Da Libero (24-11-05) TFR: Lobby e assalto alla Diligenza

in Articoli e studi
Notizia del 24 novembre 2005 - 11:53 Tfr e compagnie assicurative L’Ania ha fatto opera di pressione e distribuito a ministri e parlamentari un proprio dossier sulla riforma... TFR: Lobby e assalto alla Diligenza di: ravelstein Le tesi delle compagnie di assicurazione sono state sposate apertamente da numerosi esponenti del governo e del parlamento. Maroni dichiara di trovarsi di fronte a «una compattezza dilatoria, difficilmente comprensibile». L’ingenuo candore del ministro sparisce se si tiene a mente che l’Ania, associazione che raggruppa le assicurazioni italiane, ha fatto opera di pressione e distribuito a ministri e parlamentari un proprio dossier sulla riforma del Tfr in cui esplicita i suoi desiderata e indica quali debbono essere gli emendamenti da introdurre e quali no. Il ministro Giorgio La Malfa ha sposato apertamente le tesi (gli interessi) dell’Ania e le ha espresse in Consiglio dei Ministri. La Malfa «ammette anche di aver ricevuto – e letto – il dossier preparatorio delle compagnie di assicurazione. ‘Io il paladino del partito delle assicurazioni? Ognuno la pensi come vuole’». Se voleva smentire il fatto, occorre dire che il ministro ha usato espressioni perlomeno equivoche. Maroni ha confermato: «Tutti hanno voluto il rinvio c’erano pressioni fortissime» (da parte di banche e soprattutto assicurazioni). Le banche hanno trovato molta comprensione in un sottosegretario, il quale, guarda caso, proviene «da quel mondo, avendo lavorato nei primari gruppi bancari del Paese, da Fideuram a Intesa». Maroni si è lasciato scappare una dichiarazione che, se ben letta, spiega alcune cose. «Gli unici a trarne vantaggio sarebbero stati i giovani lavoratori». Il ministro conferma indirettamente che tutti i lavoratori con qualche anno di servizio hanno solo da perdere dalla riforma del Tfr. C’è poi da chiedersi perché gli unici a beneficiarne siano i giovani lavoratori: perché essi hanno più anni di lavoro e di vita in prospettiva su cui suddividere le perdite sicure che derivano dalla revisione dell’attuale sistema di accantonamento del Tfr. Ma il ministro si scorda pure che i “giovani lavoratori” sono comunque svantaggiati perché con la flessibilizzazione del lavoro non potranno sperare di mettere da parte né una pensione decente né un Tfr degno di questo nome, tra periodi di disoccupazione, lavori precari, a tempo, a domanda... Come se un “giovane lavoratore” oggi possa sperare di metter da parte contributi per 30 o 40 anni di lavoro continuo, come, bene o male, è stato possibile sino a oggi. Il ministro ha pure ammesso di essere stato isolato da chi, con la riforma del Tfr, puntava a «un business senza regole». Dunque veniamo a sapere che ci sono parti significative del governo e dei parlamentari sensibili alle esigenze delle assicurazioni e mirano a togliere le pur modeste garanzie previste. Il ministro: «Le assicurazioni avrebbero voluto vendere prodotti pseudo-previdenziali accanto a quelli previdenziali puri. Noi abbiamo fissato delle regole e dei controlli per evitare che i lavoratori venissero stritolati». Dunque, le assicurazioni e le banche vogliono “stritolare” i lavoratori e i loro risparmi lasciandoli senza alcuna tutela in balia delle speculazioni, del mercato: una volta, con efficace immagine, si diceva “i pescecani”. Bontà loro, invece, Maroni e Confederali si sono semplicemente limitati a maciullarli. Ad es. che fine faranno gli accantonamenti di quanti dovessero cambiare fondo nel corso della loro vita lavorativa? Quali forme di garanzia dai rischi sono previsti nel caso di crolli di borsa (vedi il caso bond argentini, Enron, Parmalat e Cirio)? Senza contare che agli stessi soggetti (banche e finanziarie) che in questi anni hanno imbrogliato i risparmiatori offrendo “prodotti” inaffidabili, si affida tranquillamente la gestione di fondi di investimenti, così potranno continuare a vendere altri bidoni... Che i “giovani lavoratori” siano categoria da usare secondo convenienza lo dimostra concretamente il fatto che il Consiglio dei ministri ha approvato una norma che permette di sommare frazioni di contributi previdenziali versati a enti diversi per ottenere un’unica pensione. Ovviamente, giusto per favorire i “giovani lavoratori” e quanti lavorano per a tempo, la norma non si applica per i periodi inferiori a 5 anni di contribuzione. Insomma, prima creano il mercato del lavoro precario e poi ragionano per “periodi lunghi”...sic ! Infine, Maroni ha dichiarato che per alcuni ministri «la riforma affida un potere enorme ai sindacati». Ecco, qui sta una delle spiegazioni della riforma. Quando le organizzazioni sindacali intendono assumere il ruolo di investitori finanziari si stravolge la natura stessa del sindacato e si trasforma il rapporto stesso con i lavoratori che dovrebbero essere rappresentati nei loro bisogni e nei loro interessi economici e sociali. Di fronte a una torta di miliardi di euro, il ruolo di rappresentanza di singoli e categorie sociali sarà una semplice “perdita”, una diseconomia, non ci sarà più bisogno di cercare iscritti e le loro quote associative perché le entrate, quelle vere e consistenti, saranno altre e ben più lucrose: i fondi di investimento e i loro consigli di amministrazione (ambiti posti retribuiti in cui andrà a sedere una nuova schiera di burocrati autoreferenziali e portaborse). Dulcis in fundo.Una pausa di riflessione sull’approvazione della riforma del Tfr, "in attesa di assumere una posizione condivisa in ambito governativo", e’ stata chiesta dal ministro della Funzione pubblica, l’Udc Mario Baccini. "Il Governo - afferma Baccini - si e’ sinora ispirato ad una politica di accrescimento della competitivita’ delle imprese (...ma chi l’ha vista questa competitività dell’impresa), che non puo’ essere pregiudicata da iniziative, pur obiettivamente utili e necessarie, che rischiano di produrre effetti opposti". Ieri il ministro del Welfare Maroni aveva fatto sapere che non c’era piu’ tempo per ulteriori rinvii nell’approvazione della riforma, prevista domani all’ordine del giorno nel Consiglio dei ministri. Pur nella sostanza non essendo un reato ,anche se dal punto di vista formale e procedurale, lo è.Quale lobby o gruppo ha sussurrato alle orecchie del "laureato dott." on.Ministro Baccini un approfondimento ? Oppure non è lui ,ma il suo partito l’UDC ? La mediazione di vecchio stampo politichese democristiano stenta ad abbandonare la scena politica nazionale ! Ma il centro sinistra è indenne dalla spartizione di denaro contante e dei lavoratori che affluirà nelle casse dei sindacati,fondi pensione chiusi, aperti o altro ? Nient’affatto,anzi,il centro sinistra è il meglio piazzato.L’assalto alla "diligenza"continua.

25/11/2005

Documento n.5306

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