Da Il Meridiano 31-1-2007. Banca senza concorrenti

in Articoli e studi
Diritti Banca senza concorrenti Roma L’Italia parla di liberalizzazioni e le banche non sanno farsi concorrenza. La Commissione europea sospetta che ci sia un cartello, a danno dei consumatori e delle piccole imprese. E ci sono anche le prove. Lo si legge in un rapporto che sarà presentato ufficialmente oggi e che il quotidiano finanziario britannico “Financial Times” ha anticipato in prima pagina. Tra gli Stati membri citati da Bruxelles c’è anche l’Italia, dove si verificherebbe una combinazione di alti profitti, di un alto livello di concentrazione e dell’esistenza di barriere in entrate. Un mix devastante, almeno per i correntisti. La Commissione punta il dito soprattutto contro le casse di risparmio e le casse cooperative che hanno grandi quote di mercato in Paesi come la Germania, la Francia, la Spagna e, appunto, l’Italia. Manca proprio la volontà di competere a livello locale. Nella stessa inchiesta, secondo quando anticipato invece da “La Stampa”, si parla anche delle spese per i conto correnti, che in Italia sarebbero le più care d’Europa. L’indagine, a detta dell’Adusbef, conferma che il sistema italiano è “fuori dai parametri”. Le banche, attacca il presidente dell’Adusbef Elio Lannutti, «ne devono prendere atto, abbattendo i costi per la gestione dei conti correnti che restano troppo alti». L’Adusbef, che promuove i provvedimenti a favore delle liberalizzazioni contenute nel pacchetto Bersani, sottolinea anche che il Governo «ha fatto grandi favori alle banche con l’eliminazione delle transazioni in contanti, con l’obbligo del pagamento degli F24 in banca: misure che costano almeno 16 euro al mese per ogni partita Iva». Ed è tutta colpa dell’Antitrust, «tanto solerte su tanti argomenti, tanto “addormentato” su questo fronte, con un’indagine che continua a dormire in qualche cassetto a Piazza Verdi», ma anche dell’Abi che addirittura «andrebbe cancellata, perché tutti i provvedimenti introdotti da Bersani, e compensati da altre misure, andavano introdotti proprio dalle banche attraverso Palazzo Altieri». L’Adusbef non se ne risparmia una, e attacca come di consueto il sistema bancario italiano, «caro, vessatorio ed inefficiente». L’associazione, commentando infatti i dati della Commissione, osserva che se la tenuta di un conto corrente in Europa costa in media 14 euro, in Italia le banche ne chiedono più di 5 volte tanto, ossia 60 euro. Nella peggiore delle ipotesi, poi, con un conto corrente senza agevolazioni, con 11 operazioni mensili bisogna sborsare 550 euro l’anno. Lo stesso discorso vale per la chiusura del conto corrente, che costa 60 euro, contro una media europea di 2,43 euro. E le liberalizzazioni non hanno risolto quest’impasse. Per ridurre gli elevatissimi costi di gestione dei conti correnti italiani, in sostanza, «il Governo deve ancora lavorare sodo, dopo l’intervento sui mutui, che ha eliminato le penali di estinzione e la servitù di chiedere il favore a banche e notai, per la cancellazione dell’ipoteca, con un costo anche superiore a 600 euro, abrogando i costi di trasferimento dei titoli ed introducendo la portabilità dei conti correnti, alla stessa stregua della portabilità del numero di telefonino da un gestore all’altro». Mariangela Mariani

01/02/2007

Documento n.6401

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