Da Il Sole-24 Ore del 6-1-2006. Caso Fiorani. A clienti vip i soldi delle tasse evase sui capital gain

in Articoli e studi
6 gennaio 2006 A clienti vip i soldi delle tasse evase sui capital gain Nuove rivelazioni sul caso Bpi: Gianpiero Fiorani e il suo braccio destro Gianfranco Boni avrebbero diviso i soldi delle tasse evase sui capital gain tra i clienti privilegiati dell’istituto di credito tra i quali l’ex numero uno di Unipol Gianni Consorte e il suo vice Ivano Sacchetti. La vicenda è quella in cui la procura di Milano contesta anche la truffa aggravata ai danni dello Stato e si apprende adesso la violazione della legge sul sostituto di imposta. Fiorani e Boni avrebbero forzato il sistema informatico della Popolare italiana trattenendo le imposte sui capital gain che avrebbero invece dovuto pagare a nome dei loro clienti. Ogni banca, infatti, si comporta da sostituto d’imposta: preleva e versa su un "conto erario" quanto dovuto dai clienti titolari di un dossier titoli, grazie anche all’aiuto di un sistema informatico che calcola automaticamente l’importo della tassa da versare allo stato per ogni operazione. L’anomalia era stata evidenziata dagli ispettori della Banca d’Italia un paio di settimane fa, con conseguente segnalazione alla procura di Milano. Dagli estratti conto relativi alle plusvalenze ottenute da Consorte e Sacchetti risultavano stornate le imposte sui guadagni ottenuti grazie alle operazioni finanziarie di successo compiute su conti Bpi: 3,6 milioni di euro. Ma quei versamenti non sarebbero mai arrivati al conto erario perchè Boni e Fiorani avrebbero forzato il sistema di "back office" riuscendo a far risultare che, per quelle stesse operazioni, allo Stato erano dovuti i 20 mila euro poi effettivamente versati. Consorte e Sacchetti si sarebbero detti vittime inconsapevoli. Conti esteri, sospetti anche su funzionari pubblici. Non solo esponenti politici. Per la riconducibilità di conti esteri sui quali sarebbero affluiti soldi frutto di profitti illeciti relativi a operazioni finanziarie della banca di Giampiero Fiorani ci sarebbero anche funzionari pubblici. Secondo indiscrezioni, potrebbe trattarsi di appartenenti a organismi di controllo che non avrebbero fatto il loro dovere, favorendo Fiorani e i suoi fedelissimi in cambio di contropartite in denaro. La guardia di finanza di Milano tornerà molto presto in Svizzera e nel Liechtenstein per monitorare i conti bancari nell’ambito delle rogatorie internazionali. I pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti invece saranno nel Principato di Monaco in un giorno compreso tra il 9 e il 12 gennaio prossimi. A Montecarlo tra l’altro erano approdati i 50 milioni di euro destinati a Gianni Consorte ex presidente di Unipol da parte del finanziere bresciano Emilio Gnutti. «Per consulenze private» è stata la spiegazioni fornita sia da Consorte sia da Gnutti a cui però gli inquirenti non credono.

07/01/2006

Documento n.5517

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