Dichiarazione di voto del Senatore Lannutti (14-5-2008)

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Signor Presidente,Onorevoli colleghi, è un garnde onore per un rappresentante dei consumatori, parlare in questa aula. I continui rincari di prezzi e tariffe hanno messo in ginocchio milioni di famiglie che dal 1 gennaio 2002 non riescono più a far quadrare i magri bilanci e devono indebitarsi per sopravvivere. Secondo Bankitalia,i debiti finanziari delle famiglie italiane pari a 493 miliardi di euro continuano ad aumentare, con un incremento dell' 11,0% rispetto all'anno precedente. In un solo anno il rapporto tra debito e reddito disponibile,pari al 48 per cento è aumentato di tre punti. Mentre sempre secondo l’ultima indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane, il reddito delle famiglie con capofamiglia lavoratore dipendente è rimasto sostanzialmente stabile (+0,3%) dal 2000 al 2006, considerando l’aumento del costo della vita,mentre il reddito delle famiglie dei lavoratori autonomi è cresciuto del 13,1%. E’ stato calcolato che con il pretesto dell’euro ed i mancati controlli, in 7 anni sono stati sfilati dalle tasche dei consumatori a reddito fisso che subiscono i rincari, ben 137 miliardi di euro, il 10 per cento del Pil,intascati da coloro che hanno avuto la possibilità di determinare prezzi e tariffe, come monopoli elettrici e del gas, oligopoli bancari,cartelli assicurativi, municipalizzate e ben note corporazioni di interessi che predicano il liberalismo,ma nei fatti difendono con le unghie e con i denti le loro rendite di posizione. Alcune norme approvate dal suo precedente Governo, signor Presidente, come il DECRETO-LEGGE 8 febbraio 2003, n.18, pubblicato in G.U.n.33 del 10.2.2003, intitolato "Disposizioni urgenti in materia di giudizio necessario secondo equità'",per salvare il cartello di imprese assicurative sanzionate dall’Antitrust per comportamenti abusivi del mercato, non hanno certamente aiutato i consumatori,ma al contrario hanno generato un messaggio devastante di diffusa impunità: se le imprese si mettono d’accordo per determinare prezzi o tariffe RC Auto più elevate rispetto a quelle di una corretta concorrenza e vengono sanzionate dall’Antitrust,il Governo vota una sanatoria,come incentivo a trasgredire le corrette regole del mercato basate sulla competizione. Gli ultimi aumenti dei prezzi dei carburanti,signor Presidente, oltre ad incidere sulle tasche degli automobilisti, comportano una notevole ricaduta sui beni di largo consumo trasportati su gomma,con costi diretti di 216 € per la benzina e 360 € per il gasolio. Anche per i costi indiretti, la situazione sta diventando drammatica, essendo i beni di largo consumo trasportati per l’85% su strada. Calcolando che per ogni 3 centesimi di aumento del gasolio si produce uno 0,1% in più sul tasso di inflazione, la ricaduta negativa sui prezzi, calcolata sull’aumento del costo di gasolio autotrazione di 34 centesimi, sarà di 1,1 punti percentuali, pari quindi a 330 € annui. Riteniamo urgente un intervento per la riduzione delle accise,per dare sollievo al potere di acquisto delle famiglie. In questi anni,signor Presidente,sono cresciute le disuguaglianze direttamente proporzionali agli utili di alcune imprese al riparo dalla concorrenza,come le banche che hanno raddoppiato gli utili e pagato meno tasse. Qualche giorno fa lo stesso Governatore di Bankitalia ha inviato una lettera per stigmatizzare il comportamento di banche,che non applicano la legge sulla portabilità dei mutui e la surroga,senza peraltro comminare doverose sanzioni. Oggi l’Antitrust ha aperto 10 istruttorie su altrettante banche,per violazione del decreto Bersani. Non abbiamo visto nelle sue dichiarazioni,signor Presidente del Consiglio, il rilancio della lotta all’evasione fiscale, la funzionalità della giustizia, la trasparenza dei mercati, il pluralismo dell’informazione, la lotta alla “Casta” ed agli sprechi nella pubblica amministrazione, la lentezza e la farraginosità della burocrazia, la questione Rai come servizio pubblico. In un recente studio che la CGIL ha affidato ad un gruppo di esperti, capeggiati da Sergio Cusani sui bilanci Rai dal 2002 al 2006, emerge un grave situazione di criticità. Con 11.436 dipendenti, 1.872 contratti a tempo determinato,43.000 collaboratori, la Rai,che senza interventi potrebbe fare la fine di Alitalia,è costretta ad esternalizzare