caso Enron: KENNETH LAY E JEFFREY SKILLING GIUDICATI COLPEVOLI

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ENRON: KENNETH LAY E JEFFREY SKILLING GIUDICATI COLPEVOLI WASHINGTON - L'America chiude con un verdetto di colpevolezza per due ex top manager la pagina degli scandali finanziari che hanno segnato la storia di Wall Street all'inizio del XXI secolo, dopo il decennio dei soldi 'facili' e del boom della New Economy. Kenneth Lay e Jeffrey Skilling pagheranno probabilmente con decenni in cella la loro gestione spericolata della Enron, il colosso dell'energia divenuto il simbolo stesso di un certo modo, patologico, di fare affari. Uno dei più grandi scandali finanziari nella storia degli Stati Uniti si è concluso a Houston, dopo quasi quattro mesi di processo, con un riconoscimento di colpevolezza per cospirazione finalizzata alla frode sul mercato azionario. La sentenza sarà letta il prossimo 11 settembre, con un certo simbolismo: nel giorno in cui l'America commemorerà il quinto anniversario dell'attacco terroristico, metterà anche la parola fine alla più importante di una serie di inchieste che hanno costretto Wall Street a fare i conti non solo con le conseguenze delle stragi, ma anche con i propri mali interni. Il verdetto della giuria popolare, che ha riflettuto sei giorni prima di pronunciarsi, equivale in pratica a un ergastolo per i due imputati. Lay, il fondatore del colosso dell'energia che svanì nella bancarotta nel dicembre 2001, è stato riconosciuto colpevole per tutti i sei capi d'imputazione di cui doveva rispondere, per i quali rischia fino a 45 anni di carcere. Inoltre, Lay è stato condannato anche per una vicenda separata di frode bancaria legata a suoi prestiti personali, per la quale la pena per lui può arrivare ad altri 120 anni. Skilling, l'ex amministratore delegato di Enron, rischia una condanna a 185 anni di reclusione per i 19 capi d'imputazione per i quali è stato ritenuto colpevole. Entrambi gli imputati hanno dovuto consegnare il passaporto e il giudice ha fissato cauzioni di 5 milioni di dollari per restare in libertà fino alla sentenza. La prospettiva, per i due ex top manager, è di entrare in carcere l'11 settembre e restarvi fino alla fine dei loro giorni, pagando per un crack di dimensioni enormi, che spazzò via oltre 60 miliardi di dollari di valore di mercato, oltre 2 miliardi di dollari di piani pensionistici e 5.600 posti di lavoro. Un terremoto che rappresentò, alla fine del 2001, la prima di una serie di scosse che hanno colpito la Corporate America. Subito dopo la caduta della Enron, all'epoca al settimo posto nella classifica mondiale Fortune 500, l'America scoprì che i texani non erano stati gli unici a gonfiare i bilanci con operazioni finanziarie spericolate per far fronte alle attese di una Wall Street affamata di continui rialzi nei profitti. Una dopo l'altra, a restare coinvolte nelle inchieste giudiziarie furono società del calibro di Arthur Anderson, WorldCom, Tyco, HealthSouth, Global Crossing e Adelphia. La stessa Casa Bianca per qualche tempo fu investita dal sospetto, per l'amicizia personale tra Lay e il presidente George W. Bush. Ma l'amministrazione Bush, dopo anni di indagini e dopo aver cambiato le regole del gioco a Wall Street introducendo un' apposita legge per regolare l'attività dei manager (la Sarbanes-Oxley), con la sentenza di Houston può cantare vittoria. "Il verdetto dimostra che neppure i vertici delle società Fortune 500 sono al di sopra della legge", ha detto a Washington il viceministro della Giustizia Paul McNulty. Questo é un messaggio, ha aggiunto, che le leggi penali "saranno applicate contro i manager delle società con lo stesso vigore con cui le applichiamo con i criminali di strada". Lay e Skilling, ha aggiunto McNulty, avevano creato "un complesso sistema per mostrare la facciata di una società robusta e in crescita, quando invece la verità era molto diversa". La 'Enron Task Force' del ministero della Giustizia in questi anni ha ottenuto ammissioni di colpevolezza da parte di 16 ex dirigenti della Enron, la gran parte dei quali riceveranno le loro sentenze entro la fine dell'anno. Quasi tutti si sono trasformati in accusatori per il processo più importante, quello a Lay e Skilling. A salire sul banco dei testimoni è stato in particolare l'ex capo delle finanze Andrew Fastow, ritenuto la mente delle acrobazie finanziarie di Enron, che ora se la dovrebbe cavare con 10 anni di carcere. I due manager hanno tentato di difendersi sostenendo che proprio Fastow e altri dirigenti erano i veri responsabili di operazioni di cui hanno sostenuto di essere stati all'oscuro, ma la giuria non si è lasciata convincere. "Volevo davvero credere a quello che ci hanno detto - ha detto uno dei giurati, Wendy Vaughan, al termine della camera di consiglio - ma guardando alle testimonianze mi è sembrato che il loro carattere fosse assai discutibile". Skilling ha guardato in basso mentre veniva letto il verdetto, Lay ha sospirato profondamente, mentre la moglie Linda lo teneva stretto. Poi l'ex amministratore delegato se n'é andato scuro in volto, assediato dai media, dicendosi "ovviamente deluso" ma aggiungendo di sapere che questo "é il modo in cui funziona il sistema". Il suo difensore, Dan Petrocelli, ha promesso battaglia e preannunciato un appello: "Questo è solo l'inizio", ha sostenuto. Lay è invece rimasto a lungo in silenzio, accompagnato in manette a un'udienza dove veniva discussa la sua cauzione. Per 'Kenny Boy', come lo chiamava Bush, a 64 anni si preannuncia una triste vecchiaia dietro le sbarre.

26/05/2006

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