euro). Divo Gronchi, nuovo direttore generale della banca, ha già promesso dalle telecamere di Porta a porta: «Chi li chiede indietro li riavrà». Ma possibile che le banche possano addebitare costi e commissioni tanto facilmente? Quanti soldi ci vengono trattenuti dagli istituti, anche non travolti da scandali, per i servizi effettivamente svolti, grazie a un semplice comunicato sulla Gazzetta ufficiale? L’elenco delle voci di cui tenere conto è sterminato. E anche se i progressi compiuti con l’operazione Patti chiari lanciata dall’Associazione bancaria italiana sono stati notevoli, il risparmiatore non può abbassare la guardia. Panorama ha acceso i riflettori su alcuni punti nel rapporto banca-clienti, mettendo a confronto le accuse dell’Adusbef, associazione di consumatori presieduta da Elio Lannutti (uno dei protagonisti nello svelare la ragnatela di Fiorani), e i dati dell’Abi. La slot machine dei «movimenti». Ogni movimento di denaro è riportato in una riga di scrittura nel rendiconto periodico, di solito trimestrale. E ciascuna riga costa, secondo le rilevazioni dell’Adusbef, una media di 2 euro. Secondo l’Abi, questa è la cifra massima, non quella effettivamente praticata. Comunque sia, un esempio. Voi depositate 100 euro, e, anche se non lo vedete subito, la registrazione di quel versamento costerà da qualche decina di centesimi fino a un massimo di 2 euro. Onorate una bolletta attraverso il conto corrente? Zac, altri denari. Staccate un assegno? Altri soldi. Pochi ci fanno caso, ma mentre vivete il costo cresce. Sistemi per addolcire la pillola ci sono. Basta aprire un conto online, sfruttare una convenzione (le banche stringono accordi per i dipendenti di aziende, enti, associazioni) o scegliere un conto a pacchetto, del tipo preparato per determinate categorie di clienti (anziani, studenti, donne) e che prevede un costo fisso per tutte le operazioni annuali (come alle Poste per esempio), oppure per un numero consistente di movimenti. Grazie a un accordo tra Abi e Confindustria adesso vi saranno anche iniziative per i conti correnti delle piccole e medie imprese. Però attenzione: quando c’è una soglia di movimenti a costo fisso, sappiate che è facile superarla e ritornare a pagare una per una le operazioni. Condizioni à la carte. Avete spuntato condizioni migliori, dopo una dura trattativa con la banca? Bene, sappiate però che non siete al sicuro. Se la banca decide di cambiare le condizioni dei conti correnti per tutte le categorie di clienti, basta che lo comunichi sulla parte commerciale della Gazzetta ufficiale e pure voi siete coinvolti. Anche l’offerta dei conti a pacchetto può cambiare. MA QUANTO COSTA UN C/C? Dipende da quale fonte si sceglie Quanto costa un conto corrente in Italia? Trovare una risposta univoca è quasi impossibile. Secondo l’associazione di consumatori Adusbef, la cifra media annua ammonta a 556,4 euro (con 138 operazioni). Un’indagine della Cap Gemini invece indica la cifra di 113 euro. Infine una ricerca commissionata dall’Abi sostiene che il costo medio è di 65 euro. Chi avrà ragione? Le bollette domiciliate gratuite. Gas, luce, telefono: oggi molti correntisti le pagano in automatico, attraverso il conto corrente. Ufficialmente il servizio è gratuito. Peccato che in molte banche si debba pagare il movimento. Conto alla fine dell’anno: 18 movimenti, tre bollette a bimestre, da un minimo di 8-9 euro fino a 36 euro l’anno. Bollette alla cassa. Se pagate le bollette alla cassa, il costo della commissione per ognuna va da 1 a 4 euro. Può costare solo qualche decina di centesimi il pagamento via internet. Rid. Sigla di gran moda. Comprate un televisore e lo pagate a rate, a tassi da affare. Non dimenticate che per ogni rata (per esempio 30 euro) resta il movimento da calcolare nel costo finale dell’acquisto. La commissione per il servizio alla banca la paga il commerciante che ha venduto il bene o la finanziaria che ha concesso il prestito. Bancomat. Se prelevate denaro presso uno sportello della vostra banca l’operazione è gratuita. Lo è davvero se la vostra banca non conteggia la registrazione del movimento (cosa rara). Ma attenzione: il costo cresce se fate il prelevamento presso una azienda di credito diversa. In questo caso pagherete sia il movimento relativo ai contanti che avete ritirato, sia la commissione relativa al fatto che avete usato un altro istituto. Qualche banca fa pagare anche il movimento relativo al pagamento della commissione. Saldo finale: se non avete una convenzione, per un prelievo di 100 euro rischiate di pagarne fino a 6. Bonifici. Il costo per un bonifico (spedizione di denaro) è al massimo di 6-7 euro, segnala l’Adusbef. In alcune banche è sotto i 4 euro (50 centesimi via internet), segnala l’Abi. I soldi arrivano a destinazione dopo qualche giorno, anche se il passaggio avviene per larga parte via computer. Secondo l’Adusbef, il denaro rimane nelle mani delle banche, che lucrano sugli interessi. L’Abi assicura invece che in Italia si rispettano le direttive europee e promette che dal 31 gennaio ci vorranno solo tre giorni. Assegni. Per l’accredito di un assegno servono da 3 giorni a una settimana. Tempi fuori linea rispetto al resto d’Europa. Custodia titoli. Per i titoli pubblici il costo varia da zero a un minimo fisso, per esempio 10 euro l’anno. Se nel conto ci sono anche obbligazioni private e azioni, il costo aumenta fino a una settantina di euro l’anno. Più le commissioni per l’acquisto o la vendita degli stessi titoli. Come dire: se avete l’impressione di aver fatto un affare su un lotto di azioni pagate in tutto 950 euro e vendute a mille, ricordate che dal guadagno dovete togliere le commissioni per le compravendite (grosso modo dallo 0,2 allo 0,5 per mille del valore per ogni operazione), la quota parte della spesa per il conto di custodia e, ovviamente, i movimenti di prelievo e accredito delle relative somme. Trasferimento titoli. Volete cambiare banca? «Sappiate che per trasferire ogni singolo tipo di titolo alcune banche chiedono anche un centinaio di euro» dice Mauro Novelli dell’Adusbef. Il costo aveva un senso quando il trasferimento era materiale, ma ora è digitale. Chiusura conto. Se volete cambiare banca, attenzione: l’operazione a volte costa. «Ma su 500 tipi di conto offerti secondo il progetto Patti chiari» assicura oggi Gianfranco Torriero, capo del servizio studi dell’Abi, spiegando i passi in avanti compiuti «circa il 50 per cento non prevede spese chiusura. Il costo medio degli altri è di 37 euro». Gli interessi. Le statistiche della Bce indicano un tasso medio dello 0,61 annuo per cento per la remunerazione dei conti correnti delle famiglie italiane. È ovviamente una media. La nonnina con la pensione sul conto riceverà interessi vicini allo zero, qualche riccone incasserà l’1,20 per cento lordo l’anno. Per i crediti concessi dalle banche ai clienti siamo al 3,60 per cento se si considerano i mutui sulle case, all’8 per cento per il credito al consumo. E per il resto le rilevazioni della Banca d’Italia dicono che il massimo a cui le banche possono spingersi senza che sia considerata usura sfiora il 12 per cento l’anno.

10/01/2006

Documento n.5524

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK