Da L'Espresso (24-7-2006). Vigilanza tradita di M. Riva

in Articoli e studi
Da L’Espresso (24-7-2006) AVVISO AI NAVIGANTI Vigilanza tradita di Massimo Riva Dopo appena sette mesi di vita, la legge sul risparmio è un testo che sembra non avere più padri nè padrini. Il ministro Padoa-Schioppa ha dichiarato che il testo è "bisognoso di miglioramenti". Ma la vera incognita in materia è il Parlamento Due anni di gestazione in Parlamento non sono bastati a fare della legge sul risparmio quello strumento di regolazione dei mercati finanziari che era nelle attese, in primo luogo, proprio dei risparmiatori. Tanto che ora, dopo appena sette mesi di vita, il testo sembra non avere più padri né padrini. Perfino esponenti della vecchia maggioranza berlusconiana, che pure ha fatto di tutto per svuotare di carica riformista il provvedimento, ammettono la necessità di modificare le norme appena entrate in vigore. I nodi irrisolti sono, purtroppo, una quantità. Intanto, ci sarebbe da togliere di mezzo il voto segreto nella elezione dei componenti dei consigli d'amministrazione delle società quotate: un autentico insulto al principio della trasparenza che i leghisti hanno voluto probabilmente per occasionali fini di bassa cucina di potere. Poi c'è l'enorme, ma intonsa, questione del conflitto d'interessi in cui versano le banche con la gestione dei fondi di loro proprietà: una situazione che sembra fatta apposta per facilitare o addirittura incentivare abusi contro la buona fede della platea dei risparmiatori, non solo piccoli. Ancora, c'è da riesaminare la controversa norma che sterilizza i diritti di voto delle fondazioni oltre quota 30 per cento nel capitale delle banche: frutto della incapacità ovvero dell'impotenza del legislatore a individuare, una volta per tutte, una limpida soluzione per il garbuglio d'interessi che si è creato attorno alle fondazioni cosiddette ex bancarie. Per non dire, infine, della reiterata indulgenza che la legge mostra nei confronti di uno dei più odiosi reati contro la fede pubblica, quale il falso in bilancio. Altri problemi attengono al terreno, diciamo così, dell'ordinamento di sistema. Per esempio, i confini fra le competenze delle Autorità di vigilanza sul settore sembrano essere stati disegnati da una mente contorta ovvero astutamente indirizzata a creare confusione di ruoli e conflitti paralizzanti. Particolarmente pasticciato è ancora il capitolo che riguarda l'assetto della Banca d'Italia al punto che in via Nazionale non sanno come procedere al rinnovamento dello statuto interno e paiono orientati a rinviare la questione a quando il Parlamento si sarà degnato di riprendere in mano il testo della legge per rifarne una stesura decente. Cosa che dovrebbe avvenire in tempi brevi dato che a gennaio 2007 scade il termine per adeguare il Testo unico finanziario alla nuova normativa. Avremo, dunque, nei prossimi mesi non più un colabrodo di riforma, ma una legge sul risparmio degna del suo nome? Il ministro Padoa-Schioppa, che è persona seria, si è speso al riguardo dichiarando che il testo attuale è "bisognoso di miglioramenti". Ma la vera incognita in materia è il Parlamento: nel senso della sua permeabilità alle pressioni di quei gruppi d'interesse che lavorano sott'acqua per lasciare le cose come stanno. La volta scorsa se n'è avuto un'eloquente dimostrazione, segnatamente in tema di falso in bilancio. Saprà e vorrà la nuova maggioranza cambiare strada? La discriminante, in fondo, è semplice: si tratta di stare dalla parte dei risparmiatori ovvero da quella di chi vuole manipolarli. ________________________________________ Legge sul risparmio: due nostri commenti di fine dicembre 2005: -”1”- -”2”-

25/07/2006

Documento n.6227

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