Da Il Sole-24 Ore (10-4-06). Nei verbali di Fiorani soldi a Dell’Utri e incontro ad Arcore

in Articoli e studi
10 aprile 2006 Nei verbali di Fiorani soldi a Dell’Utri e incontro ad Arcore C’era una lobby in Parlamento per sostenere i progetti dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio nelle vicende della scalate bancarie dell’estate 2005. E non sono mancate le dazioni di denaro a esponenti di spicco della Casa delle Libertà, tra i quali i senatori di Forza Italian Luigi Grillo e Marcello Dell’Utri. L’ex numero uno della Banca popolare italiana Gianpiero Fiorani nei 14 interrogatori davanti ai pm di Milano, che si sono rivelati utili per ottenere domenica 9 aprile la concessione degli arresti domiciliari dopo quattro mesi a San Vittore, ha raccontato molto e di più ai magistrati della Procura di Milano, anche tre incontri con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Fiorani ha affermato di avere consegnato, nel 2004, 200 mila euro in contanti a Grillo per «ringraziarlo» dell’attività di lobby a favore di Fazio e per le sue esigenze politiche ed elettorali. Di quei soldi 100 mila euro, sempre secondo la versione dell’ex banchiere, sarebbero stati consegnati a Dell’Utri, uno dei fondatori del partito del premier, sempre nell’ambito del lavoro di costruzione di una lobby per Fazio. Grillo è indagato dalla procura di Milano ma non in relazione ai soldi di Fiorani, fatto per il quale fino a questo momento i magistrati non hanno ritenuto di procedere. Il senatore forzista risponde di concorso in aggiotaggio e l’iscrizione, di cui si è saputo solo nella giornata di oggi, risalirebbe a diversi mesi fa. Grillo fu tra le prime persone ad essere messo al corrente dell’autorizzazione concessa da Antonio Fazio all’epoca governatore della Banca d’Italia in relazione all’offerta pubblica di acquisto sulla banca Antonveneta e di cui Fazio parlò con Fiorani nella famosa telefonata della notte tra l’11 e il 12 luglio 2005. I pm non hanno ancora valutato la rilevanza penale o meno di una serie di dazioni di denaro avvenute nell’attività di lobby. Nello strsso quadro ci sono altre affermazioni di Fiorani che riguardano l’avvocato d’affari e senatore forzista Cesare Previti, il quale «avrebbe avuto piacere di veder inserito il figlio nello staff legale di Banca Popolare di Lodi<. E ancora, sempre secondo Fiorani, «Previti attraverso il figlio Stefano voleva accreditarsi come legale della banca». Al centro delle dichiarazioni di Fiorani anche tre incontri con il presidente del Consiglio. Il primo ad agosto del 2004 a villa Certosa in Sardegna dove erano presenti il senatore Grillo, Previti con le rispettive mogli. Fiorani parlò del suo progetto su Antonveneta e stando a quanto da lui riferito a verbale il premier disse di essere d’accordo solo se ci sarebbe stato il benestare del governatore Fazio. Il secondo incontro si verificò al salone nautico di Genova nell’autunno del 2004. Secondo Fiorani Berlusconi avrebbe chiesto di essere rassicurato in ordine all’inchiesta sul fallimento della società di sondaggi Hdc di cui era titolare Luigi Crespi, il manager che nel 2001 aveva creato il «contratto con gli italiani» siglato in tivù a Porta a Porta. Fiorani disse a Berlusconi di non preoccuparsi. Il terzo incontro tra Fiorani e Berlusconi fu ad Arcore tra il dicembre del 2004 e il gennaio del 2005. All’ordine del giorno sempre il progetto di Banca Popolare di Lodi su Antonveneta. La procura di Milano maneggia con moltissima cautela questo tipo di informazioni fornite da Fiorani perché, è opinione diffusa tra gli inquirenti, che gli accertamenti ben difficilmente porteranno acqua al mulino dell’inchiesta penale. Finora nessun politico, al di là di Grillo, è stato iscritto nel registro degli indagati. Non è escluso che possa accadere, ma in questo momento i pm Francesco Greco, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti hanno ben altre priorità. L’obiettivo è di chiudere nel giro di qualche settimana una prima parte dell’inchiesta, quella sulla scalata ad Antonveneta. Ma i pm non hanno ancora deciso che cosa chiudere e che cosa lasciare aperto. Intanto potrebbe essere necessario risentire Antonio Fazio e Francesco Frasca dal momento che l’ex governatore della Banca d’Italia e l’ex responsabile dei servizi di vigilanza avrebbero manifestato l’intenzione di chiedere un altro faccia a faccia con l’accusa. Poi i pm dovranno decidere se tirare le conclusioni anche delle indagini connesse agli arresti del 13 dicembre, dal momento che l’associazione a delinquere ipotizzata a carico di Fiorani e altri era finalizzata anche all’aggiotaggio.

12/04/2006

Documento n.5896

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