Da Il Sole-24 Ore (2-10-05). Ai creditori metà azioni di Parmalat

in Articoli e studi
2 ottobre 2005 Ai creditori metà azioni di Parmalat di Alberto Annicchiarico È una vittoria soprattutto per il commissario straordinario Enrico Bondi, a meno di due anni dal crack. I creditori del gruppo Parmalat (risparmiatori traditi, banche e fornitori) hanno aderito in massa - con una percentuale vicina al 95%, ben superiore alla minima necessaria del 71,38% - al concordato proposto dal commissario per lo scambio tra debito e azioni. E così il Tribunale di Parma sabato ha omologato l’accordo e, di fatto, ha dato semaforo verde al ritorno in Borsa. L’impero del latte di Collecchio, crollato nel 2003 sotto il peso di uno scandalo da quasi 14 miliardi che ha travolto l’ex patron Calisto Tanzi con il figlio e l’intero gruppo dirigente oltre a banche e società di revisione, potrebbe rientrare nel listino di Piazza Affari già da metà ottobre. Secondo i delegati del Tribunale, solo il 2% dei creditori si è opposto allo scambio debito-azioni da 12 miliardi che si è chiuso il 26 agosto, anche se le astensioni, secondo il regolamento stabilito, sono state conteggiate come voti favorevoli. Come risultato dello swap, i detentori di obbligazioni mai rimborsate, dai piccoli investitori agli hedge fund, avranno oltre il 50% della nuova Parmalat del dopo Tanzi. La decisione, adottata in base alla legge Marzano, consentirà fin da lunedì 3 ottobre ai creditori di ottenere in cambio azioni della nuova società nel rapporto previsto di 11 euro per ogni 100 dell’investimento iniziale. L’operazione permetterà al gruppo di Collecchio di abbattere il debito di circa 13,5 miliardi di euro, riducendo l’esposizione complessiva intorno al miliardo. Grande euforia e soddisfazione, naturalmente, nel quartier generale di Collecchio. «In tre mesi - ha commentato Bondi - abbiamo avuto sia il voto dei creditori sia lo scrutinio. È stato tutto incredibilmente veloce ed efficiente. Spero che le procedure per il ritorno in Borsa saranno altrettanto veloci». Plaude al successo dell’operazione anche il leader dell’Unione, Romano Prodi, che ricorda come Bondi «abbia portato a termine un processo difficilissimo di protezione del valore industriale dell’azienda e, per quanto possibile, dei patrimoni dei risparmiatori, anche in assenza di uno specifico quadro legislativo». Ovvero, in mancanza della mai approvata legge sul risparmio. «L’elevata adesione di risparmiatori e di banche - continua Prodi - dimostra la fiducia nel ritorno sul mercato di uno dei pochi grandi gruppi industriali italiani del settore alimentare».

02/10/2005

Documento n.5106

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