Consumatori: sciopero della spesa contro la nuova stangata di 605 euro

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Consumatori: sciopero della spesa contro la nuova stangata di 605 euro di GUGLIELMO QUAGLIAROTTI ROMA - Tra manovra correttiva e Finanziaria 2005, le famiglie italiane rischiano di ritrovare sul loro bilancio un aggravio aggiuntivo di 605 euro ciascuna. Una «stangata», contro la quale l’Intesa dei consumatori ha deciso ieri di lanciare un vero e proprio ultimatum al Governo: se non cambierà il Dpef e la legge sulla class action, il prossimo 16 settembre scatterà in tutta Italia il quarto sciopero della spesa. L’Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) ha chiesto anche un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Berlusconi e con il ministro dell’Economia Siniscalco «per un confronto sulla Finanziaria 2005». Sotto tiro anche la legge sulla «class action» approvata alla Camera «ben lontana dal modello americano e che costringerebbe i consumatori a 6 gradi di giudizio». I consumatori hanno intanto provveduto a calcolare gli effetti sul portafoglio degli italiani della manovra correttiva da 7,5 miliardi e delle misure che, stando alle prime indiscrezioni della stampa, potrebbero essere previste nella Finanziaria 2005 da 24 miliardi di euro. Ecco come si arriva alla cifra di 605 euro: Per la «manovrina» 120 euro. Le misure di aggiustamento dei conti pubblici porteranno ad aggravi pari a 37 euro per i servizi bancari, 38 euro per quelli assicurativi, 15 euro per l’effetto trascinamento dell’inflazione sui tabacchi, 30 euro per i tagli agli enti locali «che si ripercuoteranno sui cittadini attraverso la fiscalità locale e il taglio ai servizi sociali». Da ticket e caro-degenza 115 euro . Queste due ipotesi, prevedono 1,5 miliardi di euro di gettito e 1 miliardo di risparmio sul deficit sanitario. Per il ticket si parla di 4 euro a confezione per un massimo di 8 euro a ricetta, mentre la degenza potrebbe costare 6,22 euro a giornata oppure un ticket medio per ricovero di 38,61 euro. Maggiori tasse sul risparmio : 285 euro. Tanto costerebbe l’ipotesi di portare le tasse sugli interessi di obbligazioni e titoli di Stato dal 12,5 a 23%. Caro-spiaggia: 85 euro in più. Con l’aumento a 2 miliardi del gettito sulle concessioni demaniali, il caro-ombrellone subirebbe aumenti del 600-700%. Il pool di associazioni continua a chiedere un Dpef che «liberi risorse ingenti nel magma grigio dell’elusione e dell’evasione fiscale; un taglio delle spese militari certamente meno necessarie delle spese per il welfare; che completi le liberalizzazioni nei settori strategici per le tasche delle famiglie con abbattimenti consistenti di prezzi e tariffe; che preveda un parziale risarcimento delle spese delle famiglie con un bonus fiscale pari a 1.000 euro per i redditi fino a 20.000 euro. Ed a preoccupare intanto è anche l’andamento della fiducia dei consumatori; secondo l’Isae, è in crescita solo nel Nord Est mentre è in calo da tutte le altre aree geografiche.

28/07/2004

Documento n.4068

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