Assemblea Unipol. Intervento dell?avv. Lucio Golino, rapprtesentante di Adusbef.

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INTERVENTO DELL?AVV. LUCIO GOLINO, RAPPRESENTANTE ADUSBEF, ALL?ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI DELL?UNIPOL (29.4.2004). Signor presidente, signori azionisti, prego il notaio di verbalizzare fedelmente i contenuti dell?intervento. Adusbef si complimenta per i buoni risultati di bilancio,anche conseguiti in virtù del decreto truffa RC Auto, varato dal governo Berlusconi con gli auspici dell?Unipol, che ha sanato i comportamenti scorretti del cartello delle compagnie,tra le quali Unipol, sanzionato dall?Antitrust con una multa di 700 miliardi di vecchie lire per danni inferti ai consumatori di oltre 3,7 miliardi di euro. Utili lusinghieri,acquisizioni ed espansione della società,non ingannino sui metodi,a volte poco ortodossi per realizzarli,né su forme di comunicazioni con i soci che lasciano a desiderare. Dirigenti dell?Adusbef hanno acquistato poche azioni dell?Unipol con la finalità di poter svolgere rilievi previsti e consentiti dal codice civile e dal diritto societario. Anzitutto che l?assemblea Unipol si svolgesse in seconda convocazione,sarà stata conosciuta e decisa dal management,non certo dai soci che si sono sobbarcati oneri doppi per poter partecipare. Signor presidente,noi apparteniamo a quella categoria che ha riposto grandi speranze nelle forme di cooperazone ed organizzazione democratica dei soci,essendoci sempre spesi non soltanto per marcare le differenze tra le società di capitali ?tout court? finalizzate al mero profitto e le società che assieme al giusto profitto,che le SPA devono conseguire,rispettino alcuni valori patrimonio della sinistra di questo Paese: il rispetto per i lavoratori che fanno grandi le aziende,la loro partecipazione alla vita delle imprese,la responsabilità sociale,l?etica nei comportamenti. Dobbiamo purtroppo notare che tali valori sono calpestati: dal mobbing esercitato su taluni lavoratori trasferiti per costringerli a dimettersi dall?azienda,a metodi poco ortodossi nelle gestione delle variazioni dei tassi,anche con effetto retroattivo, che riguarda Banca Unipol,al reato di ?insider trading? oggetto di indagine della magistratura penale,su denuncia di Adusbef e del prof. Beppe Scienza, che riguarda i massimi vertici di Unipol ed il noto finanziere Emilio Gnutti,già condannato per un reato che-secondo quanto riportato dal settimanale l?Esperesso n.14 dell?8 aprile 2004,pagg. 153-154 intitolato: Tanti bond per gli amici?- si sarebbe impugnato alla Consulta per la costituzionalità della norme che puniscono l?insider . Ma andiamo con ordine Il 7 giugno 2002,a seguito dello strano rimborso anticipato delle obbligazioni Unipol 2000-05 al tasso del 2,25 per cento (codice Abi 147627) ed Unipol 2000-2005 al tasso del 3,75 per cento (codice Abi 147628), segnalato dal prof. Beppe Scienza dell?Università di Torino,Adusbef inviò una denuncia alla Consob ipotizzando il reato di insider trading. Rimborsando le obbligazioni Unipol, gli amministratori della società avevano procurato un bel danno agli azionisti: se al posto di rimborsare i 318 miliardi di lire del prestito, Unipol avesse acquistato BTP 1.7.2005 al tasso del 4,65 per cento annuo,la differenza tra i due tassi avrebbe consentito un guadagno di 14 milioni di euro,27 miliardi di lire ! Il 28 febbraio 2002 Unipol, comunica infatti il rimborso alla pari (100) dei due prestiti obbligazionari e quei titoli poco scambiati, da 92-93 si portano a 100 euro ! Come mai ?chiedeva Adusbef nella denuncia- ci sono stati scambi anomali su quei titoli,addirittura 20 milioni di euro il 24 gennaio al prezzo di 93 ? Qualcuno che sapeva dell?imminente rimborso, ha per caso lucrato su quelle informazioni riservate lucrando una sostanziosa differenza tra il prezzo di acquisto (92-93) ed il prezzo di rimborso (100),danneggiando gli azionisti Unipol ed il mercato ? La successiva inchiesta del Tribunale di Milano,PM Eugenio Fusco ha individuato