BANKITALIA: DRAGHI CHIEDE SACRIFICI A LAVORATORI E PENSIONATI,MA AUMENTA SPESE PER PERSONALE E CONTINUA A FINANZIARE TORNEI DI BRIDGE E DI "SCOPETTA"

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Atto n. 2-00221 Pubblicato il 31 maggio 2010 Seduta n. 391 LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che: anche quest'anno nelle relazioni finali svolte di fronte all'assemblea dei partecipanti e alla consueta adunanza degli illustri invitati, specie banchieri, che, a giudizio dell'interpellante, hanno dimostrato di prediligere in ogni occasione esclusivamente i propri interessi e con le loro auto-blu hanno congestionato il traffico in via Nazionale a Roma davanti palazzo Koch, Mario Draghi Governatore della Banca d'Italia, la quale di fatto agisce secondo l'interpellante come una società per azioni, perché controllata dalle banche azioniste, ha esortato ad una politica di sacrifici per risanare i conti pubblici dissestati, proponendo una serie di ricette che finiscono per avere gravissime ricadute per lavoratori e pensionati; la manovra varata dal Governo, con l'anticipo delle misure correttive per il 2011 e 2012 e i tagli alla spesa corrente, era «inevitabile», secondo Draghi, date le condizioni dei mercati. «Nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire, anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell'economia italiana»; "Occorre prolungare la vita lavorativa, anche per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani"- ha detto con tono solenne il Governatore della Banca d'Italia nelle considerazioni finali che, dopo il "passo importante" già compiuto dal Governo, invita a completare il processo di riforma del sistema pensionistico. "Nell'ultimo trentennio - ha ricordato infatti - a fronte di un aumento della speranza di vita dei sessantenni italiani di oltre cinque anni, si stima che l'età media effettiva di pensionamento nel settore privato sia salita di circa due anni, attorno ai 61"; l'occasione della manovra sul fronte delle spese deve essere l'occasione per ridurre sprechi e duplicazioni tra enti e livelli di governo, ripensando il perimetro delle amministrazioni pubbliche, ha aggiunto il Governatore. "La gestione del turnover nel pubblico impiego e i tagli alle spese discrezionali dei ministeri recentemente decisi dal Governo devono fornire l'occasione per ripensare il perimetro e l'articolazione delle amministrazioni, per razionalizzare l'allocazione delle risorse, riducendo sprechi e duplicazioni tra enti e livelli di governo. Occorre un disegno esteso all'intero comparto pubblico, che accompagni le iniziative già avviate per aumentare la produttività della pubblica amministrazione attraverso la valutazione dell'operato dei dirigenti e dei risultati delle strutture"; quello che non ha però detto il Governatore, peraltro ex vicepresidente di Goldman Sachs per l'Europa, riguarda la composizione del personale della Banca d'Italia e la sua retribuzione che, a quanto risulta all'interpellante, non ha pari in nessun altro settore della pubblica amministrazione, un esercito con 7.629 dipendenti (al 31 dicembre 2009), che, rapportati alla produttività ed all'efficacia di un'autorità come l'Antitrust con circa 330 dipendenti, fanno impallidire anche il più accanito sostenitore dell'attuale Governatore; numerose interrogazioni ed interpellanze parlamentari presentate dal firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, ancora tutte senza risposta, hanno messo in luce veri e propri "buchi" nell'attività di prevenzione, dal riciclaggio del denaro sporco scoperto solo a seguito delle indagini penali delle Procure della Repubblica, da quella di Forlì per la Cassa di risparmio di San Marino, a quella di Roma per l'affaire Fastweb-Telekom Sparkle, alla più recente riguardante la "cricca" degli appalti del G8 e dei mondiali di nuoto, agli omessi controlli nel settore della carte revolving acclarati in virtù delle indagini della Procura di Trani e del pubblico ministero Michele Ruggiero; il governatore Draghi, come tutti i banchieri che si mettono in cattedra per elargire lezioni di etica economica, scruta attentamente con la lente di ingrandimento in casa d'altri per contenere la spesa pubblica e gli sprechi, a giudizio dell'interpellante dimostrando strabismo, disattenzione e complicità in casa propria, sui costi del personale della Banca d'Italia e sui privilegi conseguiti dalla "casta delle caste" che non ama rispondere ad alcuno del proprio operato, ritenendo di poter agire nella più totale impunità; la tavola 22.1 della relazione annuale, diffusa il 31 maggio 2010 all'assemblea dei partecipanti di Banca d'Italia, illustra la composizione del personale, con una consistenza pari a 653 dirigenti; 1.450 funzionari; 1.273 coaudiutori; 4.147 altro personale; 5.009 uomini e 2.514 donne costituiscono il personale dell'istituto; a pag. 306 della relazione, nella tabella del conto economico, si leggono alcuni dati eclatanti dei costi del personale, che in una fase di gravissima crisi economica come l'attuale, la cui responsabilità è indubbiamente attribuibile ai "bankster" ed alla "cricca" dei loro compari che non hanno vigilato sui crack finanziari e sulla creazione del denaro dal nulla alla stessa stregua delle tecniche dei falsari che hanno inondato i mercati di CDS (Credit Default Swap) e di derivati OTC (Over The Conter), titoli per lo più tossici scambiati al di fuori dei mercati regolamentati per un controvalore di 600.000 miliardi di dollari