BANKITALIA: IN CORSO UN'ISPEZIONE IN UNICREDIT CORPORATE BANKING. MA LA GRANDE STAMPA PROFUMATA LO IGNORA

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COME MAI LA BANKITALIA HA IN CORSO UN'ISPEZIONE IN UNICREDIT CORPORATE BANKING? - E PERCHÉ MAI IL LANCIO ADNKRONOS NON È STATO RIPRESO DALLA GRANDE STAMPA? - PER CASO O PER CAOS È DA COLLEGARE AL MISTERIOSO 'ABBANDONO' DI GIANNI CORIANI, IL CAPO DEL CREDITO ALLE IMPRESE CHE TENEVA I RAPPORTI CON I GRANDI GRUPPI? - 1 - ISPEZIONE BANKITALIA IN UNICREDIT CORPORATE BANKING... (Adnkronos) - La Banca d'Italia ha in corso un accertamento ispettivo in Unicredit Corporate Banking, "mirato a 
valutare l'andamento qualiquantitativo del rischio di credito nel segmento corporate". E' quanto emerge dal prospetto informativo 
relativo all'aumento di capitale di Unicredit, consultato 
dall'ADNKRONOS. "Dal 2007 alla data del prospetto informativo - 
ricorda il prospetto informativo - la Banca d'Italia, nell'ambito 
delle normali attivita' di vigilanza, ha effettuato accertamenti 
ispettivi nelle seguenti aree: operativita' in derivati; assetto della 
funzione di revisione interna; gestione del comparto mutui a clientela 
retail; gestione della liquidita', in coordinamento con OeNB e Bafin; 
business continuity; antiriciclaggio". "A seguito dei suddetti accertamenti - prosegue Unicredit - il 
gruppo si e' attivato attuando le opportune azioni correttive 
destinate a permettere il superamento delle constatazioni evidenziate. 
Alla data del prospetto informativo (la data di pubblicazione dello 
stesso, cioe' ieri, ndr) sono in corso diversi accertamenti ispettivi 
sull'emittente e sulle diverse societa' del gruppo; in particolare, 
alla luce della rilevanza della controllata, si segnala l'accertamento 
ispettivo che riguarda UniCredit Corporate Banking (banca del gruppo 
che gestisce i rapporti con la clientela corporate) mirato a valutare 
l'andamento qualiquantitativo del rischio di credito nel segmento 
corporate". "In relazione ai procedimenti in corso - conclude il prospetto, 
con riferimento anche ad altre autorita' - il gruppo si e' attivato 
per dimostrare la regolarita' del proprio operato e non ritiene che 
dagli stessi possano comunque derivare conseguenze pregiudizievoli 
rilevanti per il business del gruppo UniCredit". ALESSANDRO PROFUMO - copyright Pizzi 2 - TERREMOTO DENTRO UNICREDIT - LASCIA CORIANI, IL CAPO DEL CREDITO ALLE IMPRESE CHE TENEVA I RAPPORTI CON I GRANDI GRUPPI... Francesco Bonazzi e Stefano Feltri per "Il Fatto Quotidiano" del 12 novembre 2009 Dentro Unicredit ieri c'era un certo fermento. Ed è inevitabile quando dall'azienda esce - per dimissioni - un manager del calibro di Gianni Coriani. Meno noto alle cronache finanziarie del suo quasi omologo di Intesa Sanpaolo Gaetano Miccichè, Coriani aveva un ruolo decisivo in una banca internazionale come Unicredit: era responsabile della business unit Unicredit corporate banking, la divisione che si occupa di credito alle grandi imprese, quella che ha gestito dossier delicatissimi come il caso Risanamento (il gruppo immobiliare appena salvato dal tribunale, verso cui Unicredit è molto esposta come le altre quattro grandi banche). Coriani era uno degli uomini chiave dell'amministratore delegato Alessandro Profumo che, amministrando un gruppo globale centrato sul retail e sull'espansione dei mercati dell'est, ha bisogno di manager di assoluta fiducia per muoversi nel capitalismo di relazione italiano. Eppure quel rapporto di fiducia si è incrinato fino a spezzarsi. E Coriani se n'è andato. Il casus belli finale, secondo quanto ricostruito dal Fatto Quotidiano, è il licenziamento di due manager della squadra di Coriani. Dentro il gruppo la divisione Corporate era da tempo al centro dell'attenzione, perché i suoi risultati erano giudicati poco brillanti "sottoperfor manti", come dicono in azienda. Profumo decide quindi di sottoporre Unicredit Corporate Banking, che alla fine dello scorso anno è stata accorpata con la banca d'investimento, a una serie di audit interni, cioè controlli per verificare che tutto funzionasse a dovere. Quello che trova non gli piace. I dettagli non sono noti, ma nei corridoi della banca si sussurra di operazioni discutibili, fatte senza adeguate verifiche del merito di credito dei clienti, e anche di operazioni immobiliari con soggetti chiacchierati, forse addirittura vicini alla criminalità organizzata. Che la situazione fosse problematica lo dimostra il commissariamento di fatto di Coriani: l'8 maggio, come riporta l'agenzia Radiocor, Coriani viene promosso da direttore generale ad amministratore delegato di Unicredit Corporate Banking. Come nuovo direttore generale arriva Piergiorgio Peluso, che assume la responsabilità della Cib (cioè corporate e investment banking) per l'Italia. Peluso si insedia sulla vera poltrona di comando, quindi. Profumo decide di mettere un po' da parte Coriani, che fino a quel momento era stato uno dei suoi uomini di punta, uno di quelli che - pur non appartenendo al triumvirato di vicepresidenti che governa la banca - aveva un peso specifico superiore alla sua sola carica formale. Quando Profumo aveva dovuto scegliere una persona da mandare in televisione, a "Report", per difendere le ragioni della banca sotto attacco per aver venduto derivati spazzatura agli enti locali, aveva scelto proprio Gianni Coriani. La performance, poi, non era stata eccezionale e questo, dentro Unicredit, ha fatto alzare più di qualche sopracciglio. Due giorni fa arriva sul tavolo di Profumo l'ultimo rapporto dell'audit interno: il capo azienda decide di non seguire la solita prassi di mettere da parte con discrezione i manager giudicati inadeguati, relegandoli in qualche controllata minore. Trasforma il caso Corporate banking in un esempio per tutti e silura - secondo quanto risulta al Fatto - un vicedirettore di Unicredit Corporate Banking e un capo area di Milano, soprattutto per operazioni di un paio di anni fa, anche se su di loro non ci sarebbe alcuna inchiesta penale in corso. Ma Profumo vuole lanciare un messaggio di etica e inflessibilità: fuori i due. La reazione, forse prevedibile, è che Coriani si vede quasi costretto a presentare le dimissioni, visto che Profumo ha giudicato inadeguati i suoi sottoposti diretti. Dal sito di Unicredit Corporate Banking, Coriani è già scomparso. Ai non addetti può sembrare una questione aziendale, ma nella Milano della grande finanza la notizia sta provocando scompensi. All'improvviso le grandi imprese si trovano senza il loro referente, visto che Profumo ben di rado si occupa di vicende italiane e non ha rapporti stretti neppure con i direttori finanziari dei gruppi maggiori, consapevole che la macchina da soldi di Unicredit è la divisione retail, quella che gestisce il risparmio e le aziende di media dimensione.

11/01/2010

Documento n.8402

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