Corriere della Sera 17-3-10. Caso derivati, a giudizio quattro banche e due funzionari del Comune di Milano

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coinvolte JP Morgan, Deutsche Bank, Ubs e Depfa Bank. Il processo inizierà il 6 maggio Caso derivati, a giudizio quattro banche e due funzionari del Comune di Milano Prima caso al mondo: truffa di 100 milioni commessa da istituti di credito ai danni di enti pubblici MILANO - Il gup di Milano Simone Luerti ha rinviato a giudizio quattro banche e tredici persone, imputati per truffa aggravata ai danni del Comune di Milano per la vicenda dei derivati. Le banche in questione sono Jp Morgan, Deutsche Bank, Ubs e la tedesca Depfa Bank, in riferimento a uno swap con scadenza trentennale emesso nel 2005. Secondo l'accusa, gli istituti di credito avrebbero guadagnato illecitamente dall'operazione circa 100 milioni di euro. Sono stati rinviati a giudizio anche 11 funzionari delle banche coinvolte (tre di Ubs, due di Deutsche Bank, cinque di Jp Morgan e due di Depfa Bank) e due del Comune, l’ex direttore generale Giorgio Porta e il consulente Mauro Mauri, esperto della ristrutturazione del debito comunale. L'inchiesta, che è la prima in Italia che riguarda una presunta truffa ai danni di enti pubblici commessa da banche, è stata condotta dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Alcune delle banche coinvolte hanno negato ogni addebito ribadendo piena fiducia nei propri dipendenti PROCESSO «PILOTA» - A quanto riferisce il pm Alfredo Robledo, si tratta del primo caso in Italia e forse nel mondo di un processo penale per truffa ai danni di enti pubblici commessa da istituti di credito. «C'è solo un precedente di una sentenza amministrativa in Inghilterra alla fine degli anni 90 - ha detto il magistrato ai giornalisti dopo la decisione del giudice - In questa sentenza si diceva che i Comuni non dovrebbero comprare derivati dalle banche». «E' la tappa di un percorso - ha aggiunto Robledo, commentando il provvedimento di rinvio a giudizio -. Un passaggio delicato, ma un passaggio». LA TRUFFA - L'indagine fa luce su uno swap trentennale del 2005 tra il Comune di Milano e le quattro banche su un bullet bond da 1,68 miliardi di euro in scadenza nel 2035. Nella vicenda le quattro banche sono imputate come persone giuridiche per illeciti amministrativi previsti dalla legge 231 del 2001, che impone alle aziende la costituzione di modelli organizzativi per prevenire gli illeciti. La procura ha sostenuto nella sua richiesta di processo che gli indagati avrebbero detto «falsamente» che la struttura proposta al Comune «avrebbe consentito una riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico dell'Ente nella misura di 57 milioni 326.070 euro così prospettando tale proposta come conveniente» per il Comune. In realtà invece, secondo l'accusa, il prodotto offerto a Palazzo Marino «non rispettava il valore complessivamente nullo di uno swap all'atto della sua stipula, secondo la prassi e la condotta di mercato». I FUNZIONARI COMUNALI - Secondo l'accusa, i due funzionari del Comune coinvolti avrebbero poi «indotto in errore» il Consiglio e la Giunta comunale che, dando il via libera all'emissione obbligazionaria nei termini previsti dalle banche, «procuravano l'illecito profitto, definitivamente acquisito (...), e mantenuto occulto nei confronti dell'Ente territoriale» per 52 milioni 689.907 euro (di cui 3 milioni 972.606 euro a Ubs Ltd, 10 milioni 379.893 a Deutsche Bank, 31 milioni 144.808 a JpMorgan e 7 milioni 192.601 a Depfa Bank) «con pari decremento patrimoniale del Comune di Milano, cui cagionavano danno di rilevante gravità». Secondo il pm ancora, nella stipulazione del contratto il Comune sarebbe stato «spogliato dolosamente» delle tutele previste per gli enti qualificati come «intermediate customer», non ricevendo le protezioni espressamente indicate dal Conduct of Business Sourcebook e dal Financial Services Authority Handbook. La vicenda aveva preso il via nel 2008, quando il gruppo consiliare del Pd a Palazzo Marino aveva depositato alla procura un esposto sulle operazioni in strumenti derivati effettuate dal Comune, in cui si chiedeva l'applicazione del reato di truffa a carico dei quattro istituti. Redazione Online 17 marzo 2010 © RIPRODUZIONE RISERVATA

17/03/2010

Documento n.8523

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