Caso Fiorani. Da Il Sole-24 Ore (11-1-06). I Pm stringono sulle fiduciarie

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I Pm stringono sulle fiduciarie di Mara Monti È stato un vertice per fugare dubbi di tensioni latenti tra le due procure dopo la vicenda del giudice Francesco Castellano per le telefonate avute con Giovanni Consorte, vicenda che ha coinvolto il procuratore aggiunto Achille Toro, per mesi coordinatore delle scalate bancarie romane, costringendolo alle dimissioni. Cinque ore di lavoro intenso, senza pausa pranzo, al quarto piano di Palazzo di Giustizia di Milano. Attorno al tavolo il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, i pm Giulia Perrotti ed Eugenio Fusco e i colleghi di Roma, Giuseppe Cascini, Rodolfo Sabelli e Perla Lori, oltre ai rappresentanti della Guardia di Finanza. Uno scambio di informazioni e documenti sui diversi filoni di inchieste dall’AntonVeneta, alla Bnl alla Rcs, indagini comuni, certo, ma per le quali emerge sempre più chiaramente il ruolo di capofila della procura di Milano. Benché non sia emersa alcuna ipotesi di trasferire da Roma a Milano qualcuna delle indagini aperte, il vertice, come hanno tenuto a sottolineare i magistrati, è «avvenuto nella piena e ampia collaborazione». Si stringe sui politici. Dalla procura di Milano, intanto stanno emergendo nuovi filoni che puntano al ruolo dei politici nell’appoggio alle scalate bancare. Un nuovo fronte che parte dal patto di ferro che per anni ha legato Giovanni Consorte, Emilio Gnutti e Gianpiero Fiorani, sodali in tante operazioni finanziarie a partire dalla scalata Telecom, passando per la cessione del colosso telefonico alla Pirelli, fino alle scalate bancarie. In mezzo spericolate operazioni finanziarie, arricchimenti personali, consulenze pagare estero su estero, un’associazione per delinquere, secondo gli inquirenti milanesi, che ha potuto perpetuarsi negli anni con gli appoggi politici garantiti da Fiorani e da Consorte. Chi erano gli intermediari dei due schieramenti? Quali appoggi hanno garantito e soprattutto in cambio di che cosa? E in questo scenario, come si inserisce l’immobiliarista Stefano Ricucci, protagonista delle scalate estive? «Un cane sciolto», taglia corto un inquirente. Le fiduciarie di Consorte, Gnutti, Fiorani. Su questo crinale dove finanza e politica si intrecciano, si sta dipanando l’inchiesta milanese, giunta ad una svolta, alla luce dei nuovi interrogatori di Fiorani e Gianfranco Boni a san Vittore e delle nuove operazioni finanziarie che le indagini stanno facendo emergere. Come le sofisticate triangolazioni tra Consorte, Fiorani e Gnutti, operazioni coperte da prestanomi e fiduciarie con le somme transitate su società lussemburghesi (vedi pezzo in pagina) e su conti esteri. «Abbiamo le carte e i conti che dimostrano quanto stiamo dicendo», ammettono fonti giudiziarie. Ed è sul ruolo di Consorte che gli inquirenti stanno rivolgendo la loro attenzione, una figura che per molto tempo è rimasta nell’ombra, in realtà registra di numerose operazioni, come le scalate estive bancarie stanno dimostrando. E sulla figura di Consorte si sono concentrati i magistrati di Roma e di Milano nell’incontro di ieri: i pm lombradi hanno iscritto nel registro degli indagati l’ex numero uno di Unipol anche per aggiotaggio, ritenendo che nella scalata AntonVeneta abbia agito in concerto con Fiorani, Gnutti e Ricucci, mentre a Roma è la scalata Unipol alla Bnl a vederlo coinvolto. Gli inquirenti attendono la memoria dei legali dell’ex manager di via Stalingardo sui rapporti con il finanziere bresciano, una memoria cui sarebbero interessati anche i magistrati romani. Ricucci? Un cane sciolto. Scambio di informazioni e documenti anche su altri filoni d’inchiesta comuni, come quello Rcs. E sulla figura dell’immobiliarista, che gli inquirenti definiscono «cane sciolto», le analisi delle due procure convergono. Chi c’è dietro Ricucci? Era la domanda ricorrente a partire dalla scorsa estate: le indagini hanno appurato che sono stati finanziamenti per centinaia di milioni di euro concessi dalla Lodi e garantiti da operazioni immobiliari fittizie, a consentire l’acquisto di titoli Rcs e AntonVeneta rastrellati per le scalate. Oggi l’arrivo degli ispettori. Il lavoro degli inquirenti è proseguito con l’interrogatorio di Donato Patrini, l’ex regional manager di Bpl toscana che lo scorso ottobre ai pm aveva parlato di finanziamenti a uomini politici, di cui aveva rivelato anche i nomi, da parte di Gianpiero Fiorani e del suo entourage. Sentito anche l’ex segretario di Fiorani, Rosario Mondani. I due sono stati convocati per riscontrare alcune dichiarazioni rese durante gli interrogatori delle scorse settimane da Fiorani e l’ex direttore finanziario Gianfranco Boni in carcere a San Vittore dallo scorso 13 dicembre. Per oggi in Procura a Milano è attesa la visita degli ispettori inviati dal ministero dopo la fuga di notizie avvenuta nei giorni scorsi con la pubblicazione su «Il Giornale» delle conversazioni intercettate ma mai trascritte tra Consorte e il segretario dei Ds Piero Fassino. A questo proposito il ministro della giustizia Roberto Castelli, intervendo alla trasmissione televisiva Ballarò, ha detto che la telefonata è «penalmente rilevante» perchè in essa si prefigura il reato di insider trading.

11/01/2006

Documento n.5530

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