Da indymedia.org (15-4-05) CALL CENTER H3G A PALERMO. Storie di ordinaria precarieta’

in Articoli e studi
L’articolo originale e’ all’indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2005/04/774269.php Stampa i commenti. [SudMayDay’05]call center h3g a Palermo:storie di ordinaria precarieta’. by flexworkers h3g @ SudMayDay’005 Friday, Apr. 15, 2005 at 7:14 PM mail: [email protected] CALL CENTER H3G A PALERMO. Storie di ordinaria precarieta’ CALL CENTER H3G A PALERMO. Storie di ordinaria precarieta’ “3 IS NOT MAGIC NUMBER” Agli occhi dei bambini la luna è un gioiello sferico che, seppur illuminato da luce altrui, ricorre nei sogni fantastici e nei desideri più irrealizzabili. E´ fantasticamente luminosa ed il fatto di possedere una faccia oscura e nascosta non intacca assolutamente la popolarità presso i suoi più piccoli adepti... i bambini, che tentano invano di processare la luna e le sue due facce, sono relegati all´indice ed esclusi dai giochi di gruppo. Ma da grandi? Nulla cambia, purtroppo. Questa premessa serve ad introdurre l´ambiguità che riveste l´H3G nella galassia dei call center. Difatti nella giungla dei non-contratti, sorti dopo la controriforma del lavoro voluta da Biagi, la 3 si configura come una sorta di isola felice per chi, provenendo da altre esperienze similari, ha potuto provare sulla propria pelle l´impossibilità ad ammalarsi, l´inesistenza di permessi studio o di ferie retribuite. Inoltre, dal punto di vista contrattuale con i C.F.L. e i part-time/full-time a tempo determinato, i circa 250 lavoratori possono godere di diritti e di retribuzioni pari a quelle degli altri lavoratori del comparto telecomunicazioni: quindi niente LAP per intenderci. Sin qui tutto bene, ma l´altra faccia della luna? Presto detto, messa a nudo giorno 8 febbraio con il primo sciopero di tutti i lavoratori (anche il call center) contro la decisione dell´azienda dal "numero magico" di esternalizzare rete e settore informatico. Proprio così, un´azienda di telecomunicazioni leader nel settore dell´umts che "svende" il proprio scheletro dal quale e sul quale per cinque anni, dopo la contrastata concessione della licenza, si è costruito il piccolo miracolo 3G italiano, patrocinato dalla Cina e con molto furore. Ambiguo di certo, se non fosse per quell´idea di quotare la "trinità" in Borsa entro fine anno, facendo sorgere L’´esigenza impellente di liquidizzare tutto ciò che sinora si è "azzizzato" partendo da una rete che, nella sua dislocazione, ha seguìto spesso logiche spiazzanti. Inoltre, con l´operazione di esternalizzazione della rete presso altro gestore (Ericsson), l´H3G si appresta a diventare ciò che, in tempi non molto lontani, chiedeva di essere Tele2 trovando nell´azienda dei videofonini lockati, guarda caso, il maggiore oppositore. Qualcosa, evidentemente, non torna. Ma concentriamoci sull´accordo sottoscritto dalle organizzazioni Sindacali, con la 3 in presenza, tra l´altro, della Confindustria. Questo è limitato solo al settore della Rete e dell’informatica, che però, potrà essere, successivamente, subaffittata a terzi (ma solo una volta) e non riguarda i Call Center che rimangono, al momento, in 3. Prevede che per 30 mesi non siano possibili licenziamenti collettivi del personale, il mantenimento dell’attuale contratto delle Tlc, delle già elette rappresentanze sindacali, dei benefits aziendali (MBO, auto, telefonino), ma non è garantito il mantenimento dell’ attuale sede di lavoro. Il problema più grave che rimane aperto è inoltre la differenza tra i 30 mesi, in cui non saranno possibili licenziamenti collettivi e i 60 mesi dell’affitto della Rete di H3G ad Ericsson. Quindi da una parte si è ottenuta una garanzia nuova, non presente all’interno di molte altre esternalizzazioni, anche nelle Tlc, cioè il divieto di licenziamenti collettivi, dall’altra questa non copre però tutto il periodo dell’esternalizzazione. Confindustria, H3G e i Sindacati che hanno siglato l’accordo, hanno sostenuto, a ragione, che il divieto dei licenziamenti collettivi non esiste in nessun contratto di lavoro e che, tra l´altro, non è previsto nemmeno per chi rimane in 3; ma questo non può di certo tranquillizzare i lavoratori che, nel giro di pochi mesi, si sono visti catalputare da una realtà di successo ad un’azienda come la Ericsson che ha già esternalizzato, recentemente, personale e tagliato gli organici. Ovviamente, molti si domanderanno quale preoccupazione può avere un customer assistant, che beneficia di privilegi inarrivabili per i colleghi delle altre realtà palermitane e che, addirittura, viene formalmente rassicurato nell´accordo tra le parti sindacali? Senza cadere in facili allarmismi che hanno visto i call center della 3 essere portati prima in Albania e poi in Romania (stati in cui l´italiano è facilmente veicolato), vorrei terminare ricollegandomi sempre all´esternalizzazione della rete inteso come "pericoloso precedente" per le strategie aziendali future. Infatti, se un anno fa qualcuno avesse detto a un lavoratore di H3G ad alta qualificazione (che aveva lasciato il suo posto in altre realtà più consolidate come Tim, Wind o Vodafone lusingato da prospettive importanti), che entro un anno sarebbe stato ceduto a Ericsson, insieme all’attività della Rete (che è il business core e non un’attività ausiliaria o marginale), questi avrebbe detto al suo interlocutore che era sin troppo fantasioso. Così, a chi ancora si ostina a vedere soltanto la faccia luminosa della luna, vorrei ricordare che la luna non è il sole (che tra l´altro ha anche le sue macchie) e che, purtroppo, la fantasia a volte supera la realtà.

16/02/2006

Documento n.5693

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