BARI OPPORTUNITÀ - LA RETE DI AMICI TRASVERSALI DEL "SISTEMA TARANTINI".

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BARI OPPORTUNITÀ - LA RETE DI AMICI TRASVERSALI DEL "SISTEMA TARANTINI" - "ROBERTO DE SANTIS, L’IMPRENDITORE AMICO DI D’ALEMA LO ACCOMPAGNÒ DA BERTOLASO DOPO CHE BERLUSCONI GLI AVEVA PROCURATO UN APPUNTAMENTO" - ORA CAPITE PERCHÈ GIANPI NON FINIRÀ IN GALERA... Fiorella Sarzanini per "La Stampa" Donne bellissime, amici dalla vita spericolata. Ma soprattutto manager e imprenditori, personaggi che come lui inseguivano affari e successo. E che avrebbe utilizzato per cercare di arrivare ai politici. È una rete trasversale quella tessuta in questi ultimi anni da Gianpaolo Tarantini, il titolare della società Tecnohospital che la fama l'ha raggiunta quando si è scoperto che procacciava ragazze a pagamento per le feste di Silvio Berlusconi. Sono le carte processuali a dimostrare come il giovane barese fosse riuscito ad avere accesso al potere di destra e di sinistra, con una disinvoltura che adesso spaventa chi ha avuto a che fare con lui. Perché Tarantini ha fatto intendere ai magistrati di voler collaborare pur di chiudere in fretta la vicenda giudiziaria e così tentare di togliere il premier dall'imbarazzo di vedere le sue intercettazioni telefoniche rese pubbliche. I quattro verbali riempiti alla fine di luglio non hanno però convinto i pubblici ministeri e dunque è presumibile che nei prossimi giorni possa esserci un nuovo interrogatorio, questa volta concentrato sugli incarichi e i favori che sarebbe riuscito a ottenere proprio grazie ai suoi rapporti con i potenti. Aveva capito Tarantini che la strada per il successo passa per gli amici giusti. E forse per questo frequentava Francesco Maldarizzi, che in Puglia è conosciuto per la sua catena di concessionarie d'auto. Ricco certamente, ma anche ben introdotto. Basti pensare che in un fine settimana trascorso a Ponza riuscì a farlo sedere a tavola con l'allora ministro degli Esteri Massimo D'Alema, con il capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza Paolo Poletti, con il capo di gabinetto della Farnesina Giuseppe Fortunato, poi volato a Mosca per occupare un posto di comando in Finmeccanica. Non male per uno che all'epoca aveva poco più di trent'anni e un'azienda specializzata nelle protesi ortopediche. Certo, nella sua città «Gianpy», come lo chiamano gli intimi, aveva frequentazioni di rilievo. Con Tato Greco, rampollo della famiglia Matarrese poi diventato uno dei più accaniti sostenitori di Raffaele Fitto, condividevano serate, vacanze e aspirazioni. Lo stesso Fitto era sicuramente tra le persone che ha sempre potuto considerare più vicine. Lui, come Sabina Began che non fa l'imprenditrice ma era la «preferita» del premier e dunque rappresentava un gancio prezioso per chi sognava il salto di qualità, il trasferimento a Roma, gli affari internazionali. Forse per questo si era legato a Roberto De Santis, l'imprenditore amico di D'Alema che lo accompagnò da Guido Bertolaso dopo che Berlusconi gli aveva procurato un appuntamento. Oppure a Enrico Intini, che con De Santis è in stretti rapporti tanto da aver gestito con lui svariati affari. Per presentare un buon biglietto da visita, Tarantini organizzò nel gennaio scorso una riunione in un albergo della capitale per pianificare la strategia che avrebbe consentito loro di vincere un appalto per le pulizie della Asl di Bari. Ospite d'onore era Lea Cosentino, che di quella Asl è il direttore generale. Lei accettò l'invito, evidentemente incurante dell'inopportunità di discutere in maniera informale le gare che riguardavano il suo ufficio. Adesso anche Cosentino è sotto inchiesta, proprio per la gestione allegra della Asl. Era stato il governatore Nichi Vendola a nominarla. E a giugno, quando il suo coinvolgimento nelle indagini è stato formalizzato, ne ha disposto la rimozione. La manager ha poi ammesso pubblicamente di essere buona amica di Tarantini, di aver partecipato alle sue feste, di averlo incontrato anche in Sardegna durante l'estate del 2008, famosa perché è stato allora che il sogno di Tarantini di conoscere Berlusconi è divenuto realtà. Altri, rimasti nell'ombra, potrebbero adesso essere costretti a uscire allo scoperto. Trascinati in questa vicenda dallo stesso Tarantini che, per convincere i magistrati ad accettare il patteggiamento e chiudere così il conto, potrebbe decidere di rivelare tutti i componenti della rete che aveva tessuto.

14/09/2009

Documento n.8170

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