Da Miaeconomia.it (12/01/2006). Italiani protestati e indebitati

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Italiani protestati e indebitati “Più debiti, più poveri, più protesti per tutti”: così l’associazione Adusbef sintetizza quella che è la “difficile eredità del governo”. Crescita esponenziale del credito al consumo e dei protesti testimonierebbero, secondo il presidente, Elio Lannutti, le difficili condizioni in cui si trova il paese. I protesti, ricorda l’associazione, riguardano soprattutto gli assegni bancari, “che arrivano a 1,6 milioni, per un controvalore di 4 miliardi di euro”. Dati che, secondo Lannutti, fanno luce sull’ambigua realtà disegnata dai dati Istat secondo cui l’inflazione sarebbe cresciuta di appena l’1,9%, contro un aumento delle retribuzioni del 3,2%. Indicatori “che dipingono un paese di Bengodi dove lavoratori e pensionati traboccherebbero di inusitata ricchezza”. Ma il massiccio ricorso al credito al consumo e la crescita dei protesti testimoniano “il disagio economico di piccole e medie imprese che arrancano e di milioni di famiglie, costrette a indebitarsi per sopravvivere, con gravissime difficoltà anche per pagare i debiti contratti”. Secondo l’Adusbef “sia la crescita esponenziale del credito al consumo (stimata nel 2005 a superare la soglia di 70 miliardi di euro, con un incremento del 19% rispetto al 2004), che l’aumento dei protesti, testimoniano una realtà diversa rispetto a quella edulcorata che Istat e Governo vorrebbero propinare ai cittadini”. Il fenomeno dei protesti, continua l’associazione dei consumatori ricordando i dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate “sono cresciuti sia in valore assoluto, 4,1 miliardi di euro, che nel loro numero, 1.688.879, con un 50% circa rappresentati da assegni bancari (2.270.000.000 euro circa), mentre numericamente gli assegni rappresentano quasi il 32% (539.751), con la conseguenza che il valore medio dell’assegno scoperto e protestato si aggira intorno ai 4.205 euro circa”. E il resto è rappresentato da vaglia cambiari e cambiali tratte. Le ultime elaborazioni Istat, se comparate a quelle degli anni precedenti, sostiene l’Adusbef, “evidenziano inoltre un ulteriore circostanza non molto felice: dopo l’andamento discendente degli anni precedenti, nel 2004 il numero e l’importo dei protesti è di nuovo aumentato sia rispetto al 2003 sia rispetto al 2002”. A trovarsi in maggiore difficoltà, ricorda Lannutti, sono per lo più le piccole imprese che operano fuori da mercati protetti, da monopoli e oligopoli e per questo “costrette non solo a indebitarsi, ma anche a non poter onorare i debiti contratti per difficoltà economiche oggettive”. Per rilanciare i consumi e far fronte alla difficile situazione economica, da un lato il Governo – prosegue Lannutti- incentiva il debito promovendo “la cessione del quinto dello stipendio ai lavoratori privati e agli atipici”, dall’altro le società finanziarie “suonano la grancassa” offrendo finanziamenti per comprare oggi, “pagando comodamente tra due anni” con scarsa trasparenza sui tassi di interesse “che per la cessione del quinto sotto i 5.000 euro è superiore al 20% annuo”. Lannutti conclude lanciando un appello alle famiglie: “non ascoltare le sirene interessate di banche e finanziarie, cercando di evitare di cadere nella cultura del debito, che porta ad una nuova schiavitù finanziaria, spesso anticamera dell’usura”.

12/01/2006

Documento n.5535

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