Da Il Sole-24 Ore (6-6-06). Tassi BCE. Banca d'Italia e Antitrust fanno la voce grossa

in Articoli e studi
Banca d'Italia e Antitrust fanno la voce grossa di Alberto Annicchiarico e Chiara Bussi Giovedì 8 giugno va in scena l'ormai annunciato nuovo rialzo dei tassi da parte della Bce, il terzo in sei mesi sull'onda dei timori inflazionistici dopo due anni e mezzo di stabilità. Si parla di un altro 0,25% in più, ma c'è chi non esclude una stretta più decisa, 50 punti base, che porterebbe il costo del denaro di Eurolandia al 3 per cento. Quali sono le possibili ricadute per conti correnti, prestiti e mutui? Il Sole 24 Ore.com ha cercato di dare una risposta esaminando come le banche hanno reagito ai due precedenti rincari del costo del denaro, il primo dicembre 2005 e il 2 marzo 2006. Ritocchi a raffica negli ultimi mesi. Dati dell’Ufficio Italiano cambi alla mano, si scopre che in corrispondenza del primo rialzo dell’Istituto di Francoforte le banche hanno aumentato in media i tassi debitori (i creditori sono ormai ininfluenti perché prossimi allo zero) con scostamenti superiori, seppur di poco, rispetto al tasso di riferimento di Francoforte: +0,29% per le aperture di credito in conto corrente (dal 12,58% al 12,87%), +0,28% per il credito finalizzato all’acquisto rateale (dal 15,75% al 16,03%) e +0,30% nel caso dei mutui a tasso variabile (dal 3,85% al 4,16%). A ridosso della seconda stretta, in attesa della nuova media ufficiale (pronta a fine mese), sono state 547 le comunicazioni pubblicate tra i cosiddetti "altri annunzi commerciali" in Gazzetta Ufficiale tra il primo marzo e il 5 giugno, con ritocchi compresi tra lo 0,25% (circa la metà dei casi) e lo 0,75 per cento. Nelle ultime settimane c'è chi si è portato avanti. Due esempi per tutti: il Credito Artigiano ha deciso un aumento dello 0,50% sui tassi debitori a partire da lunedì 5 giugno, la Popolare Etruria e Lazio ha calato l'asso dello 0,75% dal 1° giugno. Ma non è finita qui: le associazioni dei consumatori avvertono che le decisioni dell’Eurotower sono il pretesto per alcuni istituti, che mettono mano così anche ai costi dei servizi. La Popolare di Intra, il 25 maggio, ha aumentato tra 0,50 e 0,54 euro le commissioni sui bonifici. Il quadro, in compenso, è certamente diverso per chi usa Internet e ha già un conto online (a esempio Fineco o IW Bank) o un conto deposito (Ing Direct, Santander Consumer): qui in molti casi anche i tassi creditori, a favore del cliente, sono stati adeguati e toccano punte del 2,75% mentre i costi (carte di credito, apertura e gestione conto, imposte di bollo) sono spesso inesistenti. Grandi istituti più virtuosi dei piccoli? Non tutti sono però uguali davanti al ritocco e il panorama è molto variegato. Gli istituti più grandi, soprattutto su alcuni nuovi prodotti, si dimostrano un po’ più virtuosi dei piccoli, che comunicano a più riprese le modifiche in Gazzetta Ufficiale. L’Antitrust: alt alle modifiche unilaterali. Una pratica, quella di comunicare i cambiamenti alle operazioni applicate alla clientela (con l’obbligo che vale solo per le condizioni peggiorative) stabilita dalla legge sulla trasparenza bancaria del 1992. Ma su cui l’Antitrust ha acceso un faro. Venerdì 26 maggio l’Autorità guidata da Antonio Catricalà ha inviato una segnalazione a Parlamento e Banca d’Italia chiedendo una modifica delle norme. «In alcuni casi - spiega Catricalà nel documento – la modifica unilaterale viene utilizzata per l’introduzione di nuove voci di costo, talvolta per variazioni di carattere individuale e non generalizzate, oppure in alcuni casi a vere e proprie modifiche della stessa struttura del contratto». Un atteggiamento giudicato distorsivo della concorrenza. L’Abi, dal canto suo, sottolinea che gli istituti hanno agito secondo le regole, ma si dice disposta a collaborare se il legislatore intenderà cambiare le norme. Bacchettate da Bankitalia. In Italia le spese a carico dei clienti - a cominciare dai costi di estinzione dei conti correnti (in media 34 euro) pur azzerati negli ultimi mesi da diverse grandi banche (tra cui Unicredit, Bnl, SanPaolo Imi) - sono ancora troppo elevate, ha confermato il governatore di Bankitalia Mario Draghi nelle Considerazioni finali del 31 maggio. Per fare chiarezza, lo stesso Antitrust procede con un’indagine conoscitiva sui prezzi dei servizi bancari avviata il 18 gennaio 2006 e i cui risultati sono annunciati entro l'estate. «Le segnalazioni pervenute - ha spiegato nel corso di un recente convegno a Milano Giovanni Calabrò, a capo della Direzione credito - evidenziano una generale scontentezza dei consumatori per i prezzi applicati, per il mantenimento dei rapporti di conto corrente e per la loro chiusura, per i lunghi tempi necessari alla disattivazione dei servizi che rendono di fatto molto onerosa la scelta di chiusura di un conto». Per non dire della «scarsa trasparenza della voci di costo, spesso aggiunte e comunicate successivamente alla costituzione del rapporto». Profumo: «Ridurre ancora i costi». Con PattiChiari (sito web dove è possibile confrontare i costi dei servizi offerti da una scelta di conti correnti; dopo l'estate dovrebbe partire una nuova fase per il cambiamento meno oneroso dei conti) l’Associazione bancaria italiana da qualche anno ha voltato pagina in fatto di competizione sui prezzi. Eppure gli stessi banchieri non la pensano tutti allo stesso modo sul costo dei servizi, voce che negli ultimi dieci anni (dati Confcommercio) ha pesato più di altre voci nelle tasche degli italiani (+6,7%). Il presidente dell’Abi, Maurizio Sella, ha letto nelle parole di Draghi non una “strigliata”, ma una linea d’indirizzo apprezzata. L’amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, si è detto d’accordo sulla necessità di ridurre ancora i costi. Corrado Passera, numero uno di Intesa, ha invitato, invece, a «fare le opportune distinzioni» tra chi ha fatto di più e chi meno «ed è giusto che il mercato lo riconosca». I consumatori: resta molto da fare. Per i consumatori resta comunque ancora molto da fare. Secondo Mauro Novelli, segretario dell’Adusbef, una delle associazioni più attente al rapporto tra banche e clientela, passi in avanti sono stati compiuti soprattutto perché le banche «cercano di assottigliare i costi tagliando il più possibile sui servizi che richiedono impiego di personale, ma al tempo stesso, quando si parla di costo del denaro, non solo assecondano la Bce, qualche volta la anticipano e la seguono con doppi ritocchi». Del resto, aggiunge Novelli, «da tempo ricordiamo che il conto corrente con il tasso di remunerazione praticamente nominale, deve essere trattato soltanto come uno strumento di spesa, certo non per fare risparmio».

06/06/2006

Documento n.6045

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK