BANCHE: NELL'ANNO DELLA CRISI,CHE HA DISTRUTTO MILIONI DI POSTI DI LAVORO CREANDO MISERIA E POVERTA',I BANKSTER HANNO INCASSATO 200 MILIARDI DI BONUS
La Repubblica - 10/01/2010 Il piano segreto di Obama tassare i bonus dei manager Nell´anno della crisi hanno incassato 200 miliardi Il presidente sposa la linea di Brown e Sarkozy. Il sindaco Bloomberg teme la fuga da Wall Street. DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Angelo Aquaro. Uno spettro si aggira per Wall Street: il balzello che Barack Obama starebbe studiando per rimpinguare le casse federali drammaticamente bisognose di contante. "Wall Street e le tasse" sarebbe la voce appuntata sulla bozza del documento che in questi giorni la Casa Bianca sta preparando. E nel mirino ci sarebbero le retribuzioni più invidiate e odiate dall´opinione pubblica: i bonus dei banchieri. L´indiscrezione del New York Post troverebbe conferma in ambienti finanziari e dell´amministrazione anche se il piano sembra ancora vago. Il segretario al Tesoro, Tim Geithner, si è già detto contrario per esempio a quella tassa sulle transazioni finanziarie che pure a tanti Democratici piace. Ma qualcosa bisognerà pur fare. La promessa di tagliare le spese - nel 2009 volate a 10,4 miliardi di dollari - è difficile da mantenere. Peter R. Orszag, il direttore del budget, sarà anche un prodigio della finanza. Ma la previsione di portare in cinque anni il deficit dal 10 al 3 per cento del Prodotto interno lordo si scontra sugli scogli della riforma sanitaria e di quel secondo pacchetto di stimoli che non sembra rinviabile. Così di sussurro in sussurro è risaltata fuori quella "provocazione" che aveva avanzato anche il New York Times: e se provassimo a fermare lo scandalo dei bonus con una bella tassa? Obama l´americano seguirebbe insomma l´esempio dei colleghi Gordon Brown (Inghilterra) e Nikolas Sarkozy (Francia) che in un intervento a quattro mani sul Wall Street Journal hanno teorizzato la tassazione dei bonus. Il balzello in verità era stato presentato come una sorta di grimaldello etico: l´obbligo di tassare del 50 per cento la parte di bonus eccedente le 25mila sterline (in Gran Bretagna) e i 27.500 euro (in Francia) doveva servire più che altro come disincentivo per le banche visto che avrebbe inciso assai poco (circa l´1 per cento, per esempio, a Londra) sulla raccolta. Solo che le grandi banche europee, pur di non creare discrepanze tra le retribuzioni dei manager al di qua e al di là dall´Atlantico, hanno preferito accollarsi loro la tassa: aumentando ancora di più i compensi. E per le casse britanniche adesso sarà una manna, visto che la leva delle tasse agisce sulla massa dei bonus. L´ipotesi sta già facendo già discutere New York. A partire da Michael Bloomberg . Il sindaco teme che un ulteriore balzello - il mondo della finanza già fornisce il 20 per cento degli introiti cittadini - provochi una fuggi fuggi da Wall Street. Certo per i ricchi manager ci sarebbe solo l´imbarazzo della scelta: il mondo è ai loro piedi visti i 200 miliardi di bonus che alla faccia della recessione quest´anno hanno incassato. Da Goldman Sachs (23 miliardi, cifra record, una media di 700mila dollari a impiegato) in giù. Come se non bastasse, spunta un´altra beffa. Prima le grandi banche si sono rimesse in piedi grazie ai 787 miliardi di stimulus pagati dal contribuente. Poi hanno ricoperto i loro manager di bonus (49,5 miliardi solo tra Goldman Sachs, JpMorganChase e Morgan Stanley). E ora sempre grazie ai magici bonus risparmiano proprio sulle tasse: visto che i compensi sono detraibili, tutto il sistema (calcola la Robert Willens LLC) risparmierà qualcosa come 80 miliardi. Con la solita Goldman Sachs che - da sola - eviterà di dare al fisco 9 miliardi. Altro che tassarli: più bonus di così.10/01/2010
Documento n.8398