BANCHE: SETTEMBRE NERO PER CORRADINO L'AVIATORE. PASSERA,IL GEORGE CLONEY DE NOANTRI,IN UN PAESE NORMALE,SAREBBE GIA' STATO CACCIATO A CALCI

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SETTEMBRE NERO PER PASSERA – Colpa prima di Zaleski, poi di Carlo Toto con AirOne-ALITALIA e nell’ultimo mese di Zunino con Risanamento - Un pacchetto miliardario di potenziali perdite poco digerito dai soci TORINESI DI INTESA, STUFI DELLA ‘COLONIZZAZIONE’… Camilla Conti per Libero Quali saranno le partite più calde che si giocheranno in autunno? Le scommesse sono già partite. E nella categoria "banche e banchieri" le fiches sono tutte puntate su Intesa Sanpaolo. Chiacchiere da ombrellone, fin qui. Perché fare la banca di sistema è un lavoraccio. Soprattutto quando la crisi spariglia i piani offrendo assist insperati ai contestatori dei fin qui osannati salvatori della patria. Ne sa qualcosa l'ad di Intesa, Corrado Passera, che a settembre dovrà affilare le armi della diplomazia. Colpa prima di Romain Zaleski con la Tassara, poi di Carlo Toto con AirOne e nell'ultimo mese di Luigi Zunino con Risanamento. Un pacchetto miliardario di potenziali perdite poco digerito dai soci di spicco dell'istituto milanese. Il rosso, infatti, avrebbe potuto dissanguare l'utile operativo 2009 lasciando per il secondo anno consecutivo a secco di dividendi le fondazioni azioniste. Ai timori sull'epidemia di cedole si aggiungono inoltre le vecchie ruggini sulla cosiddetta milanesizzazione dell'istituto dopo la fusione con il Sanpaolo. La prima linea di manager, questa l'accusa della fronda torinese, è tutta targata Passera: dal direttore generale Francesco Micheli (preso da Passera alle Poste come capo del personale), a Mario Ciaccia, capo del settore Infrastrutture, fino al numero uno del corporate. Colonizzazione, sostengono sempre a Torino, che non è stata minimamente ostacolata dall'ex presidente del San Paolo, Enrico Salza, oggi presidente del consiglio di gestione del gruppo Intesa. I malumori interni, mai sopiti, non hanno finora fatto nemmeno cigolare la poltrona di Passera che anche nel momento più buio dei mercati è riuscito a garantire 2,55 miliardi di utili. Qualcosa, però, sta cambiando e l'eventuale cessione, imposta dall'Antitrust (che deciderà comunque a settembre), della quota dei francesi del Credìt Agricole potrebbe scatenare un rimescolamento delle carte nell'azionariato della banca. Sotto la regìa assai più attenta delle fondazioni e dei torinesi. Il segnale è lo strano attivismo di Angelo Benessia, presidente della Compagnia San Paolo, che recentemente ha aumentato di quasi il 2% la quota nel capitale di Intesa diventandone con quasi il 10% l'azionista di maggior peso. Una mossa onerosa, per le casse della Compagnia, ma necessaria per contare di più. Magari in vista di possibili ritocchi al sistema di governance della banca che, secondo Benessia, funzionerebbe meglio con un consiglio di sorveglianza composto soltanto dai principali azionisti e un consiglio di gestione formato esclusivamente da manager. Sulla sua strada Benessia starebbe cercando di portare anche altri soci: dai francesi del Crédit agricole a Mediobanca, fino alle Generali. Il messaggio è lo stesso per tutti: in casa Intesa è arrivato il tempo di una svolta. In questa operazione la Compagnia può, inoltre, già contare su un alleato naturale: il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, che controlla meno del 5% ma ha sempre fatto da regista per gli altri enti più piccoli. Sicuramente un buon 15% del capitale di Intesa sta insomma scaldando i motori in vista di un possibile blitz d'autunno. E in attesa di un cenno dall'Antitrust: se i francesi vendono, si liberano quote strategiche da conquistare. Aggiungendo al motto "libertè, egalité, fraternité" anche la "torinesitè".

19/08/2009

Documento n.8131

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