da Il Sole-24 Ore 6-12-2005. Caso Parmalat:giallo sulle cifre delle revocatorie

in Articoli e studi
Giallo sulle cifre delle revocatorie È giallo sui veri numeri delle revocatorie Parmalat: il gruppo di Collecchio ribadisce che l’importo complessivo richiesto alle banche coinvolte nel crack finanziario di due anni fa è di 7,458 miliardi di euro, come riportato nel supplemento al prospetto informativo del 3 ottobre scorso e come ha ricordato l’amministratore delegato Enrico Bondi nel corso dell’assemblea degli azionisti dell’8 novembre; una cifra ben diversa da quella accertata attraverso un censimento dal Tribunale di Parma e diffusa lunedì 6 novembre dall’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor, secondo cui l’importo complessivo è di 39,64miliardi in 110 cause avviate nei confronti di una settantina di istituti di credito italiani ed esteri. La differenza tra i due importi è tanto più stupefacente perché contrasta con quanto dichiarato dalla società nel prospetto informativo per la quotazione in Borsa e inciderebbe pesantemente sulla capitalizzazione. Nella nota si precisa che le società del gruppo «hanno svolto azioni revocatorie in via riconvenzionale come complemento ad altre difese» per «circa 450 milioni di euro». La Consob continua comunque a studiare la documentazione per cercare di capire da dove nasca l’enorme divario tra l’importo che risulta al Tribunale e quello indicato da Bondi nel prospetto di quotazione. In un recente report su Parmalat gli analisti di Mediobanca hanno stimato il valore del contenzioso a un valore ancora più basso, tra 1,82 e 2,88 miliardi. Sulla vicenda grava anche la decisione del Tribunale di Parma di rinviare alla Consulta i ricorsi avanzati da numerosi istituti bancari per una presunta incostituzionalità della legge Marzano che consente l’utilizzo dello strumento delle revocatorie. In attesa che la Corte Costituzionale si esprima le cause sono sospese. Intanto al processo di Milano a carico dell’ex patron di Parmalat, Calisto Tanzi, e di altri 18 imputati, il pm Francesco Greco ha affermato che il revisore Deloitte Touche e Bank of America hanno rappresentato nel tentativo di difendersi un «mondo alla rovescia in cui banche e controllori erano anime innocenti rispetto ai risparmiatori biechi speculatori». «Tutte le banche - ha aggiunto - nel 2003 si erano coperte con vari strumenti, dagli swap alle garanzie assicurative. I risparmiatori invece non avevano nessun cash collateral da incassare», ha sottolineato Greco, spiegando che «se Deloitte non avesse certificato i bilanci Parmalat non sarebbe qui come imputata». Il pm ha invitato i giudici a valutare la possibilità di consentire ai danneggiati di costituirsi parte civile anche contro le società imputate di violazione della legge 231, quella sulla cosiddetta responsabilità oggettiva.

09/12/2005

Documento n.5377

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