BANCHE SVIZZERE: “SE PARLASSIMO, IL GOVERNO ITALIANO CADREBBE IN UN GIORNO" - “NON C’È POLITICO O ESPONENTE ECONOMICO CHE NON ABBIA CONTO SVIZZERO

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CHIASSO CHIAMATA A COLLABORARE PER SMASCHERARE GLI INVESTIGATORI DEL FISCO ITALICO - messaggio A TREMONTI: “SE PARLASSIMO, IL GOVERNO ITALIANO CADREBBE IN UN GIORNO" - “NON C’È POLITICO O ESPONENTE DELL’ECONOMIA CHE NON ABBIA UN CONTO IN SVIZZERA” - e zampilla un RICATTONE A BERLUSCONI!!! “GRAZIE AL SILENZIO DEGLI AVVOCATI E DELLE BANCHE TICINESI, NON È ANCORA CHIARO DA DOVE SONO ARRIVATI I MILIONI CHE HANNO PERMESSO IL SORGERE DEL SUO IMPERO COSTRUITO ATTORNO ALLA FININVEST” Da www.ticinolibero.ch- (tratto da www.dagospia.it) Senza commenti e senza modifiche riportiamo per intero un articolo pubblicato oggi dal sito di economia e finanza Bluerating Funds & Investments, firmato da Giacomo Berdini. Dopo le incursioni nelle filiali delle banche elvetiche la situazione diplomatica con la Svizzera è precipitata. Gli abitanti di Chiasso sono chiamati dalle autorità locali a collaborare per smascherare le spie italiane e dalle colonne dei giornali si minaccia il governo Berlusconi: "Se parlassimo, il governo cadrebbe in 24 ore". Clima da guerra fredda tra Italia e Svizzera e come nei migliori film hollywoodiani ci sono di mezzo anche le spie. Gli abitanti di Chiasso, cittadina svizzera al confine con l'Italia, sono stati chiamati ufficialmente a collaborare con le autorità locale per smascherare gli investigatori del Fisco italiano che agiscono sul suolo svizzero. L'iniziativa del comune ticinese è seguita a diverse segnalazioni su attività d'inchiesta non autorizzate che sarebbero ora in corso nella città. Ieri il consigliere di Stato del Ticino, il liberale radicale Gabriele Gendotti, ha dichiarato che agenti italiani effettuano operazioni di spionaggio sui treni, ma ha aggiunto di non essere meravigliato dalle incursioni delle Fiamme gialle, giustificate dal bisogno di denaro da parte del governo italiano, alle prese con una grave crisi economica e con un forte indebitamento. Il consigliere ha puntato il dito contro lo scudo fiscale, che viola le regole della libera circolazione dei capitali e le direttive europee sul riciclaggio di denaro. Dopo la situazione di aperta tensione con la Confederazione Elvetica, la recente incursione alle 76 filiali di banche svizzere ha definitivamente rotto l'equilibrio italo-svizzero, catapultando la situazione politica in un contesto non troppo dissimile dal rapporto tra Stati Uniti e Russia alla vigilia della fine del secondo conflitto mondiale. Non ci resta cha aspettare che venga eretto un muro sul confine con la Svizzera? In realtà siamo già a buon punto, visti i metodi utilizzati dalle autorità italiane, che effettuano controlli serrati alle frontiere, piazzano telecamere ai valichi e, soprattutto, "eseguono odiose incursioni nelle filiali nel nostro paese", denunciano gli svizzeri. La Confederazione, inoltre, si lamenta del fatto che l'Italia non si sia allineata alla decisione dell'Ocse di cancellare Berna della lista grigia dei paradisi fiscali e continuano i negoziati bilaterali per raggiungere un nuovo accordo di doppia imposizione. Di fronte all'indignazione elvetica il ministro degli esteri italiano Franco Frattini minimizza il tenore dei problemi con Berna. "L'Italia non ha alcun problema con la Svizzera. Abbiamo un'eccellente relazione, il resto è una questione interna di investigazione della Guardia di finanza che ha eseguito gli ordini impartiti". Ma da quello che sembra i rapporti, almeno da parte elvetica, non sono così "eccellenti". Le minacce al governo italiano si susseguono, e di nuovo si gioca la carta del ricatto: "Non c'è politico o esponente dell'economia italiana che non abbia un conto in Svizzera", ha dichiarato un banchiere svizzero rimasto anonimo, ex direttore con anni di esperienza alle spalle presso una delle più grandi banche in Ticino. "Se io parlassi, il governo italiano cadrebbe in un giorno", ha minacciato dalle colonne del giornale svizzero-tedesco Blick, che ricorda la misteriosa ascesa di Berlusconi e il ruolo decisivo della piazza finanziaria ticinese. "Grazie al silenzio degli avvocati e delle banche ticinesi", si legge sul Blick, "non è ancora chiaro da dove sono arrivati i milioni che hanno permesso il sorgere del suo impero costruito attorno alla Fininvest".

31/10/2009

Documento n.8265

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