Da Il Resto del Carlino. Broker scappa coi soldi. La banca deve risarcire

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Broker scappa coi soldi. La banca deve risarcire Per un suo ex promotore finanziario, licenziato per giusta causa, che aveva truffato un pensionato napoletano. La sentenza del tribunale civile condanna la banca a pagare. Il truffatore sarebbe fuggito in Venezuela Ferrara, 9 giugno 2006 - Lui, di quel promotore si era fidato. Eccome. Alla fine, invece, ha rischiato addirittura di rimetterci la bellezza di poco meno di 30mila euro investiti. Soldi che riavrà dalla banca Fideuram per la quale il professionista lavorava, condannata dal tribunale civile al risarcimento. Questa volta in primo piano non ci sono bond Argentina o titoli Parmalat, bensì il giochetto astuto di Giovanni Scagliarini (vecchia conoscenza dei poliziotti della Squadra Mobile e del pm Nicola Proto che coordinarono le indagini), ex promotore finanziario della banca cittadina. Un piano, il suo, che ha portato grane ad un pensionato napoletano (e purtroppo non è stato il solo, ndr) di 58 anni (difeso dall’avvocato Michele Manfrini) che per anni ha lavorato in città. La curiosa vicenda comincia il 22 maggio 2001: il 58enne, attraverso il promotore, sottoscrive un contratto di gestione patrimoniale versando 145.640 euro. Prima della sottoscrizione del rapporto, al pensionato vengono rilasciate tre lettere dal professionista, su carta intestata della banca, e nelle quali viene garantito un rendimento minimo pari al 6%. «Facendo seguito alla nostra precedente — si legge dalle lettere — siamo a concordare che sul suo conto sarà bonificata la somma, quale risultato minimo di gestione». Lettere che presentano le firme di due dirigenti della banca. Tutto, all’apparenza, in piena regola. Peccato che alla fine del 2003 il napoletano cerchi via telefono il promotore per chiarimenti sull’investimento. Ma dalla banca giunge la notizia che il professionista è stato ‘licenziato’ per giusta causa dopo irregolarità commesse. Ecco allora saltar fuori che le tre lettere erano fasulle e le firme ‘taroccate’ da Scagliarini. La banca però - chiarisce - non può riconoscere nulla, nemmeno quel famoso 6% perchè - specifica - quella era un’iniziativa del promotore. Di fronte ad una perdita di 26mila euro ecco passare per vie legali. Marzo 2004, inizia la causa civile appena terminata con la sentenza del collegio del tribunale (composto da Mazziotti Di Celso, D’Orazi e Stigliano) nella quale la banca «deve risarcire e rispondere anche in qualità dell’operato del promotore». Condannata al pagamento dei 26mila euro comprensivi di interessi e spese legali. Ah, il promotore. Di lui nessuna notizia... Da tempo ha preso la strada del Sudamerica. In Venezuela, parrebbe, per togliersi dai guai. di Nicola Bianchi

09/06/2006

Documento n.6064

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