Da La Padania (10-5-06). Le bugie di Benetton su Autostrade

in Articoli e studi
All’assemblea del gruppo di ponzano Le bugie di Benetton su Autostrade Rassicura i soci sul controllo ma la sede è a Barcellona. E iberici sono anche maggioranza e amministratore delegato Giancarlo Mariani -------------------------------------------------------------------------------- Luciano Benetton, a conclusione dell’assemblea del gruppo di Ponzano, che ha ieri approvato il bilancio 2005, ha affermato «Non abbiamo nessuna intenzione di vendere la partecipazione in Autostrade, né di perdere il controllo paritetico della nuova società». La rassicurazione del numero uno dei Benetton stride però con i fatti in quanto nella nuova società che si costituirà con la fusione tra Autostrade e Abertis i rapporti di potere non saranno paritetici come si vorrebbe far credere. Infatti il primo azionista di riferimento della newco sarà Schema 28, la holding dei Benetton, che deterrà il 23% ma il secondo azionista sarà Acs con il 14%, il terzo Caixa col 13% e poi Sitebra con il 3%. Come si può constatare gli spagnoli, coalizzandosi, avranno sicuramente la maggioranza necessaria per assumere tutte le più importanti decisioni del nuovo gruppo. Va anche sottolineato che le due società hanno una capitalizzazione più o meno simile, anzi è lievemente in vantaggio Autostrade con 13 miliardi in confronto ai 12 miliardi di Abertis. Ciononostante sembra ormai assodato che a gestire il nuovo colosso saranno gli spagnoli. Infatti dovrebbero avere anche la carica di amministratore delegato che dovrebbe essere ricoperta da Salvador Alemany. E tutti sanno che in un’azienda il ruolo di amministratore delegato è di particolare rilievo per la sua grande operatività. C’è poi un altro aspetto che va preso in seria considerazione: è quello che riguarda la dislocazione della nuova sede del gruppo che sarà a Barcellona. Quindi non solamente le decisioni verranno prese da una maggioranza composta dagli spagnoli ma saranno decise addirittura in Spagna. Ci domandiamo quindi come ci si potrà rendere conto delle esigenze che provengono dalla nostra rete. I nostri utenti verranno letteralmente dimenticati a tutto vantaggio della ricerca smisurata del profitto. Mancheranno poi i necessari investimenti per il potenziamento della rete ed anche questo aspetto danneggia i consumatori. Non si deve dimenticare che la rete rappresenta un bene importante per i cittadini e il tutto non deve essere ridotto a una pura logica di mercato. A proposito di investimenti Franco Coppelli, presidente nazionale di Cna Fita, ha manifestato il suo «Parere nettamente negativo sulla fusione Autostrade-Abertis, non tanto per i contenuti dell’operazione finanziaria in sé, quanto alle garanzie sugli investimenti, e sulla effettiva realizzazione dei nuovi interventi infrastrutturali». Per l’Adusbef l’incontro di lunedì con Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, «non ha fugato dubbi e perplessità espressi sulla vendita mascherata ad Abertis, sulla questione delle tariffe aumentate negli ultimi 4 anni del 14,8% rispetto al 6,9% di inflazione, sui mancati investimenti pari a 4 miliardi di euro, sull’omessa vigilanza delle autorità preposte ai controlli ed altri quesiti, che avevano indotto Adusbef a presentare ben 2 esposti alle procure della Repubblica di Roma e di Milano» Ma nell’analisi della situazione si deve partire da lontano, cioè dalle privatizzazioni volute dai passati governi di centrosinistra che in pratica hanno consentito di arrivare all’accordo tra Autostrade e Abertis. Privatizzando le autostrade infatti non sono stati fatti gli interessi dei cittadini tanto è vero che sono venuti a mancare gli investimenti non contribuendo in questo modo a migliorare la competitività del sistema Paese. Fa specie quindi che in queste ore la sinistra, che ha sponsorizzato la privatizzazione di Autostrade nel 1999, si erga a paladina e tenti di difendere l’italianità del gruppo. La privatizzazione è avvenuta con i governi Prodi e D’Alema con Bersani che era prima ministro dell’Industria e poi ministro dei Trasporti, due dicasteri quindi strettamente legati alla privatizzazione di Autostrade. Fanno pertanto particolarmente specie le dichiarazione di Bersani pervenute recentemente. Egli infatti chiede che la società Autostrade prima di prendere una decisione aspetti che si insedi il nuovo Governo, chiede che che si ripensi il ruolo dell’Anas e auspica un confronto sulla vicenda ergendosi a paladino dell’italianità. Bersani sembra essersi dimenticato che la privatizzazione di Autostrade è avvenuta con il suo consenso e quindi se siamo a questo punto non può fingere di non avere delle precise responsabilità. [Data pubblicazione: 10/05/2006] laPadania © tutti i diritti riservati

10/05/2006

Documento n.5950

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK