Da Milano Finanza (30-5-06). Draghi in Cassazione, scontro sul signoraggio

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Draghi in Cassazione, scontro sul signoraggio ( Milano Finanza del 30/05/2006 ) MF Draghi in Cassazione, scontro sul signoraggio Bankitalia difende il reddito legato all'emissione. La Banca d'Italia decide di andare fino in fondo sulla questione del signoraggio, davanti alla Corte di cassazione. Dopo due sentenze contrapposte dei giudici di pace di Lecce e di Pizzo Calabro, saranno i giudici supremi a stabilire definitivamente se la Banca centrale (e ora la Bce) in quanto istituto di emissione ha o no diritto a incamerare la differenza, calcolata attraverso il tasso d'interesse, tra il valore nominale della banconota e l'esiguo costo di produzione: una cifra quantificata in circa 5 miliardi di euro nel solo periodo 1996-2003.La storia è intrigante e potenzialmente pericolosa. Un giudice di pace di Lecce lo scorso settembre aveva accolto la tesi di un cittadino pugliese secondo la quale la massa monetaria è di proprietà della collettività e non delle banche centrali emittenti. Di conseguenza, va restituito ai cittadini quel reddito fino a oggi incamerato dalla Banca d'Italia (e indirettamente dal tesoro e alle banche private azioniste di Bankitalia). La decisione del giudice leccese, che definisce in maniera eterodossa una questione che nasce dall'uso medievale dei sovrani di trattenere parte dell'oro (o argento) che i sudditi portavano alla zecca per farlo trasformare in moneta legale, ha scatenato migliaia di richieste di rimborsi. Secondo l'Adusbef, l'associazione dei consumatori che ha vinto la causa, sono almeno 10 mila le persone che hanno richiesto il pagamento della quota del reddito da signoraggio spettante a ogni cittadino, calcolata in 87 euro. Cifra che, moltiplicata per 58 milioni di italiani, arriva appunto a circa 5 miliardi.La Banca d'Italia ha naturalmente sempre respinto le richieste, per diversi motivi: innanzitutto perché la sentenza, l'unica finora di condanna per Bankitalia, ha effetto solo fra le parti, e poi perché altre 18 cause analoghe hanno dato luogo a sentenze opposte, sancendo per i singoli la mancanza di potere ad agire in giudizio per contestare una potestà pubblica quale quella di emissione. L'ultima a favore di via Nazionale è la decisione presa dal giudice di pace di Pizzo Calabro due mesi fa. Ora la Cassazione definirà una volta per tutte la questione. La data dell'udienza non è ancora nota ma si terrà comunque prima dell'estate. Quando venne pubblicata la sentenza clamorosa di Lecce, il presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti, dichiarò che 'avrebbe fatto pignorare la scrivania del governatore', allora Antonio Fazio. Anche adesso i consumatori non demordono: 'Siamo curiosi di vedere come la gestione Draghi sistemerà nel bilancio del 31 maggio la partita di questi 5 miliardi di euro sottratti ai cittadini dal 1996 al 2003', commenta Mauro Novelli, segretario generale Adusbef. Ma via Nazionale, almeno su questo, non sembra aver cambiato linea. (riproduzione riservata) MF - Banche & Banchieri Numero 105, pag. 17 del 30/5/2006 Autore: Fabrizio Massaro Visualizza la pagina in PDF .

30/05/2006

Documento n.6012

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