Da Il Sole-24 Ore (19-12-05). I banchieri a Sella: troppi silenzi su Fazio, il sistema va difeso

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I banchieri a Sella: troppi silenzi su Fazio, il sistema va difeso ( Il Sole 24 Ore, del 19/12/2005 ) Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2005-12-18 - pag: 5 autore: DI CARLO MARRONI RETROSCENA I banchieri a Sella: troppi silenzi su Fazio, il sistema va difeso T utto tace nel sistema bancario. Il silenzio assordante sulle vicende che hanno investito da luglio ad oggi la Banca d’Italia e una delle prime dieci banche del Paese è proseguito, nella sostanza, fino ad oggi. Nonostante qualche prudente presa di posizione, specie sullo specifico caso Bpi, e la battuta di Alessandro Profumo a " La Stampa" ( " per Bankitalia il problema è la governance " ) ad oggi non risulta chiara la posizione delle banche italiane su una crisi istituzionale di gravità fino ad oggi sconosciuta in Occidente. Qualcosa potrebbe accadere mercoledì, in occasione della riunione del comitato esecutivo dell’Abi, l’associazione bancaria presieduta da Maurizio Sella. Da mesi la voce del sistema è univoca: le banche non commentano cosa accade a Bankitalia e a Fazio, il vigilato non commenta il vigilante. Una posizione questa che tuttavia ha trovato nel sistema creditizio giudizi talvota critici, sicuramente sempre anonimi. Anche nelle riunioni di settembre e novembre qualche voce di dissenso qua e là si alzò per chiedere una presenza più netta delle banche nel dibattito ( specie quando volavano le accuse del commissario Ue sul costo eccessivo dei servizi alla clientela), ma in definitiva mai sul nodo Bankitalia. Anche mercoledì prossimo non accadrà nulla di clamoroso, ma gli osservatori delle cose di Palazzo Altieri, sede dell’Abi a Piazza del Gesù, danno per possibile che la discussione possa sterzare sulla posizione di Fazio, l’operato di Via Nazionale nelle vicende della Popolare di Lodi e l’immagine che ne deriva per il sistema bancario nel suo complesso. Forse proprio in vista di questa riunione nei giorni scorsi Sella che lascerà la presidenza il prossimo giugno ha riununciato a partecipare alla trasmissione Porta a Porta dedicata all’arresto di Fiorani. Diverse fonti affermano che Sella dopo l’invito della Rai ha consultato i dieci principali membri del comitato per avere un parere sull’opportunità di andare in tv ad affontare, presumibilmente, una sorta di processo mediatico. Fonti accreditate affermano che la maggioranza degli interpellati ha sconsigliato la partecipazione, e lo stesso Sella ha ritenuto di far esprimere sul tema prima l’organo istituzionale dell’associazione. Nel comitato, durante il 2005, sono emerse voci a favore di una maggiore presa delle banche sulla pubblica opinione, specie da Corrado Passera e dallo stesso Profumo. Ma la linea di Sella di non commentare, alla fine, è stata sposata e rispettata da tutti. Ora che dalle intercettazioni si è passati al registro degli indagati, dopo che il Governo attacca ancora più duro e la Bce minaccia, anche dentro il prudentissimo mondo delle banche qualcosa lentamente si muove. Alcuni hanno ritenuto inopportuna la partecipazione di Divo Gronchi, d. g. della Bpi, alla stessa trasmissione ( specie quando ha parlato dei 30 euro caricati su un milione di conti correnti), ma Gronchi dicono altri doveva difendere il suo istituto dalla valanga di accuse, e separarne l’immagine da Fiorani. Insomma, era in qualche modo chiamato ad intervenire in prima persona e lo ha fatto da banchiere di lungo corso che non frequenta salotti mondani: forse un po’ spaesato, non particolarmente efficace nei tempi televisivi, ma sicuramente padrone della materia. Ma il nodo vero per cui qualcuno ha criticato l’uscita di Gronchi è che ha rotto il fronte del silenzio e ha in qualche modo messo in mora tutti gli altri. E infatti qualche timida dichiarazione dopo è arrivata e lo stesso Sella, parlando di Bpi, ha espresso fiducia nella magistratura e si è augurato che si non facciano generalizzazioni. Una posizione più netta quindi dovrebbe arrivare mercoledì, dopo il comitato esecutivo. Quello stesso comitato dove sedeva Gianpiero Fiorani, che dell’Abi è stato vice presidente nel precedente mandato. Si racconta che nel grande tavolo delle riunioni dell’esecutivo, nelle due sedie accanto a Fiorani non sedesse mai nessuno. Il 21 la riunione dell’esecutivo: i controllati vorrebbero che l’Abi uscisse allo scoperto ma bloccano le apparizioni tv del presidente.

19/12/2005

Documento n.5444

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