Da L’Opinione (22-2-06) Lo shopping bancario è solo all’inizio

in Articoli e studi
Lo shopping bancario è solo all’inizio , e sul caso Unipol-Bnl , Consorte attacca “i troppi grilli del centro sinistra”. Intesa e C. Agricole punterebbero su Mps e Capitalia . di Roberto Casalena Mentre la francese Bnp Paribas accelera i tempi ed annuncia che “entro giugno Bnl sarà nostra” ,in un’intervista a Repubblica ,l’ex presidente di Unipol , Giovanni Consorte , racconta la sua verità, con l’intento di far luce su ciò che ritiene sia stato lasciato in ombra , a cominciare dall’accusa di commistione che si è fatta sul suo ruolo , perché dice , una cosa è la gestione di Unipol e un’altra l’attività privata, che comunque , non si sovrappongono e non si contrastano . E nel difendere il suo operato in Unipol , compagnia che è cresciuta nel tempo ,come non mai ,difende l’operazione Bnl , che a sua detta è stata trasparente , anche se osteggiata , tant’è che “nessuno si è chiesto come mai agli organi di controllo ( Consob , Isvap ,Bankitalia ) siano stati necessari sei -dico sei- mesi per autorizzare o bocciare la nostra Opa su Bnl. E di questo che bisognerà parlare . Presto .Non ora” . Consorte , però ,attacca anche certa sinistra e si chiede come mai “chi è di sinistra deve essere necessariamente povero? L’idealismo pauperistico non aiuta a governare .Demagogico scandalizzarsi per i miei compensi”. E ancora una freccia nell’arco contro certi soloni , “quegli intellettuali che sembrano immaginare per gli italiani un futuro di soli consumatori . Di gente che mangia e va al bagno .Intellettuali che non sembrano preoccupati del fatto che oggi non ci sia in Italia nessuna banca che abbia un assetto societario stabile. Questi soloni come spiegano che , dopo l’Olanda e altri Paesi europei , anche la Francia si appresta a introdurre uno scudo protettivo degli interessi nazionali per impedire Opa ostili provenienti dall’estero?” . Intanto , contestualmente , scoppia la polemica sulla proposta di Guido Rossi , di abolire i patti di sindacato nelle società quotate . L’a.d. di Unicredit , Alessandro Profumo , si schiera per primo a favore , sostenendo che “i patti di sindacato sono uno strumento tipicamente italiano ,non positivo” , e che , quindi , “vanno aboliti , attraverso nuove norme , ma lasciando un ragionevole periodo di tempo alle strutture di controllo attuali di trovare un nuovo assetto” . Insomma , non un colpo di spugna immediato , ma un periodo di tempo entro cui i patti vengano considerati nulli . Infatti , secondo Profumo “non c’è dubbio che i patti di sindacato siano un ostacolo alla contendibilità delle aziende e che non consentano di avere un sano ricambio nelle società”. Ma cosa vuol dire abolire i patti di sindacato? Renderli nulli e inefficaci , anche se fossero taciti ,in casi di dissenso tra gli aderenti al patto stesso .Certo è che verrebbe a mancare la trasparenza al mercato e si creerebbero , probabilmente , alchimie finanziarie sostitutive , fuori dal controllo del mercato . Semmai , sarebbe più opportuno lasciare in piedi i patti di sindacato , ma con la variante per i pattisti di poter recedere in qualsiasi momento , e non alla scadenza del patto . Una cosa e certa , con i patti di sindacato una coalizione controlla una società con un capitale ridotto , con ciò escludendo gli altri azionisti . E questo scenario si intreccia con la corsa alle banche , che continua .Tutti investono in titoli bancari , certi che operazioni come quelle su Antonveneta e Bnl si ripetano , e che si possano guadagnare delle buone plusvalenze . Ma altresì ci si chiede quando i nostri istituti di credito cresceranno , passando così da prede a predatori . Le principali banche del paese già si stanno mobilitando per capire come diventare grandi . Unicredit , a dire il vero , è già potente ed internazionale , quindi dovrebbe essere fuori pericolo da possibili scalate . Poi , c’è Banca Intesa , ma il problema di una eventuale scalata , semmai , potrebbe venire dall’interno , dato che il 17,8% del capitale è posseduto dalla francese Credit Agricole , che però , sembra voler continuare a