BPL. Interrogazione del Sen. G. Vallone

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INTERROGAZIONE CON RICHIESTA DI RISPOSTA SCRITTA AL MINISTRO DELL’ECONOMIA E FINANZE Premesso che: § Nel mese di febbraio 2005 la Banca Popolare di Lodi applicava alla generalità dei correntisti aumenti di prezzi, spese e commissioni relativi a voci di costo già previste nei contratti in essere, nonché nuove voci per servizi mai offerti per un valore complessivo di centinaia di euro per singolo conto corrente. Gli addebiti multipli venivano specificati attraverso due annunci pubblicati sulle Gazzette Ufficiali n. 289 del 10/12/2004 e n. 303 del 28/12/2004 Parte seconda – Altri annunci commerciali. Tali avvisi riportavano sia l’introduzione di nuove voci, che la riclassificazione di pregresse voci maggiorate, tra le quali: «Commissione d’urgenza» con standard fissato a euro 300,00 massimo per pratica e/o servizio; «Recupero spese amministrative» con standard pari a euro 50,00 massimo mensili; «Recupero spese postelegrafoniche» con standard fissato a euro 50 massimo mensili; «Recupero spese amministrative comparto titoli» con standard fissato in euro 50,00 massimo mensili; «Commissioni straordinaria impieghi e finanziamenti» con standard fissati al 2,50 per cento, minimo euro 200,00; «Canone mensile CBI passivo» il cui listino veniva fissato in euro 5,00 mensili; «Utenze Pagamento tramite ATM» il cui nuovo standard veniva stabilito in euro 1,60; eccetera. § La condotta della dirigenza del gruppo bancario Bipielle (Cassa di Risparmio di Lucca, di Pisa, di Livorno, di Bolzano, la Banca Popolare di Mantova, di Crema e Cremona, la Banca Ca.ripe ed Efibanca) modificava unilateralmente ed arbitrariamente la normativa contenuta nel Testo Unico Bancario, articoli 117 punto 5 e 118. Pedissequamente ai numerosi esposti denunce presentati alle Procure della Repubblica da parte delle Associazioni dei consumatori e degli stessi correntisti, il Gruppo bancario in parola procedeva al rimborso degli addebiti arbitrari solo a favore dei clienti ricorrenti, peraltro secondo criteri discrezionali. La prassi di addebitare arbitrariamente ai correntisti nuove voci di costo risulta essere molto invalsa agli Istituti di credito italiani, con notevole nocumento dei clienti, i quali si vedono costretti a sottostare a condizioni vessatorie qualora volessero recedere dal contratto (con spese in media di 100-150 euro per la chiusura del conto), o trasferire titoli in custodia (con spese in media di mille euro) Si chiede di conoscere Se, ed in che modo il Ministro in indirizzo intenda sottoporre la gravissima questione esposta in premessa alle Autorità Antitrust e alle Autorità Vigilanti Nazionali, affinché vengano messe in atto approfondite ispezioni, anche pregresse, in capo alla Banca Popolare di Lodi e a tutti gli Istituti di credito italiani, al fine di verificare se vi sia stata violazione della Legge 30 luglio 1998, n. 281 in materia di Disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti, nonché delle norme europee in materia di tutela della concorrenza del servizi bancari e finanziari. Roma lì, 15 marzo 2005 Sen. Giuseppe Vallone

15/03/2005

Documento n.4517

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