contro un Pil mondiale di 50.000 miliardi di dollari, sono addirittura lievitati rispetto al 2008 di ben 18 milioni di euro, a fronte di una riduzione del personale di 232 unità; tenere in piedi una Banca d'Italia, che a giudizio dell'interpellante non ha mai tutelato i diritti di risparmiatori e consumatori, ma sempre difeso gli interessi delle banche, con tassi più elevati e condizioni più onerose e con i costi di gestione più alti al mondo dei conti correnti veri e propri handicap per le famiglie e le piccole e medie imprese, è costato nel 2009 ben 798.082 milioni di euro, con un costo medio del personale di 104.611 euro; i privilegiati lavoratori della Banca d'Italia infatti, il cui Governatore chiede sacrifici a tutti, godono perfino delle indennità di trasferta per andare a lavorare a Roma Vermicino; secondo fonti ben accreditate, vi sarebbero enormi spese per la chiusura delle filiali, nonché costi elevati per guardiania degli edifici vuoti; i dipendenti godono inoltre di indennità di trasferimento per il personale rinviato in altre filiali e di liquidazioni a chi è andato via; spese molto rilevanti vengono inoltre sostenute dalla Banca d'Italia per adattare gli archivi e le apparecchiature di contazione delle altre filiali e per spostare tutto il materiale delle filiali chiuse; considerato che: la Banca di Italia, come se fosse una grossa impresa, ha un servizio di attività immobiliari in circa 300 persone delle quali 50 effettuano quattro missioni al mese presso le filiali con un guadagno netto mensile di 2.000-3.000 euro oltre allo stipendio. Un funzionario di 1° livello percepisce uno stipendio medio netto di 7.000 euro al mese; la Banca d'Italia è l'unico ente che paga una indennità per andare a lavorare al complesso di Vermicino, proporzionata alla distanza della residenza. La media di indennità è di 300 euro al mese; in ogni filiale chiusa si sono resi disponibili 4 o 5 dirigenti, che il governatore Draghi ha ritenuto essere indispensabili all'istituto; tutti i dirigenti della Banca d'Italia ricevono al mattino due giornali; a giudizio dell'interpellante bisognerebbe far compilare a queste persone una scheda giornaliera indicante ciò che fanno; oltre ai servizi tecnici, per la gestione del patrimonio immobiliare di Roma esiste una società al cui vertice è stato collocato il dottor Scimia, ex funzionario generale della Banca d'Italia; inoltre in ogni filiale esiste un tecnico esterno pagato dalla Banca d'Italia, persona che basterebbe a risolvere ogni problema tecnico, evitando le inutili e costose missioni da Roma; altro spreco di denaro è costituito dalle missioni degli ispettori (a giudizio dell'interpellante visti anche i risultati) che effettuano anche missioni di 2 o 3 mesi; il CASC. Centro per l'assistenza sociale e culturale tra i dipendenti della Banca d'Italia, occupa un ex convento al Mandrione, all'interno di un grande parco, su 4 piani, di circa 1.000 metri quadri il cui restauro è costato 6 milioni di euro ed è gestito da un consiglio e da un presidente eletto dai sindacati, che in occasione delle votazioni "si scannano" tra di loro per gestire questo affare miliardario. La Banca fornisce 30 dipendenti, che sono distaccati; la gestione sociale e culturale consiste nell'elargizione di contributi vari per l'acquisto di libri scolastici, per corsi di nuoto, judo, danza, lingue, viaggi all'estero, incontri vari all'estero, come quello di poker, bridge e golf; l'assurdità della cosa è che in ogni filiale viene lasciato libero un grosso alloggio a disposizione di questo sodalizio, alloggio che viene usato solo (forse) a Natale per la consegna dei regali; la GIAFI Costruzioni che ha l'appalto della manutenzione a Roma è nell'elenco delle società che hanno partecipato ai lavori per il G8 a La Maddalena; ritenuto infine che ad avviso dell'interpellante: nell'ambito della politica di bilancio restrittiva, è scandaloso che il Governatore della Banca d'Italia continui a chiedere al Paese ed agli italiani sacrifici, mentre il personale dell'istituto percepisce una remunerazione media di ben 104.000 euro all'anno e vengono finanziati, a spese dei contribuenti, tornei di poker, bridge e golf, ed altre attività ludiche; sono incompatibili, incoerenti e singolari, alla luce dei dati di bilancio, i richiami all'etica della responsabilità e del "tiro della cinghia", avanzati per tutti gli altri lavoratori del pubblico impiego, sui quali graveranno i costi della crisi economica e della manovra del Governo, si chiede di sapere: quale sia la valutazione del Governo su quanto esposto in premessa e, in particolare, quali misure urgenti, al di fuori dell'indipendenza e dell'autonomia della Banca centrale, il Governo vorrà intraprendere per impedire che siano sempre i soliti a pagare i costi della crisi, mentre gli oligarchi possono continuare a godere di inusitati privilegi; se il Governo non ritenga di adottare misure di competenza coerenti per chiamare a pagare anche le autorità indipendenti i costi sociali della crisi economica, generata ad avviso dell'interpellante dall'avidità dei banchieri e da un'inadeguata attività di vigilanza, evitando che lavoratori e pensionati, oltre al danno, debbano subire perfino la beffa di prediche ed esortazioni al risparmio, da parte di coloro che non vogliono mai offrire soluzioni reali e concrete, contribuendo in prima persona alla difficile congiuntura economica.

01/06/2010

Documento n.8623

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