Da Libertaonline (23-11-05) Banche, richiamo di Bruxelles all’Italia

in Articoli e studi
LIBERTA’ di mercoledì 23 novembre 2005 Banche, richiamo di Bruxelles all’Italia Nel mirino la legislazione nazionale in tema di acquisizioni e fusioni di istituti All rights reserved to legal owner.MILANO - La legislazione italiana in tema di fusioni e acquisizioni bancarie non è in linea con le normative europee. Per questo a Bruxelles è in preparazione una procedura d’infrazione con una lettera formale di «messa in mora» del governo italiano. Lo ha dichiarato nella sede della Ue il portavoce del commissario al Mercato unico, Charlie McCreevy. Lo stesso commissario già all’inizio di questo mese si era detto «personalmente favorevole» a una simile iniziativa e, da allora, sembra che non abbia perso tempo. «I servizi legali stanno valutando i contenuti della lettera formale che verrà invita al governo italiano», dicono a Bruxelles. E’ comunque escluso che la Commissione possa prendere in esame la vicenda già in questa settimana. Il richiamo dell’Unione europea non avrebbe come oggetto la Banca d’Italia, né il suo governatore Antonio Fazio. Il destinatario della lettera sarà il governo in quanto la norma in vigore in Italia sarebbe in contrasto con il Trattato Ue sul libero mercato dei capitali. A quanto si è saputo viene messo in discussione «l’esercizio abusivo dei poteri di vigilanza» da parte di Bankitalia. Il caso è arrivato all’esame dell’Unione europea dopo che due istituti di credito, l’olandese Abn Amro e lo spagnolo Banco di Bilbao, non erano riusciti a portare a termine con successo le offerte pubbliche di acquisto rispettivamente su Antonveneta e Bnl. Il sospetto, che è stato poi oggetto di denunce alla magistratura (ma questo è un altro discorso) è che la legislazione italiana lasci troppo margine di discrezione alla Banca d’Italia, in questo modo favorendo (di fatto) le soluzioni nazionali. Sull’argomento, il 3 novembre scorso, era intervenuta anche la Bce (Banca centrale europea) che aveva sottolineato come «la discrezionalità usata in Italia non era in linea con i principi e gli obiettivi della comunità europea». E il riferimento era alla vicenda delle due banche: infatti Antonveneta era finita alla Popolare di Lodi (salvo poi l’intervento della magistratura che ha mandato a monte i piani di Gianpiero Fiorani) mentre nella corsa a Bnl il Banco di Bilbao si è visto sorpassato dall’Unipol. La Bce era arrivata a queste conclusioni al termine di un fitto carteggio con la Banca d’Italia ed aveva sottolineato di essere «totalmente impegnata» a rispettare la legislazione comunitaria che prevede la creazione di «condizioni paritetiche di gioco, senza discriminazioni in base alla nazionalità, nel processo di integrazione finanziaria europea». Dopo queste parole era logico attendersi un intervento della Commissione Ue, puntualmente arrivato ieri. Pare che la Commissione voglia proporre all’Italia un «insieme chiaro di condizioni» che dovranno essere applicate nelle operazioni di fusioni fra banche «in modo da non creare incertezza e rischi per i potenziali acquirenti». «Sono il capo dei vigilati - dice Maurizio Sella, presidente dell’Abi (l’associazione che raggruppa tutte le banche italiane) - e non commento quello che dice il vigilante». Gigi Furini

24/11/2005

Documento n.5295

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