BERSANI, ECCO IL TAVOLO DEI SUOI POTERI FORTI - DA EPIFANI A MONTEPREZZEMOLO, DA CATRICALÀ A COLANINNO, DALLO SCARPARO A PALLINI A VITTADINI (CIELLE)

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BERSANI, ECCO IL TAVOLO DEI SUOI POTERI FORTI - DA EPIFANI A MONTEPREZZEMOLO, DA CATRICALÀ A COLANINNO, DALLO SCARPARO A PALLINI A VITTADINI (CIELLE) - CON LA 'LENZUOLATA' DELLE LIBERALIZZAZIONI CONQUISTÒ CONFINDUSTRIA E DRAGHI MA SI FECE NEMICI A DESTRA E A SINISTRA... Sergio Rizzo per "il Corriere della Sera" S'interrogavano sbigottiti, Dario Franceschini e i suoi, a proposito dell'incredibile dispiegamento di mezzi a favore di Pier Luigi Bersani nella campagna elettorale per la segreteria del Partito democratico, con l'Italia tappezzata di manifesti. Arrivando alla conclusione che l'«apparato » del vecchio Pci lavorava a pieno ritmo. Una macchina organizzativa micidiale, che non avrebbe dato scampo agli avversari del «Migliore », come ironizzò dopo il successo alle primarie l'eurodeputato pidiellino Mario Mauro, rivolgendo un perfido augurio di «buon lavoro al novello Togliatti ». Forse la prima volta che qualcuno nel centrodestra ha accostato Bersani a un capo comunista. Pensare che Silvio Berlusconi in persona un giorno del 2007 gli fece pubblicamente i complimenti: «È uno dei più bravi». E un'altra volta lo indicò come l'unico ministro di centrosinistra che avrebbe accolto nella propria squadra di governo. Inutile dire che Bersani cortesemente declinerebbe l'invito. Ma in un governo delle liberalizzazioni il nuovo segretario del Pd non sfigurerebbe certamente. Convinto che «liberalizzare è di sinistra», Bersani è stato spesso boicottato nella sua stessa maggioranza: da sinistra come da destra. Al punto che dopo due anni molto delle sue «lenzuolate » è rimasto sulla carta. Eppure era quello il frutto di un'alleanza strategica con il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, uno dei suoi migliori sostenitori. Eppure, al fianco aveva lo stato maggiore della Confindustria. «Siamo pronti a dare il massimo supporto a Bersani», disse Luca Cordero di Montezemolo quando arrivò la prima lenzuolata. Nel marzo 2008, quando il governo di centrosinistra stava esalando gli ultimi respiri, i due rievocarono così i due anni trascorsi dai lati opposti della barricata. Bersani: «Ringrazio Montezemolo del confronto, spesso animato, ma sempre civile. Abbiamo cercato di fare ciascuno qualcosa di buono». Montezemolo: «Posso contare sulle dita le volte in cui non mi sono trovato d'accordo con Bersani». Va detto che l'ex presidente degli industriali non è l'unico imprenditore con cui il segretario del Pd ha un rapporto speciale. C'è anche il suo partner in varie iniziative, Diego Della Valle. E l'attuale presidente dell'Alitalia Roberto Colaninno, padre del deputato Pd Matteo Colaninno (bersaniano), dieci anni fa protagonista della scalata a Telecom Italia. «Gli vanno riconosciuti dei meriti. Spero resti sulla scena », dichiarò Bersani quando nel 2001 Telecom Italia passò di mano. Una relazione inossidabile, come quella con la Lega delle cooperative di Giuliano Poletti. Mai ufficialmente schierata con Bersani, ma non per questo indifferente alla battaglia per la segreteria del Pd. Ma le lenzuolate bersaniane ebbero anche la sponda del governatore della Banca d'Italia. Che fu ricambiato con un pubblico apprezzamento: «Mi pare che Mario Draghi appoggi la nostra linea di riforme sul massimo scoperto e la trasferibilità dei mutui». Affettuosità ripetute a proposito del «no» del governatore alle gabbie salariali in salsa leghista. È successo all'ultimo meeting di Cl, dove il segretario del Pd è ospite fisso fin da quando era presidente della Regione Emilia-Romagna. Ha titolato l'Ansa : «Il popolo di Cl incorona Bersani segretario Pd. A Rimini una platea amica che potrà pesare sulle primarie». Se per la vittoria abbia dovuto ringraziare anche il suo amico Giorgio Vittadini, fra i capi storici di Cl e fondatore del meeting di Rimini, nonché presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, è difficile dire. Certamente un ringraziamento speciale è dovuto al segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Nella campagna a favore di Bersani il suo sindacato si è impegnato a fondo. Tranne il segretario della funzione pubblica Carlo Podda, erano tutti per lui. Dei dieci componenti della segreteria confederale ben sette, escludendo Epifani, Paola Agnello Modica e Morena Piccinini, si sono addirittura candidati nelle liste a sostegno di Bersani. Il paradosso è che i parlamentari provenienti dalla Cgil, a cominciare da Sergio Cofferati per arrivare a Paolo Nerozzi e Achille Passoni, appoggiavano invece Franceschini. Paradosso che potrà avere effetti sorprendenti. Per esempio che nella squadra di Bersani ci sia un posto per il deputato franceschiniano Pier Paolo Baretta, ex numero due della Cisl, e nessuno invece per i parlamentari ex Cgil. Non è neanche escluso, poi, che al fianco del nuovo segretario possa essere chiamato un altro parlamentare più legato alla precedente segreteria, il veltroniano Marco Causi, già assessore al bilancio del Comune di Roma. Accanto, ovviamente, ai fedelissimi di Bersani: Francesco Boccia, che nel 2005 contese a Nichi Vendola la candidatura alla presidenza della Regione Puglia, e Stefano Fassina, ex consigliere economico di Vincenzo Visco, in precedenza capo della segreteria di Laura Pennacchi al Tesoro e coordinatore del Gramsci Ventunesimo, associazione che riunì 200 giovani pidiessini a sostegno della linea di riforma del Welfare propugnata da Massimo D'Alema. Ovvero, il più grande elettore di Bersani.

09/11/2009

Documento n.8279

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