tra i presunti artefici di quell?insider trading,anche una vecchia conoscenza della Procura di Brescia,il dr. Emilio Gnutti,potentissimo finanziere d?assalto, già condannato per il reato di insider trading sui titoli CMI ad 8 mesi di reclusione e all?interdizione dai pubblici uffici,dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e l?incapacità a contrattare con la P.A. per 1 anno. A seguito di quella condanna del 25 giugno 2002,Adusbef,in data 4 luglio 2002 chiedeva ad Isvap, Consob e Bankitalia di congelare le cariche nei consigli di amministrazione. Nel comunicato del 4 luglio Adusbef scriveva testualmente:?Ora le Autorità vigilanti (Consob,Bankitalia, Isvap) devono prendere immediate decisioni in merito alla prima vera condanna per il reato di ?insider trading?,emessa dagli stessi giudici del Tribunale di Brescia (Silvia Bonardi e Antonio Chiappani) che indagano su Bipop-Carire, nei confronti del finanziere Emilio Gnutti,già fondatore di Fineco ed artefice,assieme a Colaninno, della scalata a Telecom Italia. Poiché il dottor Emilio Gnutti,è stato condannato a 8 mesi di reclusione per il reato di ?insider trading? e secondo quanto riportato ieri da un quotidiano: ?Gnutti è infatti al centro di una fitta ragnatela di società,come dimostra la sua presenza in ben 36 consigli di amministrazione,tra questi,alcune sono di società quotate come l?Unipol?,ai sensi delle vigenti normative le sue cariche devono essere congelate. Qualora non lo faccia spontaneamente o le sue dimissioni dovessero essere respinte da qualche consiglio di amministrazione,può essere dimissionato d?ufficio dalle rispettive autorità vigilanti in quel settore. Recita l?art.26 del Testo Unico delle leggi in materia bancaria al capitolo requisiti di professionalità ed onorabilità degli esponenti aziendali:? I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione,direzione e controllo devono possedere requisiti di professionalità ed onorabilità?Il difetto dei requisiti determina la decadenza dall?ufficio. Essa è dichiarata dal cda entro 30 giorni dalla nomina o dalla conoscenza del difetto sopravvenuto.In caso di inerzia la decadenza è pronunciata dalla banca d?Italia?.Ma qualora dovessero essere sfuggiti i requisiti di onorabilità di un amministratore societario, non a fronte di un ?fumus?,ma di una condanna ad 8 mesi,seppur in primo grado,Adusbef lo ha rammentato con una lettera inviata a Consob,Bankitalia ed Isvap?. Dal citato articolo dell?Espresso si apprende che oltre a Gnutti,anche Giovanni Consorte ed Ivano Sacchetti,presidente e vicepresidente Unipol,sono indagati per gli stessi reati di insider trading,poiché attraverso intermediari svizzeri e lussemburghesi,avrebbero acquistato le obbligazioni Unipol,il cui rimborso pari a 100 lire era stato deliberato dal cda, ossia da loro stessi, con la certezza di guadagnarci. Scrive il prof. Beppe Scienza in un articolo uscito su un quotidiano: ?Non è il tipico insider trading, ovvero utilizzo illecito di informazioni riservate. La vicenda delle obbligazioni Unipol 2000-2005, sfociata nelle recenti indagini a carico dell?imprenditore bresciano Emilio Gnutti, sua moglie e altre sei persone, è più complessa. Ed è unica nelle cronache finanziarie italiane degli ultimi anni. E? dal 1978 che seguo il mercato obbligazionario italiano e di rimborsi anticipati ne ho visti a centinaia. Però mai nessuno simile a quelli decisi l?anno scorso dalla compagnia d?assicurazione bolognese, chiaramente dannosi per i propri azionisti. Tenendo in vaita i prestiti e sfruttando la differenza di rendimento rispetto ai Btp 2005 (allora sul 4,65%), la società poteva infatti lucrare circa 12,8 milioni di euro con le Unipol al 2,25% e 1,3 milioni con quelle al 3,75%. Perché dare un calcio a 27 miliardi di lire? Tutto ciò mi lasciò perplesso, mentre non fece ne caldo né freddo ai gestori dei fondi comuni che, avendo in pancia azioni Unipol, avrebbero dovuto curarsi un po? di più degl?interessi dei loro clienti. A ogni modo decisi di approfondire la cosa. Andai a spulciare