AFFARI ITALIANI. Banche/ Lannutti: i correntisti risparmiano con gli stranieri

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AFFARI ITALIANI Banche/ Lannutti: i correntisti risparmiano con gli stranieri Giovedí 31.03.2005 20:30 Banche. Fiorani (Pop Lodi) in Bankitalia. In borsa, prudenza su Bnl e Antonveneta (segue) In Italia un conto corrente costa in media 550 euro all’anno, che diventano 750 se c’è anche una custodia titoli. In Europa, per gli stessi servizi si paga anche 10 volte di meno. A fare il calcolo ci ha pensato l’Adusbef, associazione in difesa dei consumatori che non ha dubbi sul motivo per cui nella Penisola i correntisti sono a tal punto penalizzati. "E’ che le banche italiane sono state protette in modo vergognoso da Antonio Fazio. E questo ha portato a costi insostenibili dei servizi, altissimi rispetto a quelli del resto del mondo" dice chiaro e tondo il presidente Elio Lannutti. Il quale per il governatore ha addirittura trovato un soprannome (il tirannello di Alvito, dal nome del paese natale del banchiere centrale). Per i consumatori, forte anche di un passato da ex bancario, ha invece analizzato la situazione del dettaglio. Presidente, Piazza Affari è alle prese con la doppia opa degli olandesi di Abn Amro su Antonveneta e degli spagnoli del Banco di Bilbao su Bnl. Voi siete dalla parte degli stranieri? "Non certo perchè siamo esterofili. Ci siamo divertiti a fare calcoli precisi. Per un conto corrente con operazioni illimitate l’istituto olandese fa pagare 62 euro l’anno, quello spagnolo 115. I clienti di Antonveneta per un conto con 11 operazioni all’anno ne spendono 559, quelli di Bnl arrivano a 420. In genere, in Italia il costo medio di questo tipo di servizio è di 550 euro l’anno. Se poi si aggiunge anche una custodia titoli, si arriva a 750 euro. Ci vuole quasi un mutuo per mantenere un conto corrente". Quindi l’igresso degli stranieri dovrebbe portare vantaggi ai correntisti? "La concorrenza che potranno portare le banche straniere è certamente positiva. Noi auspichiamo che non si adeguino all’andazzo italiano. E’ già successo, in realtà. Quando Deutsche Bank comprò la Banca d’America e d’Italia iniziò a praticare condizioni peggiori di quelle degli istituti nostrani. Speriamo che gli stranieri portino una ventata di concorrenza. L’Italia è l’unico paese ad avere un Governatore a vita, che ha funzioni antitrust sul sistema del credito che in altri paesi sono di competenza del Garante della Concorrenza e del Mercato. Siamo l’unico paese dove si revoca un fido con un preavviso di 24 ore, mettendo in crisi un’impresa". Quanto tempo ci vuole in media all’estero? "E’ necessario un preavviso minimo di 30 giorni. Ma c’è dell’altro. Siamo l’unico paese a far viaggiare i titoli versati in banca a rischio e pericolo del cliente. Se io verso assegni o altri titoli, o anche una vincita al superenalotto, e la banca li smarrisce, il responsabile sono io. Siamo anche l’unico paese in cui si possono modificare le condizioni contrattuali con un semplice avviso in Gazzetta". Cioè? "Faccio un esempio: oggi Fazio ha ricevuto Fiorani (l’ad della banca Popolare di Lodi, n.d.r.), compagno di anni di merende. Fiorani il 28 dicembre ha fatto pubblicare in gazzetta ufficiale un avviso per addebitare ai correntisti al 31 dicembre successivo 100 euro a testa. Attenzione, non si tratta di aumenti, ma di invenzioni di nuove voci: spese amministrative, urgenze, spese post-telegrafoniche. Se motiplichiamo 100 euro per 2 milioni di clienti, risulta che Fiorani ha scippato 200 milioni di euro alla generalità dei correntisti. Con la benedizione del suo amico Fazio. Noi li porteremo in tribunale. Abbiamo già presentato denunce alle procure, abbiamo fatto una campagna su Striscia la notizia. E coloro che reclamano, si vedono restituiti i soldi". Sta succedendo? "Si. Ripeto: il peggior nemico di mercato, concorrenza, consumatori, risparmiatori (vogliamo ricordare un milione di risparmiatori scottati da Argentina, Cirio, Parmalat?) si chiama Antonio Fazio. Noi gli abbiamo anche mandato il Tapiro di Valerio Staffelli. E lo abbiamo ribattezzato il Tirannello di Alvito (il paese abruzzese in cui il banchiere è nato, n.d.r.). Non il tiranno, il tirannello". Insomma, voi insistete sulla mancanza di concorrenza. "Si, perchè in Italia c’è una situazione che nuoce ai risparmiatori ma anche alle imprese. Ci abbiamo messo 15 anni per far valere i diritti dei correntisti bancari in materia di anatocismo. Abbiamo rotto 50 anni di omertà. Questo grazie all’Europa. Abbiamo mandato, a suo tempo, tremila pagine a Mario Monti (ex commissario alla Concorrenza di Bruxelles), che documentavano la mancata concorrenza. Ma devo dire che lui, molto attivo su Microsoft, non ha fatto nulla per il sistema bancario italiano. Abbiamo fatto condannare banche come il Monte dei Paschi di Siena: una sanzione da 1,5 milioni di euro per aver fatto una segnalazione errata alla centrale rischi sulle difficoltà di un’azienda. Una sentenza innovativa. Abbiamo portato avanti migliaia di cause contro le banche e continueremo a batterci per contrastare quel sepolcro imbiancato che è Via Nazionale, quella monarchia che si chiama Antonio Fazio. Difenda pure l’ex capo della vigilanza Bruno Bianchi, che 7 mesi prima dello scandalo Bipop Carire era stato informato da un consigliere di amministrazione della banca e ha voltato la testa". Ma non ci sono proprio esempi virtuosi fra le banche italiane? "Solo la Banca Etica, ma è ancora troppo piccola. Non a caso, il 96% degli italiani non si fida delle banche: abbiamo fatto un’inchiesta su un campione di 18 milioni di persone. Un’ultima cosa: l’Italia è l’unico paese che prevede il "pedaggio feudale" per chiudere un conto: ci vogliono da 130 a 180 euro. E se c’è una custodia titoli il prezzo sale alle stelle. Per trasferire titoli dematerializzati, scritture contabili, si spendono anche 2000-25o0 euro. Queste somme potevano essere giustificate 20 anni fa, perchè c’erano titoli stampati, giacevano nei caveau, bisognava fare la distinta, elencarli, chiamare il portavalori, con tutti i rischi che questo comportava. Oggi è un furto inaccettabile".

04/04/2005

Documento n.4590

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