Da Il Messaggero (16-9-05). SCIOPERO DEI CONSUMI

in Articoli e studi
Venerdì 16 Settembre 2005 SCIOPERO DEI CONSUMI Le associazioni esultano «Adesione del 75%» di ELISABETTA ROSSI La “rivolta dei consumatori” ingrossa le sue fila e allo sciopero della spesa, proclamato ieri da Adusbef, Adoc e Federconsumatori, aderisce il 75% dei cittadini. Un aumento di 5 punti rispetto al 70% dei “dimostranti” dello scorso anno. Astensione dal consumo, quindi, per 3 persone su 4 che, dalle 11.30 alle 13.30, hanno scelto di rinunciare ad almeno un acquisto. Il 35% dei “rivoltosi” è stato ancor più virtuoso: ha osservato il “fioretto” per tutta la giornata, preservandosi per 24 ore dal cedere a qualunque tipo di spesa. La stima di Intesa dei Consumatori è il risultato di un’indagine realizzata su un campione di circa 400 consumatori, raggiunti personalmente, tramite telefono, e-mail e attraverso il monitoraggio dell’accesso dei clienti a supermercati e ipermercati. Tra le azioni dimostrative, oltre a borse e portafogli serrati, l’Intesa chiedeva anche di spegnere tutte le luci alle 11.30 per 5 minuti. E dalle stime sul mini black out, risulta che un utente su tre ha potuto staccare la spina di almeno un apparecchio elettrico. Agli intervistati è stato sottoposto anche un questionario, dal quale è risultato che il 43% ritiene che i prezzi siano aumentati moltissimo (“molto” per il 36%, “abbastanza” per il 20%, “poco” per l’1%). L’82% dichiara che la stangata ha colpito soprattutto i prodotti alimentari, contro un 44% che si riferisce all’abbigliamento e un 41% ai rincari di frutta e verdura. Il 59% degli intervistati afferma di aver stretto la cinghia proprio a causa della corsa al rialzo dei prezzi, a fronte di un 41% che si dice solo leggermente condizionato negli acquisti. Ma le cifre poco consolanti di Adusbef non si fermano qui. Circa il 35% dei pensionati si trova sotto la soglia della povertà. Di questi il 6% non compra più carne ed il 56,5% ne ha ridotto della metà il consumo. E, senza uscire dal settore alimentare, anche una semplice pizza grava pesantemente sul portafoglio. Un vero lusso per la famiglia media che per un’uscita al ristorante è costretta a spendere tra i 10 e i 15 euro, rispetto alle vecchie 13mila lire. E nel can-can dei prezzi, anche l’Istat ci mette del suo. «Dice il falso», sostengono senza mezzi termini le associazioni dei consumatori. Le quali, all’indomani dello sciopero, presentano la prossima mossa nella lotta al caro-vita. «Chiederemo l’istituzione - spiega il responsabile regionale dell’Adusbef, Floro Bisello – di una commissione parlamentare sul prezzo della benzina allo scopo di accertare l’entità e l’esatta destinazione dei profitti indebiti delle compagnie petrolifere a danno di milioni di cittadini».

17/09/2005

Documento n.5058

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