crescere insieme alla banca italiana .La banca francese , infatti , secondo quanto scrive il quotidiano Les Echos ,dà il suo via libera ad eventuali fusioni tra Banca Intesa e un altro istituto italiano .Il quotidiano francese precisa , inoltre , che per non diluire la sua partecipazione , la banca sarebbe disponibile a partecipare anche ad un aumento di capitale per una cifra compresa tra i 3 ed i 3,5 miliardi di euro .Gli istituti che rientrano nella sfera di interesse sono Monte dei Paschi e Capitalia . Anche per il San Paolo Imi ,un eventuale attacco potrebbe venire dall’interno , dato che la spagnola Santander ha il 9,9% del capitale , ma non è detto che la formula di cooperazione non imbocchi la via di un rafforzamento della banca , magari attraverso nuove acquisizioni in Italia . Infine , c’è Capitalia , dove l’olandese Abn Amro , che ha da poco conquistato Antonveneta , ha manifestato l’intenzione di cedere il 7,7% del capitale .La banca romana , dunque , è un boccone appetibile , soprattutto perché rappresenta anche la porta d’ingresso in Mediobanca ( ne detiene il 10% del capitale ) , che a sua volta è azionista di riferimento delle Generali . Inoltre , i francesi detengono una quota del 10% di Mediobanca . Intanto , Mps starebbe studiando il dossier Banca Popolare Italiana , per un’eventuale aggregazione. Inoltre , l’istituto senese dovrà valutare come difendersi dalla nuova norma che sterilizza i diritti di voto della Fondazione dal 49% al 30% del capitale , per cui non sarebbe più al riparo da eventuali scalate . Infine , c’è la corsa alla Popolare di Intra , incappata nei crediti inesigibili alla Fin.pert . Una decina di banche sono interessate a rilevarla , ultima in ordine di tempo la Pop Etruria . Tutti offrono scambi azionari , eccezion fatta per la Vicentina che mette sul piatto un pagamento in contanti . E sulla pericolosità di una colonizzazione delle banche italiane , interviene l’Adusbef , che giudica stupefacente quanto annunciato da Bnp-Paribas , cioè che non intenda tagliare i prezzi in Bnl , ma punti piuttosto alla qualità dei servizi offerti . Secondo l’Adusbef , invece , “senza la diminuzione dei costi elevatissimi dei servizi bancari e l’introduzione della concorrenza , l’acquisizione delle banche italiane , da parte di quelle straniere , diventa una pericolosa colonizzazione che non aiuta né l’economia né i consumatori”. E il presidente di Adusbef , Elio Lannutti , afferma che i benefici dell’integrazione tra Bnl e Bnp , pari a 400 milioni di euro (derivanti anche da tagli di spese e da “una sicura riduzione dello staff”) , non possono andare esclusivamente alla rendita , ma devono essere ripartiti anche agli utenti dei servizi bancari , altrimenti è un’odiosa colonizzazione” . Nei giorni scorsi , infine ,il comitato esecutivo dell’Abi (Associazione bancaria italiana) ha nominato i cinque saggi che entro luglio dovranno individuare un candidato unico (se ottiene il 75% dei consensi , altrimenti verranno proposti due candidati e si va al ballottaggio ) alla presidenza , in sostituzione di Maurizio Sella , che dovrà cercare di far rivivere la “foresta pietrificata” del sistema bancario ,soprattutto alla luce delle recenti scalate estere e di quelle potenziali , che rischiano di colonizzare il sistema bancario del Belpaese .I cinque saggi sono : Giovanni Bazoli ( presidente di Banca Intesa e vicepresidente di Banca Lombarda ) , Maurizio Sella ( attuale presidente Abi) ,Elio Faralli (presidente della Banca Popolare dell’Etruria , Antonio Patuelli (presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna ) , Camillo Venesio (amministratore delegato della Banca del Piemonte) . Da quanto risulta , dunque , il mondo bancario è in pieno fermento , e lo sarà probabilmente , fino a quando non si saranno creati poli di un certo rilievo , in grado di competere a livello europeo , o altresì non si siano verificate nuove conquiste da parte di primari istituti di credito europei . Come lo si giri , il mondo bancario è destinato a cambiare entro breve tempo .

22/02/2006

Documento n.5728

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