Da Finanza e Mercati 14-7-06. E Goldman cade nella tagliola fiscale degli ex

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E Goldman cade nella tagliola fiscale degli ex ( Finanza e Mercati del 14/07/2006 ) Di Redazione del 14-07-2006 da Finanza&Mercati del 14-07-2006 [Nr. 137 pagina 5] La Guardia di finanza sequestra 5 milioni alla banca d'affari accusata di frode ai danni dell'Erario. È la prima vittima della stretta sull'evasione tributaria voluta dai vecchi manager ora al governo. Il fisco italiano ha sequestrato, ieri, 5 milioni a Goldman Sachs. Che si aggiungono ai 4 confiscati lo scorso anno. Tutto nell'ambito di un'inchiesta condotta dalle Fiamme Gialle per una truffa relativa a crediti di imposta non dovuti. L'operazione è stata battezzata, con una certa ironia, Easy Credit, cioè crediti facili. Diretto e facile è pure il collegamento tra la banca d'affari statunitense e le istituzioni italiane. Ed è quantomeno bizzarro che l'amministrazione finanziaria abbia rivolto le sue attenzioni su Goldman proprio nel momento in cui i suoi top manager - anche di primo livello - ricoprono posizioni chiave nell'economia italiana e proprio mentre il governo ha fatto della lotta all'evasione fiscale la bandiera del suo programma economico. Di tutto ciò, ovviamente, la Guardia di finanza, nel corso dell'indagine, non ha tenuto conto. Né avrebbe potuto farlo. Ma la circostanza suscita curiosità. Il pensiero corre subito a Mario Draghi che prima di diventare governatore di Bankitalia era l'autorevole vicepresidente della banca americana. Così come a Massimo Tononi, che ha lasciato la sede londinese di Goldman da poche settimane per assumere l'incarico di sottosegretario all'Economia. O addirittura al primo ministro Romano Prodi, che della banca d'affari è stato per anni consulente di massimo livello. Senza dimenticare che nelle ultime settimane, Claudio Costamagna, dopo aver lasciato la divisione investment banking, è stato al centro del totonomine per la Direzione generale del Tesoro. Sta di fatto che i vertici della banca Usa avevano messo in atto un meccanismo grazie al quale pretendevano dalle Entrate la restituzione di oltre 200 milioni. Bastava prestarsi temporaneamente le azioni di società italiane quotate in modo che allo stacco del dividendo risultassero di proprietà di soggetti inglesi e il gioco era fatto: si richiedeva il rimborso del credito relativo e, nell'attesa, maturavano pure gli interessi. Il fenomeno è già noto alla nostra amministrazione finanziaria. Ed è ampiamente diffuso. Gli importi su cui sta indagando la Gdf superano i 5 miliardi. Ora, con il piano del governo, il contrasto alle frodi diventerà più serrato. Goldman ne ha già fatto le spese. Forse, doveva aspettarselo.

14/07/2006

Documento n.6176

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