le compravendite di quei titoli, normalmente oggetti di scambi modesti, tipo 20-30 mila euro al giorno. Scoprii così, nelle settimane precedenti l?annuncio del rimborso (4-3-2002), volumi di milioni di euro del titolo al 2,25%. Il 24 gennaio 2002 addirittura 20 milioni al prezzo di 93. L?emissione al 3,75% aveva ancora meno mercato, ma il 28 gennaio ne passarono di mano 9,8 milioni di euro al prezzo di 97. Chi comprava quelle obbligazioni evidentemente sapeva in anticipo dell?imminente rimborso a 100 lire. Ma era anche strano che qualcuno fosse pronto a vendergliene delle vagonate. Erano titoli suoi o magari di fondi comuni o gestioni separate di polizze vita?Insomma, molte cose non quadravano. Pensai dunque che valesse la pena segnalare il fatto e lo feci coi limitati mezzi a mia disposizione. Descrissi la faccenda nella mia pagina web all?Università di Torino (www.beppescienza.it) e la raccontai a Miaeconomia il 22-5-2002. Al che una delle più attive associazioni di consumatori, ovvero l?Adusbef, fece un esposto all?organo di controllo, cioè alla Consob. La quale, quatta quatta, procedette a indagini, passando poi il caso alla Magistratura. Quali siano i veri responsabili, io non lo so. Quello che so è che non è un normale caso d?insider trading, come quando uno compra azioni sapendo che verrà lanciata un?offerta pubblica d?acquisto (Opa) a un prezzo più alto. In situazioni simili l?Opa risponde a una logica sua propria, indipendentemente da fenomeni d?insider trading. Il caso dell?Unipol è del tutto diverso. Il rimborso anticipato, in spregio agli interessi della società, si capisce solo se finalizzato a permettere quegli strani acquisti. O vogliamo credere all?addetto stampa della società Emilio Spinardi che, trattandomi come un cretino, mi raccontò che le Unipol 2,25% erano state rimborsate perché il tasso d?interesse era molto alto, "di fatti a lui in banca sul conto corrente davano di meno"? A parte un reato odioso,pur difficilissimo da dimostrare, sul quale si dovranno pronunciare i magistrati, resta un indiscutibile problema di ordine etico che ha danneggiato l?azienda,facendo perdere oltre 27 miliardi di lire. Chiudo il mio breve intervento con altre tre questioni che riguardano la prepotenza di Banca Unipol,ossia il tentativo di mobbing su un lavoratore,Mario Ficorella,acquistato assieme a lavoratori e clientela alla stessa stregua di altre ?merci? nell?acquisizione di sportelli della Banca di Roma, al quale erano state offerte garanzie,in sede di passaggio a Banca Unipol,di non discriminazione rispetto allo status quo di lavoratore part-time,inviato nell?unica agenzia di Roma nord,per costringerlo a licenziarsi; la questione di fideiussioni,diciamo ?sofferte? riguardanti il ministero delle attività produttive,quasi a confermare che Unipol non sembra saper leggere neppure le disposizioni stringenti del ministero in merito alla garanzie richieste; infine la questione della mancata chiusura di un conto corrente n??..-,con evidenti violazioni di norme e regolamenti che sarà impugnato nelle sedi giudiziarie competenti per evitare abusi a danno dei consumatori. Adusbef,che fa parte di quell?Intesaconsumatori che ha dato filo da torcere alle compagnie,sorvolando sulle scatole cinesi per scegliere i soci (pubblicato da Mario Gerevini sul Corriere della Sera del 7 aprile 2004,pag26) auspica che il management di Unipol adotti un ravvedimento operoso,per rispettare principi e valori oggi calpestati sull?altare di presunti business di corto periodo che non potranno reggere,alla cosiddetta ?finanza di sinistra? senza quell?etica di comportamenti da adottare per fare i giusti e meritevoli profitti non come rendite di cartelli o dell?ignoranza,ma come un valore aggiunto di lavoratori e consumatori che hanno speso le loro energie per far crescere,con la cooperazione,il progresso del paese, la civiltà del lavoro,i diritti condivisi dei consumatori. Grazie per l?attenzione. Roma,29.4.2004

29/04/2004

Documento n.3906

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