la maggior parte della programmazione a società esterne,ed invece di svolgere un ruolo proprio del servizio pubblico, diffonde la dottrina dei “pacchi” come il programma appaltato di “Affari Tuoi”, invece di una cultura basata sui valori e sull’educazione,specie delle giovani generazioni, all’impegno ed all’etica della responsabilità. Etica ed Economia, quell’etica protestante e lo spirito del Capitalismo teorizzato da Max Weber, sono due facce della stessa medaglia. L’ economia non può prescindere dall’”etica dei comportamenti”. Ci sono troppi intrecci tra politica ed affari,troppi conflitti di interessi in tanti settori, e chiedo scusa se mi permetto di ricordare in questa aula la questione morale di Enrico Berlinguer, il precursore di “mani pulite” accantonato e messo in soffitta troppo presto. Bisogna dare risposte urgenti Signor Presidente, a 3,2 milioni di famiglie,indebitate a tasso variabile per precise responsabilità delle banche,con rate impossibili cresciute di 180-200 euro al mese e che rischiano di perdere la casa costata sudore e sacrifici; ad 8 milioni di uomini e donne che vivono sotto la soglia di povertà e che hanno perso qualsiasi speranza; a milioni di precari ad 800 euro al mese, spesso ricattati alla scadenza dei contratti, un esercito di giovani che invecchiano senza prospettive per il futuro anche a carico dei genitori e che non possono formarsi una famiglia; alle forze dell’ordine, che svolgono con abnegazione un lavoro difficile e pericoloso e che a volte non hanno neppure i soldi per la benzina; bisogna restituire la certezza della pena rifuggendo ai colpi di spugna come l’indulto, che non è servito per i piccoli delinquenti ed i ladri di polli ritornati per la maggior parte in galera,ma per i colletti bianchi ed i tanti “furbetti del quartierino”. Noi signor presidente ed onorevoli colleghi, non faremo una opposizione pregiudiziale, misureremo la coerenza dei fatti dalla propaganda. Sulla sicurezza, sinonimo di libertà e di tutela individuale dei diritti dei cittadini; la legalità ed il rispetto delle regole,la possibilità di riduzione delle tasse che passa tramite la lotta all’evasione fiscale che è l’esatto contrario della politica dei condoni,dei perdoni tombali ed ambientali e dello scudo fiscale promosse dal suo precedente Governo; sulla riduzione dei costi della politica; sulla regolamentazione dei flussi migratori ed il reato di immigrazione clandestina; sui progetti e sulle infrastrutture per modernizzare il Paese; sulla tutela dei consumatori che hanno visto con favore l’approvazione della class action come formidabile deterrente contro i comportamenti fraudolenti,sull’autonomia della magistratura,su queste questioni siamo disponibili a vedere le carte. Sappiamo che la congiuntura internazionale, scatenata dal tentativo dell’ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan di rilanciare l’economia sui debiti è difficile. Sappiamo bene,per aver speso 25 anni di battaglie sulla trasparenza bancaria e finanziaria e la legalità,che le grandi banche di affari chiedono sempre ai Governi di promuovere i loro interessi. Ma bisogna invertire la rotta per evitare di aggravare i disastri scatenati dal sub prime americani e dai prodotti derivati, una montagna di carta straccia appioppati alle imprese portate al fallimento ed agli enti locali,che bisogna regolamentare, che contagia le economie sane. In un famoso discorso a Dallas nel 1968,Robert Kennedy,poco prima di morire fece un celebre discorso sul Prodotto Interno Lordo. “Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del PIL”. Ma se il Pil che misura l’economia reale è di 40.000 miliardi di dollari ed i prodotti derivati fuori bilancio delle banche, montagne di carta straccia edificata sulla sabbia hanno superato 600.000 miliardi di dollari, bisogna dare risposte,anche con un nuovo ordine monetario. L’occasione,signor presidente e signor Ministro dell’Economia è al prossimo G8,per fissare almeno nell’agenda una riforma di un ordine monetario,una nuova Bretton Woods,per sottrarre all’oligarchia finanziaria che governa i destini del mondo ed attenta alla sovranità degli stati,il suo smisurato potere. Noi dell’Italia dei Valori,non voteremo la fiducia al suo Governo pseudo-buonista ed inciucista,signor presidente. Grazie dell’attenzione. Elio Lannutti.

15/05/2008

Documento n.7300

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