ATTACCO CARDIA(CO) ALLA CONSOB – SCAZZI E CONTROSCAZZI TRA IL PRESIDENTE (MESSO IN MINORANZA) E ALCUNI COMMISSARI –

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UN ATTACCO CARDIA(CO) ALLA CONSOB – SCAZZI E CONTROSCAZZI TRA IL PRESIDENTE (MESSO IN MINORANZA) E ALCUNI COMMISSARI – OGGETTO DEL CONTENDERE IL TESTO UNICO DELLA FINANZA BY DRAGHI, MA ANCHE LE NORME SULL’OPA DIVIDONO LA COMMISSIONE… Francesco Manacorda per "La Stampa" (www.dagospia.it) Le dimissioni del presidente della Consob Lamberto Cardia, presentate e prontamente respinte dal governo la settimana scorsa? Sono il sintomo più evidente, ma non il solo, di una tensione che ormai da mesi attraversa la Commissione che vigila sulla Borsa. Tensione che nasce anche da diverse opinioni sull'efficacia del Tuf - il Testo Unico della Finanza - dopo la crisi dei mercati e che nelle scorse settimane è sfociata proprio in un voto che ha visto Cardia messo in minoranza dai suoi Commissari. Le differenze di vedute tra Cardia, da 13 anni alla guida della Commissione e in scadenza nel 2010, e parte del collegio - oltre a lui ne fanno parte Vittorio Conti, Paolo Di Benedetto, Luca Enriques e Michele Pezzinga - sono esplose appunto sulla questione della pubblicità finanziaria. In aprile la Consob, recependo una direttiva europea, aveva deciso di ridimensionare l'obbligo per le società quotate di pubblicare i loro annunci sui giornali, favorendo Internet. Poi le Commissioni Finanza di Camera e Senato si sono espresse in modo diverso, con due pareri che invitavano il governo a introdurre obblighi di pubblicità sulla stampa. Per Cardia i pareri del Parlamento costituivano una forma di espressione della volontà popolare sufficiente per chiedere alla Consob una marcia indietro. Per almeno tre membri su cinque, invece, non è stato così. Ma ci sono altri due capitoli sui quali il presidente e alcuni dei suoi Commissari stanno percorrendo strade differenti, se non divergenti. Il primo è quello delle modifiche alla legge sull'Opa lanciate proprio da Cardia. In ottobre, durante due audizioni parlamentari e precisando di parlare «a titolo personale», il presidente ha proposto di abbassare dal 2 all'1% la soglia di possesso azionario oltre il quale scatta il primo obbligo di comunicazione al mercato, di alzare dal 10 al 20% il limite all'acquisto di azioni proprie da parte delle società quotate, e infine di portare dal 3 al 5% la soglia di acquisto di titoli da parte di un azionista di controllo oltre la quale scatta l'obbligo di Opa. Tutte e tre le misure sono state poi trasformate in legge: la prima rende più difficile scalare una società, le altre due, dice Cardia, «favoriscono il rafforzamento degli azionisti di controllo o di riferimento». Silenzio assoluto dagli altri membri della Commissione. Ma pare pacifico che quei ripetuti richiami alla «posizione personale» lanciati dallo stesso Cardia vadano letti proprio come conferma dell'assenza di posizioni condivise . C'è poi il tema delle operazioni tra parti correlate. Nell'aprile 2008 la Consob aveva lanciato una proposta per definire i requisiti di quelle operazioni in cui l'azionista di controllo di una società agisce su entrambi i fronti, ad esempio in una fusione di una controllata. Dopo alcuni mesi la stessa Consob ha varato un'altra proposta che riduce il genere di operazioni considerate «rilevanti» e ridimensiona il ruolo degli amministratori indipendenti. Anche su questa nuova posizione, che riduce i vincoli per i soci di controllo, ci sarebbero posizioni divergenti in Commissione. Più in generale, Cardia ha spiegato, in un intervento, sul Sole 24 Ore, che «fermi restano i valori fondamentali del Tuf come stella polare, una correzione di rotta, almeno temporanea, può dare utili risultati» perché, dal fallimento Lehman Brothers in poi, «il mondo è cambiato». Servirebbero, insomma, strumenti nuovi, anche a costo di mettere in secondo piano quei principi di contendibilità delle società quotate e di garanzia delle minoranze azionarie, che stanno alla base del Testo unico. Una posizione che causa qualche mal di pancia anche fuori dalla Consob. L'Antitrust, a maggio, ha criticato le leggi varate proprio su impulso di Cardia. E Bankitalia - il Governatore Mario Draghi è anche il «padre» del Tuf - in dicembre, ossia dopo il caso Lehman Brothers, ha organizzato un convegno per i dieci anni del Testo unico dove le valutazioni espresse sono state positive.

30/06/2009

Documento n.8012

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